Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Tu troverai - quando sperimenterai la morte -
Più facile lasciarsi andare -
Rammentando coloro che se ne andarono -
Non potresti farne a meno - lo sai.
E anche se i loro posti in qualche modo furono riempiti -
Come si riempirono i loro nomi di Marmo
Con il Muschio - non divennero mai così pieni -
Da farti scegliere i nomi più nuovi -

E quando questo Mondo - indietreggia sempre più -
Come i Morenti - dicono che faccia -
Il primo amore - più distintamente risalta -
E soppianta quello recente -

E il Pensiero di loro - così bello attrae -
Sembra una Grazia troppo volgare
Restare indietro - solo con i Balocchi
Che comprammo - per mitigare quel loro posto.
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    Scritta da: Maresa Schembri
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Le strade del cuore

    Se cerchi nel mio cuore,
    trovi pianeti dispersi
    in galassie lontane,

    formati da pianeti,
    e uragani di pietra.
    Nel centro, vi sorge
    una chiesa indemoniata
    costruita con sangue
    e gesso, in un piccolo
    pozzo di fango.

    A pochi passi vi è una
    fontana di lacrime dove
    si fanno il bagno i dannati.

    All'uscita una strada,
    bagnata di sudore,
    dove la mia futile
    vita,
    si abbandona a dispetto
    dell'ingiusta stupida
    fortuna.
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      Scritta da: Maresa Schembri
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Abitudini

      Accade di rattristarsi
      come un condannato
      a vita,
      e ci insegnano a glorificare
      un sommo canto,
      con la speranza di
      sfogare il dolore.

      Le abitudini, che ci
      insegnano sin da
      piccoli,
      si schiudono con l'inverno,
      mentre un disco va
      a rallegrare la tristezza
      racchiusa nell'anima.

      Come l'angoscia che
      perseguita i dannati
      decliniamo come il verso
      del mare,
      dentro un animare
      che si spegne
      con l'oscurità.
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        Scritta da: Jade S
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Se un giorno il tuo cuore si ferma...

        Se un giorno il tuo cuore si ferma,
        se qualcosa smette di bruciare per le tue vene,
        se la voce dalla bocca ti esce senza divenire parola,
        se le tue mani si scordano di volare e s'addormentano,

        Matilde, amore, lascia le tue labbra socchiuse
        perché quel tuo ultimo bacio deve durare con me,
        deve restare immobile per sempre sulla tua bocca
        perché così accompagni anche me nella mia morte.

        Morirò baciando la tua folle bocca fredda,
        abbracciando il grappolo perduto del tuo corpo,
        e cercando la luce dei tuoi occhi serrati.

        E così, quando la terra riceverà il nostro abbraccio
        andremo confusi in una sola morte
        a vivere per sempre l'eternità di un bacio.
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          Scritta da: Elisabetta
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La pioggia nel pineto

          Taci. Su le soglie
          del bosco non odo
          parole che dici
          umane; ma odo
          parole più nuove
          che parlano gocciole e foglie
          lontane.

          Ascolta. Piove
          dalle nuvole sparse.
          Piove su le tamerici
          salmastre ed arse,
          piove sui pini
          scagliosi ed irti,
          piove su i mirti
          divini,
          su le ginestre fulgenti
          di fiori accolti,
          su i ginepri folti
          di coccole aulenti,
          piove su i nostri volti
          silvani,
          piove su le nostre mani
          ignude,
          su i nostri vestimenti
          leggeri,
          su i freschi pensieri
          che l'anima schiude

          novella,
          su la favola bella
          che ieri
          t'illuse, che oggi m'illude,
          o Ermione.

          Odi? La pioggia cade
          su la solitaria
          verdura
          con un crepitio che dura
          e varia nell'aria secondo le fronde
          più rade, men rade.

          Ascolta. Risponde
          al pianto il canto
          delle cicale
          che il pianto australe
          non impaura,
          né il ciel cinerino.

          E il pino
          ha un suono, e il mirto
          altro suono, e il ginepro
          altro ancora, stromenti
          diversi
          sotto innumerevoli dita.

          E immersi
          noi siam nello spirito
          silvestre,
          d'arborea vita viventi;
          e il tuo volto ebro
          è molle di pioggia
          come una foglia,
          e le tue chiome
          auliscono come
          le chiare ginestre,
          o creatura terrestre
          che hai nome
          Ermione.

