Sognando la pioggia Sogno il mio corpo non dorme il tuo viso che il tempo non ha cambiato i tuoi occhi che mi prendono per mano abbracciati in fondo alla tua anima percorriamo il sentiero dell'amore
Mentre Il tuo corpo non sogna più me Rimasto chiuso fuori Il tuo viso vive in quel ricordo Sta insieme a me La furia della pioggia Cade e mi risveglia dal sogno Forse cancellerà il tuo viso.
Guardati nell'anima del tuo specchio per riscoprire chi sei., in un sabato così identico agli altri sono triste per le cose che non vanno
Per le strade che non finiscono mai per la mia vita che ha perso i colori che gli avevo dato ma che non ho più ritrovato.
Mentre la musica cade dalle tue parole e la speranza nasce dalle tue risposte il tuo cuore è tenero d'amore e colmo di gioia
All'alba di un nuovo giorno è l'eternità di una vita un giorno e siamo noi che usiamo i colori con il nostro cuore di azzurro cielo. E siamo noi che di grigio coloriamo anche gli altri quando al cielo non vogliamo dare il suo colore
Sono sempre i nostri toni di grigio a rovinare tutto perché un colore può distruggere il mondo perché tu non vuoi guardare i colori della primavera
I colori della vita li potrai scovare dentro te stesso insieme ad essi anche le tue risposte.
Caro papà Qualcuno ha scritto sui fogli del tempo che il vento è come il mare trasporta i nostri pensieri come piccoli messaggi chiusi in una bottiglia direttamente nel porto del paradiso.
Caro papà suona il tuo organetto da lassù una dolce melodia mi trasmette allegria come quando lo facevi quaggiù semplice divertimento senza televisione facevi ballare anche il cane.
Caro papà quanto poco abbiamo parlato ho tenuto di te i sorrisi, e gli abbracci che mi donavi da bambino…
Poi dopo l'incidente tu non eri più lo stesso la tua malattia ci ha separato ma i ricordi fantastici della mia infanzia sono sempre rimasti vivi dentro di me ed in un angolo di terra profumata d'amore.
Caro papà quanti parole hai seminato nel terreno dei ricordi nei campi di grano collezionavo papaveri raccoglievo valori che sono cresciuti nella mia mente dove tu li hai seminati.
Caro papà la tua onestà il tuo rispetto per il prossimo il bacio alla mamma prima del lavoro i tuoi sacrifici sul lavoro per due spiccioli in più li usavi per comprare dei sogni per la tua famiglia ed ora sono dentro di me.
Caro papà adesso sento la tua musica applausi per te dove sei ora ogni giorno è festa non sarai mai più amareggiato come l'ultimo giorno di lavoro prima della pensione dove nessuno ti ha fatto festa.
Ad un tratto sento il tuo calore che mi riscalda il cuore il mio messaggio ti è appena arrivato ed io sento già il tuo organetto che suona per me… in questo immenso attimo annego il mio dolore per sempre caro papà.
10 anni gli occhi venduti tra lo squittire della cambusa e come mozzo il tuo aguzzino e come mozzo il nostro silenzio "capitale" Etireno vapore di (dis)umana vergogna per i tuoi pirati mercanti che scaricano il respiro virgulto come carne da vermi per la bilancia pingue della puttana opulenza 9 anni le pupille staccate dal corpo piovono a terra immobili come salme nell'olio della sala macchine ghiacciati dalla lama di un futuro di strade a lampione Etireno vapore di (dis)umana vergogna per i tuoi negrieri e il nostro silenzio "capitale" 11 anni occhi di petrolio 500 franchi di vita la morte con la bava della fame sulla piroga e il nostro silenzio "capitale"
Dentro il vetro del bicchiere mamma le onde delle vene hanno ancora il sapore dei tuoi vent'anni i lividi sembrano scomparsi mentre bevi questo fottuto goccio di vita e ti perdi nell'illusione del veleno. Torni la piccola principessa col mondo tra le unghie e il futuro nelle labbra di un poeta. È il vetro scheggiato mamma che ti plana nell'inferno e tremi come fumo di sigaretta mentre racconti sempre la stessa storia con la passione del tuo fiato spento ferita dal rantolo di un singhiozzo. Dentro il vetro del bicchiere mamma brucio la fiducia che tutto abbia un senso.
Certe sere il lupo che credevamo morto privato d'infanzia ci mostra alla finestra la punta del muso ma è un altro lupo ed è un'altra infanzia che ci serve per ammansirlo Passiamo la notte nella neve delle carezze a cercare sui nostri corpi la scia dei suoi passi.
Farla non puoi, la vita, come vorresti? Almeno questo tenta quanto piú puoi: non la svilire troppo nell'assiduo contatto della gente, nell'assiduo gestire e nelle ciance.
Non la svilire a furia di recarla cosí sovente in giro, e con l'esporla alla dissennatezza quotidiana di commerci e rapporti, sin che divenga una straniera uggiosa.
Prima che asciughino quei due o tre baci sulla fronte e qui e lí, ti chinerai per bere acqua d'argento dallo specchio, e se nessuno ti starà a guardare ti toccherai le labbra con la bocca.
C'è un tempo in cui piú svelto delle dita che lo scultore passa sulla creta il sangue impaziente ti modella il corpo dal di dentro.
Forse stringerai tra le dita i tuoi giovani capelli e li solleverai sopra le spalle perché somiglino piuttosto ad ali, e davanti a loro prontamente correrai là dove proprio davanti agli occhi e sul fondo estremo dell'aria sta il grande, erto, conturbante e dolce nulla, che splende.