Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Forse...

Ti sembrerà poi strano
ma a distanza di tempo non riesco a parlare
quello che io ancora dentro sento come un fuoco
in te si è spento o almeno rimane sotto la cenere
se ancora arde quella fiamma
io fatico a scoprire
e sono stanca di provare.
Eppure non ti costa niente un bacio
una carezza forse è troppo
stai lì disteso come se ti fosse dovuto
con la sicurezza che ti sei guadagnato
senza sapere che niente è certo e molto hai perduto
perché l'amore atteso e mai appagato....
Con il tempo è già svanito.
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    Scritta da: Nicola Costantino
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Omnia vanitas

    Ho cercato traccia
    sulla polvere dei muri
    tinti ogni giorno da nuovo colore.
    Ma l'incisione non attecchisce:
    il bianco colore della smemoratezza
    occupa tutto lo spazio.
    Nella profonda tasca scura
    del tempo trascorso si annullano
    scolorendo le immagini più splendenti
    e la gloria bagnata dell'inutile
    grandezza svanisce.
    Composta sabato 18 febbraio 2012
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      Scritta da: broceliande
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Alterni momenti

      Non voglio vivere in questo paese.
      Civiltà, libertà, democrazia, benessere, fumo negli occhi.
      Mi guardo attorno, non vedo altro che solitudine, ignoranza, mediocrità.

      Ricerco invano la serenità, la pace, la sensazione di libertà.
      Le ricerco intensamente, ma niente di tutto ciò mi si prospetta,
      niente mi conforta, niente mi fa gioire in questo luogo.
      Mi guardo attorno, nebbia si erge davanti al mio sguardo.

      Il povero guerreggia con il povero
      e si prostra davanti al potente
      genitori vendono l'anima del loro sangue,
      giovani persi nel rincorrere il facile successo.

      Importante è l'immagine esteriore.
      Agghindati e imbellettati come star;
      il corpo viene venduto con noncuranza;
      la via più breve per arrivare in alto.
      L'anima non viene curata, non esiste

      Alla deriva oramai.
      Il governante non fa scrupolo dei propri interessi
      e all'apice dell'arroganza lo fa alla luce del sole;
      in questo paese di piccola gente.

      Nemmeno il custode dello spirito si esime.
      , insudicia le sue mani,
      mescolandole nel putrido fango.

      Declama la carità, la pace, la tolleranza, la povertà e l'uguaglianza.
      Eppure si imbeve di potere, rigirandosi nelle ricchezze,
      Edifica monumenti alla sua grandezza, sperperando il nutrimento di chi grida affamato.
      Guarda il povero, il derelitto con superiorità, non incontra lo sguardo.

      Paese dominato dalle caste, abbarbicate al loro potere,
      approfittatori della comune ignoranza.
      Dominanti incontrastati.

      A volte si ergono voci di liberi intelletti;
      non vengono ascoltate, relegate in un piccolo angolo buio.
      Pazzi fanatici, destabilizzatori di questo sistema perfetto.

      Non c'è posto per la coscienza, non c'è posto per l'onore, onestà, sincerità, dignità,
      orgoglio di persone; non risorse umane.
      Trofiche menti.

      Tutto viene assorbito,
      tutto viene assimilato, senza porsi domande.
      Non esiste il giusto, non esiste l'errore;
      esiste solo il dato di fatto.
      L'essere pensante è finito, si è estinto.

      Attonito mi giro e rigiro,
      cerco una qualche speranza di cambiamento.
      Vana la mia ricerca.

      Fino a quando le persone non cambieranno,
      fino a quando non acquisiranno la coscienza di chi veramente sono,
      non voglio vivere in questo paese.
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        Scritta da: broceliande
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Alterni momenti

        Sconosciuto mi fu quell'uomo.
        Per anni vicino.
        Eppure sconosciuto fu per me.
        Mi sorresse ancora in fasce,
        orgoglioso della sua creazione.
        Un sorriso felice abbozzato sulle sue labbra.
        Un quadro sereno,
        stracciato dal tempo.
        Giorni, mesi, anni;
        più lontano da lui.
        Niente ai miei occhi ci legava.
        Indifferenza, provavo.
        Suo l'ignorare, uomo fallito.
        Con caratteri incerti scriveva il suo nome
        Nessun legame.
        Esterno al mio mondo;
        esseri diversi, mondi diversi.
        Presenza incorporea,
        inconsistente fantasma,
        ombra fugace.
        Nulla importava.
        I suoi pensieri, le sofferenze le emozioni,
        niente infrangeva lo scudo.
        Distanza il mio riparo.
        Lontano il più possibile.
        Tutto ciò in mio potere compietti,
        un'alto muro innalzai;
        invalicabile barriera.
        Non si scende al livello inferiore;
        respinto colui non degno.
        Amare le sue lacrime.
        Impassibile il mio essere.
        Troppo, troppo.
        Nel mio immenso ego,
        sprofondai la sua anima.
        Paura di somigliargli.
        Rinnegato il legame del sangue,
        rinnegata scrittura nel firmamento
        Altergo di me stesso.
        Perché, perché io?
        Migliore sono, di più, più;
        molto di più.
        Neppure il suo andarsene,
        ha incrinato lo scudo.
        In silenzio è partito
        Non una parola, nulla assoluto;
        nemmeno il dirsi addio.
        Distante mille chilometri ti ho lasciato;
        ti ho lasciato, sconosciuto.
        Sconosciuto,
        eppure mi hai amato.
        Sempre una parte del tuo cuore,
        hai serbato per me.
        Hai lasciato tutto
        La tua vita, la libertà, il tuo amato mare.
        Hai straziato il tuo cuore
        e sepolto i tuoi sogni;
        immolato al mio bene.
        Io ingiusto accusatore,
        negato ti ho,
        l'ultima stilla felice nell'animo.
        Tu sconosciuto, prigioniero del tuo amore
        Comprendo ora
        la repentina gioia nel tuo sguardo.
        Rari attimi, illusoria unione.
        Conosco ora chi tu sei, sconosciuto.
        Sono venuto sulla tua tomba a cercarti,
        i nostri sguardi si sono incrociati,
        legati i nostri pensieri.
        Dolce armonia.
        Immobili minuti, parole di silenzio.
        Il filo, finalmente allacciato.
        Il tuo non volermi lasciare andare,
        perdersi fra i viottoli del piccolo cimitero di gallipoli.
        Cercare l'uscita e non trovarla.
        Il tuo modo di dire,
        restiamo vicini;
        non lasciarmi ancora.
        No, mai più accadrà.
        Più sconosciuto non sei;
        sei mio padre!
        Le mie lacrime,
        pentimento al dolore che ti causai.
        Chiedere il tuo perdono,
        solo questo posso fare.
        Sono tuo figlio, lo sono sempre stato
        e per sempre lo sarò,
        con tutto il mio amore.
        Ciao papà.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il gatto in un appartamento vuoto

