Per la Patria siete morti nel fior di giovinezza, Forti e fieri e con ardore vi siete fatti servitori. Servitori della Patria, A Voi si inchina l'Italia intera, A Voi saluta la nostra Bandiera, Onori e gloria vi sarà dato Eroi D'Italia sarà scritto sul Sacrato, Noi vi ameremo, e vi ricorderemo nella memoria, Per sempre regnerete nella storia, E il vostro nome sulla lapide scritto resterà, e una medaglia in petto a chi vi ama sarà data, e come Eroi sarete ricordati.
Sento nell'aria una dolce melodia, un suono lontano dolce e soave, E' il suono di un violino o forse di un' arpa, che inebria la mente e arriva fino al cuore, Risveglia nell'anima dolci sentimenti, Momenti teneri, Ricordi felici e lontani, ma sempre presenti nella mente e nel cuore, Se chiudo gli occhi vedo un ombra, Agile e leggiadra accarezzare la sua arpa e sfiorare con tocchi magici le sue corde, E quei suoni divini ti fanno sognare, e i cuori innamorati fanno amare.
I vecchi sono i saggi della nostra vita, I vecchi amano la vita, I vecchi ci allungano una mano, I vecchi ci sorridono, I vecchi ci consigliano, ci sorreggono, e non chiedono mai nulla in cambio. I vecchi vorrebbero un abbraccio, un sorriso, Ma nessuno li guarda, Nessuno si cura di loro, Vorrebbero una carezza, Vorrebbero tenerezza come fa il padre ai loro figli, I vecchi aspettano la vita, che gli scorre al fianco come un fiume in piena, I vecchi vorrebbero fermarla come fa un bimbo con la sua palla, I vecchi amano la vita, Ma la vita non ama loro, Gli nega un sorriso, Gli nega l'amore gli affetti, li rende timidi e spaventati, I vecchi sono soli con i loro pensieri, con i loro dolori, E nessuno si cura di loro. Ama i vecchi presto sarai come loro.
I' potre' anzi ritornare in ieri e venir ne la grazia di Becchina, o 'l diamante tritar come farina, o veder far misera vit'a' frieri o far la pancia di messer Min Pieri, o star content'ad un piè di gallina, ched e' morisse ma' de la contina que' ch'è domonio e chiamas'Angiolieri. Però che Galieno ed Ipocràto, fossono vivi, ognun di lor saprebbe, a rispetto di lu', men che 'l Donato. Dunque, quest'uom come morir potrebbe, che sa cotanto ed è sì naturato che come struzzo 'l ferr'ismaltirebbe?
È sono sì altamente innamorato, a la merzé d'una donna e d'Amore, che non è al mondo re né imperadore a cui volesse io già cambiar mio stato: ch'io amo quella a cui Dio ha donato tutto ciò che convene a gentil core; donqua, chi di tal donna è servidore ben se pò dir che 'n buon pianeto è nato. Ed ella ha 'l cor tanto cortese e piano inver' di me, la mia gentile manza, che, sua mercé, basciata li ho la mano. E sì me diè ancor ferma speranza che di qui a poco, se Dio me fa sano, che compierò di lie' mia disianza.
Quando mie donn'esce la man' del letto che non s'ha post'ancor del fattibello, non ha nel mondo sì laido vasello, che, lungo lei, non paresse un diletto; così ha 'l viso di bellezze netto; infin ch'ella non cerne al burattello biacca, allume scagliuol e bambagello: par a veder un segno maladetto! Ma rifassi d'un liscio smisurato, Che non è om che la veggia 'n chell'ora, ch'ella nol faccia di sé 'nnamorato. E me ha ella così corredato, che di null'altra cosa metto cura, se non di lei: o ecc'om ben ammendato
Acquista meriti anima mia, compi res gestæ che mai finiranno, tieni aperti i cancelli. Lascia che la fortuna si riposi, così saprai arrivare al Vago Vuoto baldo come una foglia irriducibile.
Dal gesto di ammazzare con le mani il modo di impastare non diverge (che bello ch'è il progresso, che sollievo: col pulsante qui a destra, eccoti il pane, col pulsante a sinistra, facilmente, anche senza mirare, lancio il missile e il nemico centro).