Poesie di Rosa Cristina Coddura

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Città

È così surreale affacciarsi alla finestra,
non sentire nessun rumore,
in una città caotica come questa.

Ci hanno sempre detto di correre
Anche quando non potevamo,
di rinunciare a noi stessi
per essere in orario.

Ci hanno abituato a mangiare di corsa,
ad essere sempre a disposizione
a lavorare per ore senza sosta,
la Domenica non è più come una volta.

Adesso abbiamo tutto il tempo,
ma mi sono già dimenticata
di quello che volevo
di quello che sembrava importante
ma forse era solo voglia di evadere.
Rosa Cristina Coddura
Composta mercoledì 18 marzo 2020
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    La ricerca

    Ho tante parole dentro,
    come un vocabolario,
    un romanzo o un diario,
    qualcuno ancora non mi ha letta,
    altri mi hanno solo consultata,
    altri credono
    di avermi studiata e imparata.

    Ho lasciato pagine bianche,
    per poter imparare,
    ho allegato alle parole,
    anche delle immagini per poterle
    meglio assimilare.

    Ma ho anche lasciato spazi vuoti
    dove la mia fragile punta acuminata
    si è spesso spezzata,
    di tante parole,
    cerco e ricerco ancora le definizioni,
    di molte altre circolano solo tante voci.

    Dimmelo tu che sottolinei
    i miei aspetti,
    che evidenzi i miei difetti,
    dimmelo tu cosa vuol dire vivere!
    Io che cerco ancora di scrivere,
    Tu sei solo una voce dislessica
    che diventa anche anoressica,
    Quando ti aspetti da me una ricerca,
    ti dimostri solo una fonte incerta.
    Rosa Cristina Coddura
    Composta giovedì 23 gennaio 2014
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      Il suono della fragilità

      Sotto i miei passi
      non solo asfalti,
      sui marciapiedi di città
      tappeti di foglie morte
      che svelano una verità.

      Un secco scricchiolio
      è una sensazione che condivido
      come se mi sentissi io stessa
      artefice e vittima della sofferenza
      che riecheggia la mia stessa fragilità.
      Rosa Cristina Coddura
      Composta sabato 16 agosto 2014
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        Come sono

        Non ho bisogno del trucco,
        di coprir ogni imperfezione,
        mettendoci il correttore,
        come fosse stucco.

        Non ho bisogno di tacchi alti
        per far passi eleganti,
        per farmi guardare dai passanti,
        temendo poi di inciampare,
        in un fosso stradale.

        Non ho bisogno
        di vestiti firmati,
        per vantarmi,
        o far sentire gli altri,
        meno fortunati.

        Ho bisogno di poche cose
        come delle semplici rose:
        nessun trucco
        è stato più spontaneo del mio rossore,
        quanto qualcuno che mi ha donato emozione,
        nessun gioiello
        che sia un orecchino
        o un anello,
        decorerà mai me stessa.

        Preferisco decorare i miei ricordi,
        di esperienze e di viaggi,
        senza soffermarmi agli assaggi
        di immagini e amori
        di musiche e sogni.
        Rosa Cristina Coddura
        Composta domenica 8 giugno 2014
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