Rughe
Nel cuore ci sono schegge
di emozioni, delusioni e dolori
Nel viso segni profondi
di una vita, una storia
si scorgono i segni che il tempo ci regala.
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Nel cuore ci sono schegge
di emozioni, delusioni e dolori
Nel viso segni profondi
di una vita, una storia
si scorgono i segni che il tempo ci regala.
Tu dormi nella stanza accanto,
hai il tuo televisore,
i tuoi orari,
il va e vieni da non spiegare.
Ecco come è finito il nostro amore,
una convivenza fatta solo di quotidiana convenienza,
fino all'occasione buona per cambiare.
Io non sento niente di te ma tu di dici di sentire il mio russare
e non perdi l'occasione per rinfacciarmi i fiaschi del passato
ed i difetti di ogni giorno,
ma quando resto solo,
cancello i fiaschi del passato e metto davanti a me il fiasco di oggi,
quello di ogni giorno,
ed un bicchiere,
e curo il mio star male.
Cammini in mezzo a noi,
dall'alto del tuo tacco 12,
lo sguardo dritto in faccia a tutti,
col tuo di sguardo,
quello dei vincenti.
E scegli già la vittima.
Incanti col tuo parlar forbito,
la voce come un suono,
i modi distaccati,
da incantatrice di perdenti.
Ed a qualcuno tocca in sorte
quello che ognuno spera
cadere nella rete,
finirti fra le braccia,
sapendo che comunque la fine sarà brutta,
comune a tutti gli altri.
Ma chi ti può fermare,
sei tu che fermi i cuori.
E l'ultimo dei tanti,
alla fine del tuo corso,
sarà il primo ad essere lui soltanto,
ma passerà il suo tempo a domandarsi se ti ha avuto per amore
o per la tua sopraggiunta stanchezza.
Come un geloso impotente mi vesto di un giallo che non si vede,
ti corro dietro,
anche se tu non scappi,
ogni angolo è mio,
ogni albero mi copre,
ogni uomo è un nemico.
E tu che ridi libera,
ti fermi con la gente,
tu sei la causa del mio male.
Ti volevo e quando mi hai detto si ti ho persa,
ho smesso di averti,
e adesso tu vivi
e lasci me a morire del mio male.
Di nuovo natale,
mi corre incontro con le ruote delle auto giocattolo,
mi vola addosso con le ali di piccoli aeromodelli,
mi assale con i suoi robot,
mi colpisce in un violento videogioco,
ennesime ferite,
ma stavolta non mi frega la festa di tutti e nessuno,
stavolta parto prima,
ed in silenzio.
Proprio adesso,
mentre aumentano le luci ti calano addosso le ombre,
mentre i suoni invitano alla gioia tu intoni la marcia funebre, cammini con passo di stivale,
la marcia della guerra,
vai contro il tuo nemico,
l'altro te stesso e lo abbatterai cadendo morto assieme a lui.
Ho rubato una parola
da una frase ascoltata per caso
per strada,
ci ho costruito intorno una poesia,
ma quella parola che sentivo come rubata,
mi impediva di pensare a ciò che avevo scritto come cosa mia.
Ho riportato la parola dove l'avevo ascoltata,
ho gettato via il costruito intorno
e per punirmi del furto non ho pensato per un giorno.
Cammino con piedi di piombo,
una nota distorta nella mia testa.
Gli uccelli muoiono
cadendo giù in picchiata
ripudiati dal loro amato cielo rosso sangue.
Tutto è in bianco e in nero qui giù,
hanno perso il colore il mare, i prati,
le farfalle.
Han perso colore le persone che
giran per strada col sorriso sfocato
assieme ai sentimenti.
Io sono rossa invece, come quel cielo
che ha assorbito tutti i mali del mondo.
Rossa d'amore.
Rossa di dolore.
Rossa di vergogna.
Sento violini che stridono il mio dolore.
Ed io non riconosco più il mio odore.
Non riconosco più casa mia.
E non mi sento realmente mia.
Cammino in un deserto di vita stonata
assaporo una ciotola di fiori appassiti
che filtra morte.
Ricordo una valle e un fiume ai piedi di quel monte.
Non ci sono più le anguille e le rane
Vedo solo cadaveri putridi che fissano il nulla.
Tutto sfiorisce e sbiadisce,
le mura delle case, la luce, i bambini.
Sono tutti muti mentre
l'abbandono rapisce ogni cosa
e il nero sposa le nostre carni.
Domani,
domani scegli tu che giorno vuoi che sia,
per me uno vale l'altro.
Se hai brutte idee
fallo durare poche ore.
Se sono buone idee fallo durare tanto,
ed oggi,
oggi,
se puoi fallo finire adesso,
è un giorno che mi ha sfiancato,
senza che abbia risolto niente.
Come l'erba del prato ricresce
un sogno poi nasce
si tinge di blu,
porta con sé la tristezza
che un'ora già persa
non tornerà più;
mi guardo intorno un istante
un'ombra fuggente...
compare lassù;
nella mia mente ci sei e sempre sarai
... quell'attimo in più.
Dietro la nebbia
Un sogno si sveglia,
lo guardo in fondo
chi cerco sei tu.
Come un pensiero
che tempo non ha,
s'innalza in cielo
e vola più in là;
nel suo bagaglio
rimane un ricordo,
sempre più bello,
ogni istante di più
ora così come allora,
il sogno si avvera,
chi vedo sei tu.
Come l'erba del prato appassisce
un sogno svanisce
si perde nel blu,
porta con sé il bel ricordo
che forse quel tempo
non ci darà più
mi guardo intorno un istante
un'ombra fuggente
scompare laggiù;
nella mia mente ci sei e sempre sarai
... quell'attimo in più.