Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

L'arrivo della primavera

Inverno fugge, zefiro rianima,
scirocco fa tiepida l'acqua, inverno fugge.
Il campo partorisce, al caldo freme
la terra e ovunque il campo partorisce.
Gioioso esplode il verde, l'albero s'infoglia
al sole nelle valli esplode il verde.
Già l'usignolo piange, il figlioletto
offerto a mensa l'usignolo piange.
Scroscia l'acqua dal monte per i lisci
macigni e rimbombando scroscia l'acqua.
D'ogni fiore si tinge il suolo al soffio
d'oriente, e odorano le valli d'ogni fiore.
Nelle spelonghe risuonano i muggiti,
che le cime rinviano ancora alle spelonche.
I grappoli si gonfiano sui tralci,
tesi fra gli olmi i grappoli si gonfiano.
Le note travi infanga già la rondine
stridendo al nido tra le note travi.
Sotto i platani verdi è un bel dormire,
far corone di fiori sotto i platani.
Adesso è dolce anche morire, ora correte,
fili del fuso: in un abbraccio adesso
è dolce anche morire.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    I Pastori

    Grande valore ha la terra, per chi coltiva germogli
    la nostra terra vola
    arida polvere
    verdeggia a volte, a volte gialla
    nel vento è cenere...
    È vero, nascemmo in un posto
    in un tempo, noi sciame di locuste
    la terra è sciame di locuste, l'hai raggiunta e vola via...

    Oggi sulla sabbia vedemmo navigare
    carovane d'acciaio senza affondare
    nell'aria vedemmo aquile di ferro balenare,
    dissero: la terra è di chi la dissoda...
    prodigio!
    Siamo qui da secoli:
    non siamo dòmini
    non siamo dominati
    oggi, alla terra abbiamo dato un senso...

    Abbiamo ciascuno un manto di lana
    da sciogliere in estate
    vello d'avvolgere d'inverno
    E con gli anni
    con il vento
    nel mutare di piogge e di prati
    il colore svanisce
    la lana sfinisce
    e i fili di lana di messaggi forieri...
    Allora, certo, ognuno di noi lascerà del manto
    il suo vissuto, per morire...
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      Venezia

      Colombaia dorata sull'acqua,
      tenera e verde struggente,
      e una brezza marina che spazza
      la scia sottile delle barche nere.

      Che dolci, strani volti tra la folla,
      nelle botteghe lucenti balocchi:
      un leone col libro su un cuscino a ricami,
      un leone col libro su una colonna di marmo.

      Come su di un'antica tela scolorita,
      il cielo azzurro fioco si rapprende...
      ma non si è stretti in quest'angustia,
      e non opprimono l'umido e l'afa.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'amore è uno

        Ribolle una volta sola e schiuma,
        e si propaga la sua onda.
        Di tradimento non sa vivere il cuore,
        e tradimento non è: l'amore è uno.

        Noi ci adiriamo, giochiamo, raccontiamo
        il falso, ma silente è il nostro cuore.
        Noi non sappiamo tradire e non tradiamo:
        l'anima è unica - unico l'amore.

        Monotonia e desolazione.
        Dalla monotonia traendo forza
        scorre la vita... E in vita duratura
        l'amore è uno, uno e sempre uno.

        Nell'immutabile solo è l'infinito,
        sol nell'assiduo - la profondità.
        Lunga è la vita, l'eternità vicina,
        sempre più chiaro è che l'amore è uno.

        L'amore ripaghiamo con il sangue,
        ma l'anima fedele permane in fedeltà,
        e amiamo noi d'un solo amore...
        uno è l'amore, come la morte è una.
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          Giovanna e i Beatles

          Nel mutismo domestico nella quiete
          pensandosi inascoltata e sola
          ridà fiato a quei redivivi.
          Lungo una striscia di polvere lasciando
          dietro sé schegge di suono
          tra pareti stupefatte se ne vanno
          in uno sfrigolìo
          i beneamati Scarafaggi.

          Passato col loro il suo momento già?

          Più volte agli incroci agli scambi della vita
          risalito dal niente sotto specie di musica
          a sorpresa rispunta un diavolo sottile
          un infiltrato portatore di brividi
          - e riavvampa di verde una collina
          si movimenta un mare -
          seduttore immancabile sin quando
          non lo sopraffanno e noi con lui altre musiche.
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            La Vista (da Venezia vista e udito)

            Santa Maria Maddalena,
            sulla riviera.
            Dov'è che guarda, libro letto,
            il suo volto rotondo di fanciulla?
            Scorre il ruscello
            sotto la grande palma.
            Maria Maddalena,
            piccola effigie lunare
            nel bosco crepuscolare dei Tintoretto.

            (Ma gli alberi ancora ci nascondono
            quel che la santa, nell'estasi, vede.)
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              Scritta da: circe
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              Foglietto illustrativo

              Sono un tranquillante,
              Agisco in casa,
              funziono in ufficio,
              affronto gli esami,
              mi presento all'udienza,
              incollo con cura le tazze rotte -
              devi solo prendermi,
              farmi sciogliere sotto la lingua,
              devi solo mandarmi giù
              con un sorso d'acqua.
              So come trattare l'infelicità,
              come sopportare una cattiva notizia,
              ridurre l'ingiustizia,
              rischiarare l'assenza di Dio,
              scegliere un bel cappellino da lutto.
              Che cosa aspetti -
              fidati della pietà chimica.
              Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
              dovresti sistemarti in qualche modo.
              Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?
              Consegnami il tuo abisso -
              lo imbottirò di sonno.
              Mi sarai grato (grata) per la caduta in piedi.
              Vendimi la tua anima.
              Un altro acquirente non capiterà.
              Un altro diavolo non c'è più.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Presso il sepolcro di Dante

                La mia Firenze fu per me matrigna,
                io volli riposare qui, a Ravenna.
                Viandante, non parlar di tradimento,
                le sia marchio d'infamia anche la morte.

                Sopra il mio austero e candido sepolcro
                tuba un colombo, uccello delizioso,
                ma io continuo a sognare la mia patria,
                e solo a lei tuttora son fedele.

                Non ho preso nel viaggio il liuto infranto,
                giace laggiù nella natìa contrada.
                Perché dunque, tristezza mia, Toscana,
                baci la mia bocca derelitta?

                Il colombo dal tetto spicca il volo,
                quasi qualcuno lo spaurisse, e l'ombra
                funesto d'un velivolo straniero
                traccia i suoi cerchi sopra la città.

                Campanaro, tempella le campane!
                Il mondo è avvolto di sanguigna schiuma!
                Io volli riposare qui, a Ravenna,
                ma anche Ravenna non mi dié sollievo.
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