Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ah vastità di pini...

Ah vastità di pini, rumore d'onde che si frangono,
lento gioco di luci, campana solitaria,
crepuscolo che cade nei tuoi occhi, bambola
chiocciola terrestre, in te la terra canta!

In te i fiumi cantano e in essi l'anima mia fugge
come tu desideri e verso dove tu vorrai.
Segnami la mia strada nel tuo arco di speranza
e lancerò in delirio il mio stormo di frecce.

Intorno a me sto osservando la tua cintura di nebbia
e i1 tuo silenzio incalza le mie ore inseguite,
e sei tu ton le tue braccia di pietra trasparente

dove i miei baci si ancorano e la mia umida ansia s'annida.

Ah la tua voce misteriosa che l'amore tinge e piega
nel crepuscolo risonante e morente!
Così in ore profonde sopra i campi ho visto
piegarsi le spighe sulla bocca del vento.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Buongiorno, mezzanotte

    Buongiorno, mezzanotte.
    Torno a casa.
    Il giorno si è stancato di me:
    come potevo io - di lui?
    Era bella la luce del sole.
    Stavo bene sotto i suoi raggi.
    Ma il mattino non mi ha voluta più,
    e così, buonanotte, giorno!

    Posso guardare, vero,
    l'oriente che si tinge di rosso?
    Le colline hanno dei modi allora
    che dilatano il cuore.

    Tu non sei così bella, mezzanotte.
    Io ho scelto il giorno.
    Ma, ti prego, prendi una bambina
    che lui ha mandato via.
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      Scritta da: Antonella Marotta
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Adesso che placata è la lussuria
      sono rimasto con i sensi vuoti,
      neppur desideroso di morire.
      Ignoro se ci sia nel mondo ancora
      chi pensi a me e se mio padre viva.
      Evito di pensarci solamente.
      Chè ogni pensiero di dolore adesso
      mi sembrerebbe suscitato ad arte.
      Sento d'esser passato oltre qual limite
      nel qual si è tanto umani per soffrire,
      e che quel bene non m'è più dovuto,
      perché soffrire la colpa è un bene.

      Mi lascio accarezzare dalla brezza,
      illuminare dai fanali, spingere
      dalla gente che passa, incurioso
      come nave senz'ancora né vela
      che abbandona la sua carcassa all'onda.
      Ed aspetto così, senza pensiero
      e senza desiderio, che di nuovo
      per la vicenda eterna delle cose
      la volontà di vivere ritorni.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'umile giunchiglia

        Dimmi almeno che oscura meraviglia
        già ti prende di me, che trovi bella
        questa sommessa, e umile giunchiglia
        che già ti paragona a una stella;
        dimmi che me divina e me presente
        senti dentro il tuo letto di piacere,
        dimmi che un bacio fuga dolcemente
        tutte le smanie e tutte le chimere.
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          Scritta da: circe
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Figli dell'epoca

          Siamo figli dell'epoca,
          l'epoca è politica.

          Tutte le tue, nostre, vostre
          faccende diurne, notturne
          sono faccende politiche.

          Che ti piaccia o no,
          i tuoi geni hanno un passato politico,
          la tua pelle una sfumatura politica,
          i tuoi occhi un aspetto politico.

          Ciò di cui parli ha una risonanza,
          ciò di cui taci ha una valenza
          in un modo o nell'altro politica.

          Perfino per campi, per boschi
          fai passi politici
          su uno sfondo politico.

          Anche le poesie apolitiche sono politiche,
          e in alto brilla la luna,
          cosa non più lunare.
          Essere o non essere, questo è il problema.
          Quale problema, rispondi sul tema.
          Problema politico.

          Non devi neppure essere una creatura umana
          per acquistare un significato politico.
          Basta che tu sia petrolio,
          mangime arricchito o materiale riciclabile.
          O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
          si è disputato per mesi:
          se negoziare sulla vita e la morte
          intorno a uno rotondo o quadrato.

          Intanto la gente moriva,
          gli animali crepavano,
          le case bruciavano e i campi inselvatichivano
          come nelle epoche remote
          e meno politiche.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Donna al pianoforte

            Io ti ho vista seduta al pianoforte
            e mi sei parsa un angelo, una vergine
            di certissimo aspetto – come fossi
            oggi cresciuta lì su quelle soglie
            di sveltissima musica, o fermento
            bello di donna dalle dritte spalle
            cui le dita di angelo racchiuso

            hanno impresso una curva di mistero
            mentre che all'apparenza ne gioivi
            profondamente come in veste nuova.

            E noi tutti di te ripensavamo
            cose profonde e più miracolosa
            che una vetta di sogno la tua dolce
            cara presenza ci scioglieva i nodi
            dentro il sangue del male e sollevava
            la nostr'aria nel palpito felice
            dei tuoi biondi finissimi capelli.
            Composta giovedì 31 marzo 2016
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Anche oggi sarà dentro la storia
              della mia vita. Ma non era l'oggi
              che io volevo quand'ero bambina:
              oggi è un oggi diverso, senza grida,
              afono e grigio come una fontana.
              Oggi è l'oggi di ieri manifesto
              solo nel mio respiro prigioniero:
              o larghe nubi come fonderei
              volentieri il mio passo
              dentro quel cielo che racchiude tutta
              tutta l'avversità del mio destino.
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