Poesie d'Autore


Scritta da: Widmer Valbonesi
in Poesie (Poesie d'Autore)

La tortora

Passeggiavo, strisciando un po' il passo
Con il bavero alzato a riparo
Per quel viale affollato e deserto.
Non avevo una meta precisa
Guardavo questo mondo incerto
Della vita sapevo dir solo... male!
Ad un tratto in mezzo alla gente
S'avanzò con volo sicuro
Una "tortora" bella, fine, elegante.
Rimasi incerto, stordito e colpito
Dal suo fare calmo e compito.
Lei passò pian piano senza notare
Che tutti intorno erano fermi a guardare
Lei, il suo passo, il suo modo di fare.
Io riuscii solo a pensare
Che dovevo scoprire il segreto
Per poter imitare quel volo.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Lazzaro e il ricco Epulone III

    È una fine giornata
    come tutti ne abbiamo conosciute:
    le cose sono al loro posto, il mondo
    potrebbe rovesciarsi, il quadro,
    il soggetto,
    niente cambierebbe aspetto – a meno che,
    come qui,
    il figlio di Jacopo, il pittore,
    non scivoli tra la scena e il pennello
    e non se ne resti là, con gli occhi grandi
    aperti
    sull'angolo più scuro, questa sorda follia
    che non può accettare né rifiutare:
    l'indifferenza dei vivi
    per i vivi – e se interroga il vuoto,
    è come se cercasse di che riempire
    la notte e gli occhi di Lazzaro
    al tempo stesso.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Lazzaro e il ricco Epulone I

      Sono in tre attorno alla tavola, l'uno tiene
      distrattamente una viola sulle ginocchia
      ma non suona, l'altro con il piatto vuoto
      sulla tovaglia logora, il terzo
      è una donna dal corpo bianchissimo,
      i seni
      offerti alla luce di questa fine giornata
      in cui ciascuno aspetta
      qualche cosa in più
      che si nega, ostinatamente si nega.
      Sono in tre attorno alla tavola
      e tu sei il quarto nell'angolo
      perso della tela, a raccogliere le briciole
      sotto la firma illeggibile.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        I bambini che s'insinuano tra le nostre
        parole
        come un punto e virgola, sanno tutto
        e si ricordano della nostra fatica
        di dire la vita che passa e di come
        l'amore
        è difficile. Insinuano cantando un dito
        leggero
        nella scollatura del mondo che ci copre
        poi si fermano con la guancia contro
        l'orecchio del gatto
        con un viso grave e chiuso così in fretta
        da farci perdere l'equilibrio, gettarci
        fuori dal tempo,
        d'un tratto muti come accanto a un pozzo
        colmo di parole
        mentre si arrotonda, vera dei nostri
        giorni,
        delle nostre vane parole, la pupilla
        del gatto.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Cornice IV

          Non illuderti, ne restano tracce.
          Un cristallo del desiderio un filo
          di quel miele. Qui dentro fosti amato,
          qui amasti e non in sogno.
          Prenderanno
          in custodia la stanza vuota – reti
          e pinze e cartasughe sensitive
          fibra a fibra l’amore ripescando.
          Quei gelidi seguaci di Lussuria
          a perlustrare la vita.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La cicala

            Appare volontà quel che fu caso,
            un eterno momento,
            ma l'occhio il naso suggellò veloce
            e la bocca nel vento
            ambigua errò per voce
            che sempre può parlare.

            Questo il ritratto e questo è il mare,
            un rudere che striscia
            nel suo vecchio calore.

            Così dall'ombra mosse
            una piccola biscia
            fuggendo il suo colore.
            Apparvero le fosse
            dei morti, il grigioverde
            dei topi e dei soldati.

            Ha i minuti contati
            la morte che perde
            e moltiplica i piedi.
            Nel sole che vedi
            è il sole che langue,
            il formicaio del sangue.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Traccerò cerchi con ossidiana,
              segno per segno, seguendo il buio dei
              verbi
              quando il giorno sarà l'ultimo giorno
              in mezzo a bestie golose
              che con artigli lunari
              vorranno amare la vita di un solo verso
              beneficio di bussole indenni
              sotto colonne d'edera rannuvolate.
              Sarà così che non trascriveremo il corso
              di fiumi vivissimi.
              Resterò nei cerchi sotto nevi avverse
              e abolirò il mare che m'incendia
              la matita desolata di questi abissi.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Isola

                Padre, io a te
                io inchiodato a te su questo scoglio
                divino che conosci la tua alba
                e allacci la tua potenza al fulmine
                da questo culmine di spasimo
                io vinto mando a te
                vincitore di padri
                la prora disorientata delle mie parole.
                Concedi a coloro che erano ciechi
                e a dismisura adesso vedono,
                rotto il sigillo della fiamma,
                l'ustione della carezza, il fragore
                del pugno, ora che sanno
                il tossico del palmo e delle nocche
                ed è notte, profonda notte
                a occidente di ogni immaginare
                ora che le iridi conoscono
                le costellazioni del dolore e del piacere;
                concedi loro di sopportare
                per ogni ciglio sospeso alle tenebre
                al tramonto di ogni palpebra sfinita
                la pronuncia dell'alba e del crepuscolo
                e il rombo immenso, che sale dall'uomo.
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