Se ne stava tranquillo come un giorno di Natale. Seduto per terra fumava fumava e faceva grandi anelli di fumo.
"Ecco i cerchi, i grandi cerchi della vita. Qui dentro vivono le mie storie. Io le vendo, signori, anche per un sorriso"
Era un venditore di storie come ce ne sono tanti. Aveva i capelli lunghi, molto lunghi, ed anche la barba era lunga. Non piangeva ma soprattutto non rideva. Non aveva voglia di ridere, guardava solo il volto e poi gli occhi dei passanti.
"Sono un venditore di storie, diceva, chi le vuole? Non abbiate paura di me, non faccio del male a nessuno io. Sono un uomo, non sono la vostra coscienza e nemmeno vostro padre. Io vendo storie, storie vere s'intende, ma anche possibili. Ne ho per tutti i gusti, posso farle su misura perché conosco il segreto dei vostri desideri. So come siete fatti e quello che pensate. Conosco le vostre donne quando sono femmine. Conosco le vostre paure quando perdete una battaglia od una guerra. Io vendo vita, signori, non fumo come i quotidiani che leggete".
Il venditore di storie s'era chinato come se soffrisse, prese a tossire e a ridacchiare e si accendeva una sigaretta dopo l'altra. Sputava ora a destra ora a sinistra ed anche al centro della strada nonostante la gente avesse cominciato a pressarlo. Si leccava due grosse piaghe sui polsi, le vene del collo sembravano corde e gli occhi due ferite.
"Guardatemi, queste sono ferite che non fanno male. Sono ferite d'amore che voi non potete conoscere poiché non potreste sopportarle e morireste. Ma non racconterò questa storia perché è la mia e il prezzo che chiederei non potreste pagarlo. Vorrei raccontare invece di chi seduce le vostre mogli, di chi modifica il cervello degli uomini sulla terra, di chi distrugge i vostri figli penetrando le loro menti per renderle qualunquiste e mai appagate. Le mie storie, signori vivono l'aria di queste vostre città malate, l'aria d'impossibili felicità che vi giocate al gioco della fortuna ogni giorno perché sempre volete qualcosa di più. Quanto tempo sprecato in piazza in 100 in 1000 in 10000 perché soffrite l'aria dei vostri vuoti dei silenzi rappresi del vostro essere niente in queste città che avete reso insane dove muoio ogni giorno come uomo ridotto ad unità produttiva senza più anima e senza più significato. È troppo alto il prezzo del coraggio per fare come me che ho abbandonato tutto per venire a morire qui tra voi per raccontare le storie che dovrebbero farvi tremare la mente e il cuore".
Le sue parole erano divenute gelide come l'inverno e sembrava aspettare un cenno. D'improvviso cacciò un urlo e s'accasciò al suolo. Aveva sulla bocca una piega amara e sul volto una maschera di sangue e fango. Tutti fuggirono, solo un bimbo con una pietosa mano piena di speranza accarezzò i suoi lunghi capelli e restò accanto al venditore di storie steso agonizzante insanguinato come un vitello colpito quasi certamente ad una tempia da un sasso al centro d'una piazza di una grande città in un giorno d'inverno dell'anno che più vi piace.
È primavera: la notte espande profumi intorno a tutta la natura e in noi ridesta il canto della vita!
Vibrano in cielo a grappoli le stelle. Una di loro dagli spazi lontani del mistero è giunta a noi recata da un vagito... onda melodiosa d'infinito! Vagò per l'aere come sogno da tempo accarezzato, inno giocondo alla realtà.
Grazie di cuore a Te Dio della vita che l'universo ammanti d'armonie!
L'albero già fiorito tutto ravvolgi di tepore arcano perché maturi con le nuove aurore!
Nel crepuscolo incerto del mattino un rosso velo scopre l'orizzonte; è il volto tuo di fuoco, astro "divino", che ride ai cieli ai mari e ad ogni fonte.
Tu, fiume d'oro, su per il turchino ti estendi dilagando e come un ponte infinito di luce il suo cammino discopri all'uomo verso l'alto "monte"!
Non so perché ma in ogni giorno nuova mi sembra la tua luce che riaccende forza nel cuore, eterno viandante,
pavido incerto e sempre trepidante per il grande mistero che l'attende! Ma verso l'alto andando si rinnova!
Ma quando sono solo con questo naso al piede che almeno di mezz'ora da sempre mi precede si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore che a me è quasi proibito il sogno di un amore; non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute, per colpa o per destino le donne le ho perdute e quando sento il peso d'essere sempre solo mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo, ma dentro di me sento che il grande amore esiste, amo senza peccato, amo, ma sono triste perché Rossana è bella, siamo così diversi, a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi.
Dopo un po' comprenderai la sottile differenza fra stringere una mano e incatenare un'anima, e comprenderai che amore non significa dipendenza e che compagnia non significa sicurezza. Incomincerai a comprendere che i baci non sono contratti e i doni non sono promesse, e incomincerai ad accettare le sconfitte a testa alta e con gli occhi bene aperti, con la compostezza di un adulto e non con il dolore di un bimbo, e imparerai a tracciare la strada sull'oggi, perché il terreno del domani è troppo incerto per essere pianificato. Dopo un po' comprenderai che perfino il sole può bruciare se ne prendi troppo. Allora cura il tuo giardino e abbellisci la tua anima senza aspettare che qualcuno ti regali dei fiori. E imparerai che puoi veramente farcela... Che sei veramente forte, e che tu vali veramente molto.
Seduto sopra al ponte io osservo l'acqua che scende verso il mare e trovo quel defluire così naturale destino di un'attrazione quasi fatale. Se gli amori fossero in discesa, srotolare il gomitolo della vita sarebbe una gioia e quasi un sollievo ti apparirebbe ogni tanto rallentare o tirare il freno. Invece l'amore molte volte è ripida salita che si percorre con affanno e che trasforma la tua vita in rapide e gorghi di un torrente in piena. E tu sei come un insetto su una foglia secca, zattera sballottata dalla corrente che scende verso la foce.
Non sperare di trovare amore in un sorriso senza splendore. Un saluto formale è l'illusione di un comune sentire già svanito. A nulla serve lasciarsi morire per chi non ti sa più amare. A nulla serve cercare di capire chi ti toglie te stesso e la tua vita A nulla serve cercare di amare chi riesce a farti morire l'anima.