Poesie d'Autore


Scritta da: Nicola Costantino
in Poesie (Poesie d'Autore)

Omnia vanitas

Ho cercato traccia
sulla polvere dei muri
tinti ogni giorno da nuovo colore.
Ma l'incisione non attecchisce:
il bianco colore della smemoratezza
occupa tutto lo spazio.
Nella profonda tasca scura
del tempo trascorso si annullano
scolorendo le immagini più splendenti
e la gloria bagnata dell'inutile
grandezza svanisce.
Composta sabato 18 febbraio 2012
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    Scritta da: broceliande
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Alterni momenti

    Non voglio vivere in questo paese.
    Civiltà, libertà, democrazia, benessere, fumo negli occhi.
    Mi guardo attorno, non vedo altro che solitudine, ignoranza, mediocrità.

    Ricerco invano la serenità, la pace, la sensazione di libertà.
    Le ricerco intensamente, ma niente di tutto ciò mi si prospetta,
    niente mi conforta, niente mi fa gioire in questo luogo.
    Mi guardo attorno, nebbia si erge davanti al mio sguardo.

    Il povero guerreggia con il povero
    e si prostra davanti al potente
    genitori vendono l'anima del loro sangue,
    giovani persi nel rincorrere il facile successo.

    Importante è l'immagine esteriore.
    Agghindati e imbellettati come star;
    il corpo viene venduto con noncuranza;
    la via più breve per arrivare in alto.
    L'anima non viene curata, non esiste

    Alla deriva oramai.
    Il governante non fa scrupolo dei propri interessi
    e all'apice dell'arroganza lo fa alla luce del sole;
    in questo paese di piccola gente.

    Nemmeno il custode dello spirito si esime.
    , insudicia le sue mani,
    mescolandole nel putrido fango.

    Declama la carità, la pace, la tolleranza, la povertà e l'uguaglianza.
    Eppure si imbeve di potere, rigirandosi nelle ricchezze,
    Edifica monumenti alla sua grandezza, sperperando il nutrimento di chi grida affamato.
    Guarda il povero, il derelitto con superiorità, non incontra lo sguardo.

    Paese dominato dalle caste, abbarbicate al loro potere,
    approfittatori della comune ignoranza.
    Dominanti incontrastati.

    A volte si ergono voci di liberi intelletti;
    non vengono ascoltate, relegate in un piccolo angolo buio.
    Pazzi fanatici, destabilizzatori di questo sistema perfetto.

    Non c'è posto per la coscienza, non c'è posto per l'onore, onestà, sincerità, dignità,
    orgoglio di persone; non risorse umane.
    Trofiche menti.

    Tutto viene assorbito,
    tutto viene assimilato, senza porsi domande.
    Non esiste il giusto, non esiste l'errore;
    esiste solo il dato di fatto.
    L'essere pensante è finito, si è estinto.

    Attonito mi giro e rigiro,
    cerco una qualche speranza di cambiamento.
    Vana la mia ricerca.

    Fino a quando le persone non cambieranno,
    fino a quando non acquisiranno la coscienza di chi veramente sono,
    non voglio vivere in questo paese.
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      Scritta da: broceliande
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Alterni momenti