          Morire - questo a un gatto non si fa.
          Perché cosa può fare un gatto
          in un appartamento vuoto?
          Arrampicarsi sulle pareti.
          Strofinarsi tra i mobili.
          Qui niente sembra cambiato,
          eppure tutto è mutato.
          Niente sembra spostato,
          eppure tutto è fuori posto.
          E la sera la lampada non brilla più.

          Si sentono passi sulle scale,
          ma non sono quelli.
          Anche la mano che mette il pesce nel piattino
          non è quella di prima.

          Qualcosa qui non comincia
          alla solita ora.
          Qualcosa qui non accade
          come dovrebbe.
          Qui c'era qualcuno, c'era
          poi d'un tratto è scomparso
          e si ostina a non esserci.

          In ogni armadio si è guardato.
          Sui ripiani si è corso.
          Sotto il tappeto si è controllato.
          Si è perfino infranto il divieto
          di sparpagliare le carte.
          Che altro si può fare.
          Aspettare e dormire.

          Che lui provi solo a tornare,
          che si faccia vedere.
          Imparerà allora
          che con un gatto così non si fa.
          Gli si andrà incontro
          come se proprio non se ne avesse voglia,
          pian pianino,
          su zampe molto offese.
          E all'inizio niente salti né squittii.
          Composta lunedì 13 febbraio 2012
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Quella assurda attesa

            Era d'estate la sera caldo il clima
            tepore fresco del girasole in fiore
            monti e montagne sui pinti tibetani
            io davanti con cappello
            bastone
            sciarpa magenta
            cappotto di montone
            pantaloni attillati verde oliva
            scaldamuscoli
            scarpe da montagna
            avevo uno sguardo sicuro ed andavo avanti
            sentendo il canto dell'acqua e del vuoto
            ed il silenzio della mia famiglia dietro di te Filippo.
            quel tunnel fiorito di primavera era un passaggio
            di cui conoscevo solo io trucchi e segreti
            mille fiori fioriti come cupole ed abbracci proibiti
            sentivo il tuo battito andar più veloce
            camminavo col basto che mi fece la voce
            di nuvole all'orizzonte di vecchi professori
            ed ecco che per passione
            mi sto trasformando in cigno...
            Composta domenica 12 febbraio 2012
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              Scritta da: Carmelo Cossa
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Potevo averti, si poteva allora
              non più ora.
              Noi però fuggimmo
              per troppo amore.
              Il mio essere vacillava
              pensando se tu amavi.
              Il pensiero di possederti
              mi diceva... non posso averti.
              Ti ho perduta per sempre allora
              vano è, rincorrerti ora.
              Non sarai più mia, mai lo sei stata,
              solo in sogno, bramo ancora
              ciò che è stato.
              Sorrido, ammiro la tua bellezza
              sognando ancora la tua tenerezza.
              Da sveglio mi dico
              non posso averti.
              Potevo averti allora
              mai più ora.
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                Scritta da: Anna De Santis
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                E di te...

                Quante cose mi dicevano di te
                che non volevo sentire
                più ti conoscevo e non potevo dire
                quello che mi raccontavano non eri tu
                più tardi l'ho capito
                non trovavi il posto, ed era un divenire
                poi ti sei fermato un giorno
                mi ricordo un giorno d'aprile
                sopra le mie mani, sopra le mie labbra
                non abbiamo più parlato
                è bastato un gesto, una carezza
                e ti sei arreso
                di te ora dicono che hai dato e hai preso
                ma non ti hanno mai amato, né capito.
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                  Scritta da: Fiorella Cappelli
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Festa della Donna

                  Non una,
                  ma tutte le donne
                  per sentirsi tali, hanno bisogno d'amore
                  La volontà, la dolcezza, la determinazione
                  Tutto è desiderio d'amore
                  Un uomo è amore
                  Un figlio è amore
                  La famiglia è amore
                  La sofferenza è amore
                  La pietà è amore
                  La speranza è amore
                  La pace è amore
                  Non uno
                  Ma tutti gli uomini
                  per sentirsi tali, hanno bisogno d'amore
                  la forza, la protezione, il coraggio
                  è un grande obiettivo, l'amore
                  Una donna è amore
                  I valori, sono amore
                  La generosità è amore
                  La fede è amore
                  E in questo giorno
                  della festa della Donna
                  vedo nel tuo sorriso semplice
                  la cosa più bella
                  per creare l'amore.
                  Composta sabato 19 febbraio 2011
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