Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

La mattina è gonfia di tempesta

La mattina è gonfia di tempesta
nel cuore dell'estate.

Come bianchi fazzoletti d'addio viaggiano le nubi,
il vento le scuote con le sue mani peregrine.

Cuore infinito del vento
che palpita sul nostro silenzio innamorato.

E ronza tra gli alberi, orchestrale e divino,
come una lingua piena di guerre e di canti.

Vento che rapina fulmineo le foglie secche
e devia le frecce palpitanti degli uccelli.

Vento che le travolge in onda senza spuma
e sostanza senza peso, e fuochi inclinati.

Si rompe e sommerge il suo volume di baci
combattuto sulla porta del vento dell'estate.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Woher sind wir geboren?

    Woher sind wir geboren?
    Aus Lieb.
    Wie wären wir verloren?
    Ohn Lieb.
    Was hilft uns überwinden?
    Die Lieb.
    Kann man auch Liebe finden?
    Durch Lieb.
    Was läßt nicht lange weinen?
    Die Lieb.
    Was soll uns stets vereinen?
    Die Lieb.

    Da dove siamo nati?

    Da dove siamo nati?
    Dall'amore.
    Come saremmo perduti?
    Senza amore.
    Cosa ci aiuta a superarci?
    L'amore.
    Si può trovare anche l'amore?
    Con amore.
    Cosa abbrevia il pianto?
    L'amore.
    Cosa deve unirci sempre?
    L'amore.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Chi sei tu, lettore che leggi
      le mie parole tra un centinaio d'anni?
      Non posso inviarti un solo fiore
      della ricchezza di questa primavera,
      una sola striatura d'oro
      delle nubi lontane.
      Apri le porte e guardati intorno.
      Dal tuo giardino in fiore cogli
      i ricordi fragranti dei fiori svaniti
      un centinaio d'anno fa.
      Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
      la gioia vivente che cantò
      in un mattino di primavera,
      mandando la sua voce lieta
      attraverso un centinaio d'anni.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Hymnus ad nocturnum

        Ho la calma di un morto:
        guardo il letto che attende
        le mie membra e lo specchio
        che mi riflette assorto.

        Non so vincere il gelo
        dell'angoscia, piangendo,
        come un tempo, nel cuore
        della terra e del cielo.

        Non so fingermi calme
        o indifferenze o altre
        giovanili prodezze,
        serti di mirto o palme.

        O immoto Dio che odio
        fa che emani ancora
        vita dalla mia vita
        non m'importa più il modo.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ottobre

          Un tempo, era d'estate,
          era a quel fuoco, a quegli ardori,
          che si destava la mia fantasia.
          Inclino adesso all'autunno
          dal colore che inebria,
          amo la stanca stagione
          che ha già vendemmiato.
          Niente più mi somiglia,
          nulla più mi consola,
          di quest'aria che odora
          di mosto e di vino,
          di questo vecchio sole ottobrino
          che splende sulla vigne saccheggiate.

          Sole d'autunno inatteso,
          che splendi come in un di là,
          con tenera perdizione
          e vagabonda felicità,
          tu ci trovi fiaccati,
          vòlti al peggio e la morte nell'anima.
          Ecco perché ci piaci,
          vago sole superstite
          che non sai dirci addio,
          tornando ogni mattina
          come un nuovo miracolo,
          tanto più bello quanto più t'inoltri
          e sei lì per spirare.
          E di queste incredibili giornate
          vai componendo la tua stagione
          ch'è tutta una dolcissima agonia.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Al mattino gettai la mia rete nel mare.
            Trassi dall'oscuro abisso cose di strano
            aspetto e di strana bellezza -
            alcune brillavano come un sorriso,
            alcune luccicavano come lacrime,
            e alcune erano rosee
            come le guance d'una sposa.
            Quando, alla fine del giorno,
            tornai a casa con il mio bottino,
            il mio amore sedeva nel giardino
            sfogliando oziosamente un fiore.
            Esitante deposi ai, suoi piedi
            tutto quello che avevo pescato.

            Lei guardò distrattamente e disse:
            "Che strani oggetti sono questi?
            Non capisco a che possano servire".
            Chinai il capo, vergognoso, pensando:
            "Non ho lottato per conquistarli,
            non li ho comperati al mercato;
            non sono doni degni di lei".
            E per tutta la notte li gettai
            a uno a uno sulla strada.
            Al mattino vennero dei viaggiatori;
            li raccolsero e li portarono
            in paesi lontani.
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              L'angelo

              Sognai un sogno! Che vorrà mai dire?
              Regina ero, e vergine,
              guardata da un buon angelo:
              pena senza perché mai non s'inganna!

              Piangevo notte e giorno le mie lacrime,
              e lui me le asciugava;
              giorno e notte piangevo
              celandogli la gioia del mio cuore.

              Così sulle sue ali volò via;
              il mattino arrossì;
              io il pianto mi asciugai,
              e i miei timori armai di scudi e lance.

              Egli presto tornò: mai mi ero armata,
              così che tornò invano;
              gioventù era passata,
              e grigie chiome stavan sul mio capo.
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