      Sconosciuto mi fu quell'uomo.
      Per anni vicino.
      Eppure sconosciuto fu per me.
      Mi sorresse ancora in fasce,
      orgoglioso della sua creazione.
      Un sorriso felice abbozzato sulle sue labbra.
      Un quadro sereno,
      stracciato dal tempo.
      Giorni, mesi, anni;
      più lontano da lui.
      Niente ai miei occhi ci legava.
      Indifferenza, provavo.
      Suo l'ignorare, uomo fallito.
      Con caratteri incerti scriveva il suo nome
      Nessun legame.
      Esterno al mio mondo;
      esseri diversi, mondi diversi.
      Presenza incorporea,
      inconsistente fantasma,
      ombra fugace.
      Nulla importava.
      I suoi pensieri, le sofferenze le emozioni,
      niente infrangeva lo scudo.
      Distanza il mio riparo.
      Lontano il più possibile.
      Tutto ciò in mio potere compietti,
      un'alto muro innalzai;
      invalicabile barriera.
      Non si scende al livello inferiore;
      respinto colui non degno.
      Amare le sue lacrime.
      Impassibile il mio essere.
      Troppo, troppo.
      Nel mio immenso ego,
      sprofondai la sua anima.
      Paura di somigliargli.
      Rinnegato il legame del sangue,
      rinnegata scrittura nel firmamento
      Altergo di me stesso.
      Perché, perché io?
      Migliore sono, di più, più;
      molto di più.
      Neppure il suo andarsene,
      ha incrinato lo scudo.
      In silenzio è partito
      Non una parola, nulla assoluto;
      nemmeno il dirsi addio.
      Distante mille chilometri ti ho lasciato;
      ti ho lasciato, sconosciuto.
      Sconosciuto,
      eppure mi hai amato.
      Sempre una parte del tuo cuore,
      hai serbato per me.
      Hai lasciato tutto
      La tua vita, la libertà, il tuo amato mare.
      Hai straziato il tuo cuore
      e sepolto i tuoi sogni;
      immolato al mio bene.
      Io ingiusto accusatore,
      negato ti ho,
      l'ultima stilla felice nell'animo.
      Tu sconosciuto, prigioniero del tuo amore
      Comprendo ora
      la repentina gioia nel tuo sguardo.
      Rari attimi, illusoria unione.
      Conosco ora chi tu sei, sconosciuto.
      Sono venuto sulla tua tomba a cercarti,
      i nostri sguardi si sono incrociati,
      legati i nostri pensieri.
      Dolce armonia.
      Immobili minuti, parole di silenzio.
      Il filo, finalmente allacciato.
      Il tuo non volermi lasciare andare,
      perdersi fra i viottoli del piccolo cimitero di gallipoli.
      Cercare l'uscita e non trovarla.
      Il tuo modo di dire,
      restiamo vicini;
      non lasciarmi ancora.
      No, mai più accadrà.
      Più sconosciuto non sei;
      sei mio padre!
      Le mie lacrime,
      pentimento al dolore che ti causai.
      Chiedere il tuo perdono,
      solo questo posso fare.
      Sono tuo figlio, lo sono sempre stato
      e per sempre lo sarò,
      con tutto il mio amore.
      Ciao papà.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il gatto in un appartamento vuoto

        Morire - questo a un gatto non si fa.
        Perché cosa può fare un gatto
        in un appartamento vuoto?
        Arrampicarsi sulle pareti.
        Strofinarsi tra i mobili.
        Qui niente sembra cambiato,
        eppure tutto è mutato.
        Niente sembra spostato,
        eppure tutto è fuori posto.
        E la sera la lampada non brilla più.

        Si sentono passi sulle scale,
        ma non sono quelli.
        Anche la mano che mette il pesce nel piattino
        non è quella di prima.

        Qualcosa qui non comincia
        alla solita ora.
        Qualcosa qui non accade
        come dovrebbe.
        Qui c'era qualcuno, c'era
        poi d'un tratto è scomparso
        e si ostina a non esserci.

        In ogni armadio si è guardato.
        Sui ripiani si è corso.
        Sotto il tappeto si è controllato.
        Si è perfino infranto il divieto
        di sparpagliare le carte.
        Che altro si può fare.
        Aspettare e dormire.