          Ascolta, Ascolta. L'accordo
          delle aeree cicale
          a poco a poco
          più sordo
          si fa sotto il pianto
          che cresce;
          ma un canto vi si mesce
          più roco
          che di laggiù sale,
          dall'umida ombra remota.

          Più sordo e più fioco
          s'allenta, si spegne.
          Sola una nota
          ancor trema, si spegne,
          risorge, trema, si spegne.
          Non s'ode voce del mare.
          Or s'ode su tutta la fronda
          crosciare
          l'argentea pioggia
          che monda,
          il croscio che varia
          secondo la fronda
          più folta, men folta.

          Ascolta.
          La figlia dell'aria
          è muta: ma la figlia
          del limo lontana,
          la rana,
          canta nell'ombra più fonda,
          chi sa dove, chi sa dove!
          E piove su le tue ciglia,
          Ermione.

          Piove su le tue ciglia nere
          sì che par tu pianga
          ma di piacere; non bianca
          ma quasi fatta virente,
          par da scorza tu esca.
          E tutta la vita è in noi fresca
          aulente,
          il cuor nel petto è come pesca
          intatta,
          tra le palpebre gli occhi
          son come polle tra l'erbe,
          i denti negli alveoli
          son come mandorle acerbe.

          E andiam di fratta in fratta,
          or congiunti or disciolti
          (e il verde vigor rude
          ci allaccia i malleoli
          c'intrica i ginocchi)
          chi sa dove, chi sa dove!
          E piove su i nostri volti
          silvani,
          piove su le nostre mani
          ignude,
          su i nostri vestimenti
          leggeri,
          su i freschi pensieri
          che l'anima schiude
          novella,
          su la favola bella
          che ieri
          m'illuse, che oggi t'illude,
          o Ermione.
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            Scritta da: Miriam Serranò
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Ti basterebbe un soffio
            Per incresparmi la pelle più del tempo,
            mutilare gli abbracci
            ridestare le ferite
            assopite sulla schiena
            dall'ultima volta
            in cui ho confuso il tuo nome
            col mio
            - erano ali quelle che hai strappato col vestito -.
            Piaghe gonfie
            dalla necessità di nasconderle
            vulcani nervosi
            e al centro della terra
            - dove niente dorme mai davvero -
            solo tu.
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              Scritta da: Carmine Carmine
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Una sfida alle tenebre

              Colpito in un occhio
              colpito nel cervello
              colpito nel culo
              colpito come un fiore che sta danzando

              Meravigliandomi per come la morte vinca senza fatica
              meravigliandomi per come si presti fede a stupide forme di vita

              Meravigliandomi per come il riso venga soffocato
              meravigliandomi per come il vizio sia così una costante

              Devo in fretta dichiarare una mia guerra alla loro guerra
              devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di suolo
              devo proteggere il piccolo spazio che mi sono ritagliato e che mi ha permesso di vivere

              La mia vita non la loro morte
              la mia morte non la loro morte...
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                Scritta da: Carmine Carmine
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Tira i fili, la marionetta balla...

                Ogni uomo deve capire
                che tutto può sparire molto
                in fretta:
                il gatto, la donna, il lavoro,
                la ruota davanti,
                il letto, le pareti, la
                stanza; tutte le nostre necessità
                amore compreso,
                poggiano su fondamenta di sabbia -
                e ogni causa determinata,
                per sconnessa che sia:
                la morte di un ragazzo a Hong Kong
                o una tormenta a Omaha...
                può essere la tua rovina.
                Tutte le tue stoviglie che si spaccano
                sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra
                e tu sei là, ubriaco,
                in mezzo alla stanza e lei domanda:
                mio Dio, cosa succede?
                E tu rispondi: non so,
                non so...
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                  Scritta da: Carmine Carmine
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Si si

                  Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto
                  quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
                  quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
                  quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile
                  quando Dio creò Me creò Me
                  quando Dio creò la scimmia stava dormendo
                  quando creò la giraffa era ubriaco
                  quando creò i narcotici era su di giri
                  e quando creò il suicidio era a terra

                  Quando creò te distesa a letto
                  sapeva cosa stava facendo
                  era ubriaco e su di giri
                  e creò le montagne e il mare e il fuoco
                  allo stesso tempo

                  Ha fatto qualche errore
                  ma quando creò te distesa a letto
                  fece tutto il Suo Sacro Universo.
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