Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

La locanda tiratardi

Tu dormi nella stanza accanto,
hai il tuo televisore,
i tuoi orari,
il va e vieni da non spiegare.

Ecco come è finito il nostro amore,
una convivenza fatta solo di quotidiana convenienza,
fino all'occasione buona per cambiare.

Io non sento niente di te ma tu di dici di sentire il mio russare
e non perdi l'occasione per rinfacciarmi i fiaschi del passato
ed i difetti di ogni giorno,
ma quando resto solo,
cancello i fiaschi del passato e metto davanti a me il fiasco di oggi,
quello di ogni giorno,
ed un bicchiere,
e curo il mio star male.
Composta lunedì 19 dicembre 2011
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    in Poesie (Poesie personali)

    L'incantatore di perdenti

    Cammini in mezzo a noi,
    dall'alto del tuo tacco 12,
    lo sguardo dritto in faccia a tutti,
    col tuo di sguardo,
    quello dei vincenti.

    E scegli già la vittima.

    Incanti col tuo parlar forbito,
    la voce come un suono,
    i modi distaccati,
    da incantatrice di perdenti.

    Ed a qualcuno tocca in sorte
    quello che ognuno spera
    cadere nella rete,
    finirti fra le braccia,
    sapendo che comunque la fine sarà brutta,
    comune a tutti gli altri.

    Ma chi ti può fermare,
    sei tu che fermi i cuori.

    E l'ultimo dei tanti,
    alla fine del tuo corso,
    sarà il primo ad essere lui soltanto,
    ma passerà il suo tempo a domandarsi se ti ha avuto per amore
    o per la tua sopraggiunta stanchezza.
    Composta lunedì 19 dicembre 2011
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      in Poesie (Poesie personali)

      La storia a lento fine

      Come un geloso impotente mi vesto di un giallo che non si vede,
      ti corro dietro,
      anche se tu non scappi,
      ogni angolo è mio,
      ogni albero mi copre,
      ogni uomo è un nemico.

      E tu che ridi libera,
      ti fermi con la gente,
      tu sei la causa del mio male.

      Ti volevo e quando mi hai detto si ti ho persa,
      ho smesso di averti,
      e adesso tu vivi
      e lasci me a morire del mio male.
      Composta lunedì 19 dicembre 2011
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        in Poesie (Poesie personali)

        L'incidente di Natale

        Di nuovo natale,
        mi corre incontro con le ruote delle auto giocattolo,
        mi vola addosso con le ali di piccoli aeromodelli,
        mi assale con i suoi robot,
        mi colpisce in un violento videogioco,
        ennesime ferite,
        ma stavolta non mi frega la festa di tutti e nessuno,
        stavolta parto prima,
        ed in silenzio.
        Composta lunedì 19 dicembre 2011
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          in Poesie (Poesie personali)

          La marcia dicembrina

          Proprio adesso,
          mentre aumentano le luci ti calano addosso le ombre,
          mentre i suoni invitano alla gioia tu intoni la marcia funebre, cammini con passo di stivale,
          la marcia della guerra,
          vai contro il tuo nemico,
          l'altro te stesso e lo abbatterai cadendo morto assieme a lui.
          Composta lunedì 19 dicembre 2011
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            in Poesie (Poesie personali)

            Il ladro pentito

            Ho rubato una parola
            da una frase ascoltata per caso
            per strada,
            ci ho costruito intorno una poesia,
            ma quella parola che sentivo come rubata,
            mi impediva di pensare a ciò che avevo scritto come cosa mia.

            Ho riportato la parola dove l'avevo ascoltata,
            ho gettato via il costruito intorno
            e per punirmi del furto non ho pensato per un giorno.
            Composta lunedì 19 dicembre 2011
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              Scritta da: Teresa Libroia
              in Poesie (Poesie personali)

              Antico lamento

              Cammino con piedi di piombo,
              una nota distorta nella mia testa.
              Gli uccelli muoiono
              cadendo giù in picchiata
              ripudiati dal loro amato cielo rosso sangue.
              Tutto è in bianco e in nero qui giù,
              hanno perso il colore il mare, i prati,
              le farfalle.
              Han perso colore le persone che
              giran per strada col sorriso sfocato
              assieme ai sentimenti.
              Io sono rossa invece, come quel cielo
              che ha assorbito tutti i mali del mondo.
              Rossa d'amore.
              Rossa di dolore.
              Rossa di vergogna.
              Sento violini che stridono il mio dolore.
              Ed io non riconosco più il mio odore.
              Non riconosco più casa mia.
              E non mi sento realmente mia.
              Cammino in un deserto di vita stonata
              assaporo una ciotola di fiori appassiti
              che filtra morte.
              Ricordo una valle e un fiume ai piedi di quel monte.
              Non ci sono più le anguille e le rane
              Vedo solo cadaveri putridi che fissano il nulla.
              Tutto sfiorisce e sbiadisce,
              le mura delle case, la luce, i bambini.
              Sono tutti muti mentre
              l'abbandono rapisce ogni cosa
              e il nero sposa le nostre carni.
              Composta venerdì 16 dicembre 2011
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                Scritta da: Pietro Baratta
                in Poesie (Poesie personali)

                Quell'attimo in più

                Come l'erba del prato ricresce
                un sogno poi nasce
                si tinge di blu,
                porta con sé la tristezza
                che un'ora già persa
                non tornerà più;
                mi guardo intorno un istante
                un'ombra fuggente...
                compare lassù;
                nella mia mente ci sei e sempre sarai
                ... quell'attimo in più.
                Dietro la nebbia
                Un sogno si sveglia,
                lo guardo in fondo
                chi cerco sei tu.
                Come un pensiero
                che tempo non ha,
                s'innalza in cielo
                e vola più in là;
                nel suo bagaglio
                rimane un ricordo,
                sempre più bello,
                ogni istante di più
                ora così come allora,
                il sogno si avvera,
                chi vedo sei tu.
                Come l'erba del prato appassisce
                un sogno svanisce
                si perde nel blu,
                porta con sé il bel ricordo
                che forse quel tempo
                non ci darà più
                mi guardo intorno un istante
                un'ombra fuggente
                scompare laggiù;
                nella mia mente ci sei e sempre sarai
                ... quell'attimo in più.
                Composta mercoledì 7 maggio 1997
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