Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Solamente sola

Ozio annoiata su questa invenzione fatalmente letale,
scovandoti nei meandri della mia mente accoppiati con i cunicoli del cuore.
Sei e vivi prepotente senza tua iniziativa,
nell'anima sfatta,
nel tumultuoso quotidiano,
in uno sporco corpo.
Domini e tessi
i fili di una maglia che s'impiglia,
si allunga e dilunga,
strozzandomi conscia
di una maliziosa intenzione.
Cacciatore di identità disperse,
chi sei tu se non il lupo di mare
di quel famoso venerdì.
Abbandono l'infernale arsenale,
mi scontro e corro,
mi chiedo solo cosa ne sarà di me.
Fra tanti sarò nessuno,
il nessuno di nessuno,
finalmente libera,
evacuata dai sentimenti,
quelli che forse menti,
serpenti ardenti che ricordi saranno.
Desta da un sogno,
il cielo al mio cospetto,
figlia di un ponte che mi sovrasta armonioso,
un'identità abbandonata
e dentro di me l'amore
per una concreta lurida esistenza che bolle di dignità.
Composta domenica 21 luglio 2019
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    Scritta da: Francesca76
    in Poesie (Poesie personali)

    Impronta in Versi

    Apriti aurora,
    il cielo azzurro d'implora,
    il dolce mattino
    fa sfondo al destino
    cos'e che mi rallegra...
    che nel cuore si dimena.
    Di passi leggiadri
    di animi nobili, e gentili,
    come grano dorato dal tempo
    scrivi i giorni, e il passare del suo tempo,
    che con verso, lieto e breve
    disegna la vita che viene.
    Composta venerdì 10 maggio 2019
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      Scritta da: Feliciarosa Boccia
      in Poesie (Poesie personali)
      Quale dolore attanaglia la mia anima
      Si aggrappa, si ripiega su sé stesso e mi preme da dentro, vuole uscire e vuole distruggermi.
      Dolore, quale parola più amara e tanto sofferta.
      Accoglierla è un sacrificio risentito, si insinua in tutti gli organi vitali come una serpe che lentamente stringe la morsa e ti inghiotte.
      Quale dolore attanaglia la mia anima
      Quasi distoglie dalla verità, fa vedere il mondo per quello che non è, ed è per quello che è che fa paura.
      Idolatrarlo o distruggerlo, prima che distrugga me.
      Ogni volta è la prima volta e non si impara mai a gestirlo.
      Quale dolore attanaglia la mia anima
      Qualcuno venga a salvarmi prima che sia finita
      Queste ore sono immense e interminabili
      Lottare con le proprie forze finché non si consuma, finché non ti consuma
      E quando avrà finito di te rimarranno solo ceneri come di un vulcano esploso che spazza via tutto
      E ti ritrovi solo e perso
      Con un mondo da ricostruire ai tuoi piedi.
      Composta giovedì 18 luglio 2019
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie personali)
        La veglia strappa il velo di Maya
        mai come allora palpebre ferite
        il sangue oscuro ci si para avanti
        come se fosse selva inestricabile
        è un accatastamento di liane,
        scimmie che imploran d'essere supine,
        malati di ignoto puntano il dito
        sulla pillola della Luna, la
        vorrebbero trascorsa lungo i fiumi
        squarciati di rivelata esistenza
        e piattezza aderente al loro letto,
        al suolo su cui striscia, serpe, l'ombra,
        al fardello che lievemente pesa,
        al bozzolo che libera la Morte,
        all'istante farfalla che regala
        voli esalati d'ultimi respiri,
        all'amante gemello che sa infrangere
        il già non specchio dell'aria, affacciandovisi
        col suo unico occhio e le sue ciglia,
        un accenno di un volto, tutt'un bacio.
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          Scritta da: criscri
          in Poesie (Poesie personali)

          Femminicidi vigliacchi

          Del profano ribollir d'orgoglio arde
          nulla più che d'alma il patetico sanguinar
          ove identità dir vuol ormai sol decadenza
          in inestirpabil degrado cui condusse vil violenza.
          La criatura ch'eroe di latta di annientar ti compiacesti
          la medesma è che ti serbò nel tenero grembo
          e ch'al cosmo t'assegnò per scorgerti storia
          e non tetra carcassa di criminal memoria.
          Or certo un'altra impronta di veleno
          sul rabbuiato mondo giace
          aver umiliato colei che dal materno suo seno
          nutrir ti disiò con latte di pace.
          Ver fu ieri, ver doman e anche adesso
          privar il mondo chi ancella è
          della beltà del femmineo universo
          uomo olezzante di nulla,
          rende te stesso morto e perso.
          Composta martedì 16 luglio 2019
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            Scritta da: criscri
            in Poesie (Poesie personali)

            Lisciarsi un pensiero

            Lisciarsi un ormai estinto pensiero
            del disconoscersi è ormai orfica missione
            tra tremanti strenne di sensazioni mai aperte
            di speme di cui asfittico son io custode.
            Di impallidita estetica l'inestirpabil dardo
            è quest'insensato svolazzare
            di un poetare che l'ali ha rattrappite.
            Composta martedì 16 luglio 2019
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