        Che lui provi solo a tornare,
        che si faccia vedere.
        Imparerà allora
        che con un gatto così non si fa.
        Gli si andrà incontro
        come se proprio non se ne avesse voglia,
        pian pianino,
        su zampe molto offese.
        E all'inizio niente salti né squittii.
        Composta lunedì 13 febbraio 2012
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Quella assurda attesa

          Era d'estate la sera caldo il clima
          tepore fresco del girasole in fiore
          monti e montagne sui pinti tibetani
          io davanti con cappello
          bastone
          sciarpa magenta
          cappotto di montone
          pantaloni attillati verde oliva
          scaldamuscoli
          scarpe da montagna
          avevo uno sguardo sicuro ed andavo avanti
          sentendo il canto dell'acqua e del vuoto
          ed il silenzio della mia famiglia dietro di te Filippo.
          quel tunnel fiorito di primavera era un passaggio
          di cui conoscevo solo io trucchi e segreti
          mille fiori fioriti come cupole ed abbracci proibiti
          sentivo il tuo battito andar più veloce
          camminavo col basto che mi fece la voce
          di nuvole all'orizzonte di vecchi professori
          ed ecco che per passione
          mi sto trasformando in cigno...
          Composta domenica 12 febbraio 2012
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            Scritta da: Carmelo Cossa
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Potevo averti, si poteva allora
            non più ora.
            Noi però fuggimmo
            per troppo amore.
            Il mio essere vacillava
            pensando se tu amavi.
            Il pensiero di possederti
            mi diceva... non posso averti.
            Ti ho perduta per sempre allora
            vano è, rincorrerti ora.
            Non sarai più mia, mai lo sei stata,
            solo in sogno, bramo ancora
            ciò che è stato.
            Sorrido, ammiro la tua bellezza
            sognando ancora la tua tenerezza.
            Da sveglio mi dico
            non posso averti.
            Potevo averti allora
            mai più ora.
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              Scritta da: Anna De Santis
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              E di te...

              Quante cose mi dicevano di te
              che non volevo sentire
              più ti conoscevo e non potevo dire
              quello che mi raccontavano non eri tu
              più tardi l'ho capito
              non trovavi il posto, ed era un divenire
              poi ti sei fermato un giorno
              mi ricordo un giorno d'aprile
              sopra le mie mani, sopra le mie labbra
              non abbiamo più parlato
              è bastato un gesto, una carezza
              e ti sei arreso
              di te ora dicono che hai dato e hai preso
              ma non ti hanno mai amato, né capito.
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                Scritta da: Fiorella Cappelli
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Festa della Donna

                Non una,
                ma tutte le donne
                per sentirsi tali, hanno bisogno d'amore
                La volontà, la dolcezza, la determinazione
                Tutto è desiderio d'amore
                Un uomo è amore
                Un figlio è amore
                La famiglia è amore
                La sofferenza è amore
                La pietà è amore
                La speranza è amore
                La pace è amore
                Non uno
                Ma tutti gli uomini
                per sentirsi tali, hanno bisogno d'amore
                la forza, la protezione, il coraggio
                è un grande obiettivo, l'amore
                Una donna è amore
                I valori, sono amore
                La generosità è amore
                La fede è amore
                E in questo giorno
                della festa della Donna
                vedo nel tuo sorriso semplice
                la cosa più bella
                per creare l'amore.
                Composta sabato 19 febbraio 2011
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Desiderio di favole

                  Dieci lustri ormai compiuto
                  ho di questa inferma vita.
                  Sempre in favole ho vivuto,
                  e vivrò fin ch'è finita.

                  Ne le ancor lattante
                  le sdentate donniciuole
                  l'alma debole incostante
                  mi nudrir d'assurde fole.

                  Io da loro narrar m'udia
                  come spesso a par del vento
                  van le streghe in compagnia
                  dè demoni di Benevento;

                  Come i lepidi folletti
                  di noi fanno gioco e scherno,
                  e gli spiriti maledetti
                  a noi tornan dall'inferno.

                  Con la bocca aperta e gli occhi
                  e gli orecchi intento io stava:
                  mi tremavan i ginocchi:
                  dentro il cor mi palpitava.

                  Al venir de le tenebre
                  m'ascondea fra le lenzuola:
                  findi un sogno atro e funebre
                  mi troncava la parola.

                  Non di meno al novo giorno
                  obliavo i pomi e il pane;
                  e le vecchie io fea ritorno,
                  e chiedea nuove panzane.
                  Composta venerdì 10 febbraio 2012
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