Il tuo nome scrivo e non conosco confini, i tuoi... sì, i confini tuoi... non li ho mai visti. Dipingo il tuo volto di blu e d'argento... e non conosco confini, i tuoi desideri... li accarezzerei volentieri li accosterei ai miei... per farli diventare una cosa sola, eh sì una cosa sola... i desideri tuoi sui miei... La città oggi era grigia, grigia come te, solo gli occhi erano blu... quelli sempre, quelli ovunque, e la voce sembrava di vetro... tre volte. E tra la gente... tra occhi curiosi... ti pensavo... Ho deciso: ultima fermata, il treno l'hai perso (punto) forse.
Pensavo che potremmo andare a New York a giugno... oppure alla casa al mare... fare tutti i giorni l'amore... e morsi di nuvole... sei volte oppure dieci... il letto il muro la scrivania e il comodino... il divano il tavolo la vasca e la lavatrice... la sabbia e il mare la barca la macchina il parcheggio e la casetta abbandonata... Pensavo che se fossi qui lo farei... ora oggi e ancora.
Pensavo che forse potresti anche cercarmi tu ogni tanto... Perché ridi? Dico sul serio... prendi il telefonino scrivi un messaggio e lo invii al treduezero oppure al tretreotto... scegli tu... non è tanto difficile... potresti riuscirci... potresti provarci. Decifrando quel 18 febbraio... non è cambiato nulla... è così? ... ed ora che l'ho capito che si fa? Ora che tu sei tra milioni di facce nuove ed io qui... che si fa? Ora che più di una ti vorrebbe... che si fa? No dimmelo... perché voglio saperlo.
Fammi male... prendi tutto quello che vuoi è tuo... feriscimi e poi fotografa gli attimi... Non ti chiederò mai di te... Non lascerò che decidi per Noi ti ricordi le stelle? Eravamo Noi... eravamo tu ed io... Fammi male... prenditi il rosso prenditi il cuore... Incatemi... Fa di me ciò che vuoi... Baciami e se vuoi lasciami morire... Ma non lascerò che decidi per Noi Fammi male male e ancora male allontanati e poi torna e dammi un bacio... Ma non lascerò che tu decida per Noi.
Luna... stelle... oro... luce... magico universo... colorare... sogni... lascio perdere... ricomincio... aspetto... non aspetto... chiudo la porta... e si apre un portone... chiudo il portone... e si apre la finestra... meglio chiudere va... che tira vento... chiedo... e non ho risposte... rispondo... ma lui non chiede do un calcio alla fortuna... e la fortuna mi chiama Stronza... starnutisco senza far rumore... e tutti mi chiedono se lo faccio apposta... ma rispondo che io gli starnuti li ho sempre fatti così... mio nonno aveva gli occhi azzurri... i figli no... ma perché? Mio cugino ha gli occhi azzurri... io no... ma perché? Mangio sempre mandarini... Odio ormai i mandarini... a volte mi incanto a guardare le donne... a volte mi incanto a guardare il tramonto... a volte mi incanto a guardare te... a volte il vento mi rischiara le idee... a volte il vento lo prenderei a botte... a volte la pioggia mi cade sul viso... a volte la pioggia mi bagna i vestiti... Amore mi saluta tutti i giorni... ed io sono perennemente maleducata... Amore mi chiede perché non saluto mai ed io non so che rispondere... mi scuso e mi scanso di nuovo... Amore ha detto che io non l'Amo... ed io quasi me ne frego... forse davvero non l'Amo... Amore è incazzato... ed io me ne sbatto... tanto non l'Amo... La Luna mi ha detto che sono bella l'altra sera... Le Stelle mi hanno dato un bacio con la lingua... Il Cantante ringrazia la Fan e la Donna se l'è dimenticata a Napoli... L'Uomo dice di essere lunatico e la foto col costume non gli è piaciuta... Nella prima canzone sembrava di ascoltare Jeff... nelle altre ascoltavo Te... Quando cazzo passerai di qua... che Amore e Fortuna sono dalla nostra parte... Non senti le onde? Non vedi il mare?
Scende la neve purificatrice La domenica mattina Mentre dalla finestra io la guardo Ondeggiare nell'aria e posarsi Sulla cuccia del cane stanco Troppo stanco Per potersi alzare e correre per i prati. Bianchi Scendono i coriandoli di ghiaccio E si posano sul mio volto E sui miei capelli neri Intanto che il mio respiro si Espande lento nell'aria. Tutto è coperto, mascherato dalla fredda corazza bianca che racchiude un mondo ancora più freddo. Il mio corpo è paralizzato Non posso e non voglio Muovermi. Anche sulla mia anima Cade la neve. Tutto si è congelato Il caldo dei vecchi momenti Si sta spegnendo Delusione Tristezza Consapevolezza Rabbia Rassegnazione Stanchezza Ogni petalo cristallino Porta un fardello Insopportabile Ed al contempo Una fresca rinascita. Neve purificatrice Ti prego Conserva i momenti Ibernali per l'eternità In piccole sfere trasparenti Custodiscile Fino al nuovo avvenire Quando il sole tornerà Per liberarli nuovamente Quando io non ci sarò più.
E se domani andrai via Resterò prigioniero del vuoto Carezzerò triste il tuo pensiero Vivrò memore del tuo volto Vivrò della dolcezza Che mi hai dato Di ogni momento buio Di ogni attimo di luce E ti amerò ancora Come so amarti io Con il tormento nel cuore Con l'estasi dei sensi E vivrò pieno di te.
Tienimi con te con tutte le tue forze, per tutto il tempo che ti ho amato sopra ogni cosa, per tutti gli attimi, per tutti i gesti che ti hanno mostrato il mio amore, per il nostro bambino mai nato, per tutto l'amore che ti ho dato, per tutto quello che non sono stato capace di darti, per tutto quello che avrei voluto darti ancora, per tutto quello che questo amore spezzato non ha saputo donarti.
Amore mio stasera non sarà come le altre Anche i giorni che seguiranno avranno un po' di tristezza. La vita e diventata vita quando conobbi te E adesso? Cosa rimane adesso? Tanti giorni amari da mandare giù La mia felicità e andata via con te Ancora mi chiedo il perché ci siamo persi Il perché di tanti silenzi Il perché dovrò' pensare la mia vita senza te Amore mio stasera non sarà come le altre.
Sento le sirene di tanto in tanto, recluso in profondo rifugio segreto, trascorro la gran parte dei miei giorni, la luce di una candela e qualche buon libro ammazzano il tempo infinito.
Una radio trasmette notizie mentre lo sguardo segue le mie orme nella stanza buia.
Il riflesso sullo specchio, il tocco delle campane di città, una pena infinita e una speranza lontana anni luce.
Sento le sirene di tanto in tanto, la paura cresce nei miei occhi, l'intenso suono arresta il mio respiro, il marciare interrotto dei soldati verdi nelle strade è un continuo precipitare nel vuoto.
Non mi resta che pregare, lo faccio di tanto in tanto, quando non riesco a svegliarmi da un brutto sogno.
Sento le sirene di tanto in tanto, come di tanto in tanto osservo la stella di David sul mio braccio.
Piango nel silenzio, il ricordo di mia moglie uccisa nel grigiore dei miei occhi, sale la rabbia al cielo, tento di trovare un po' di giustizia, inseguo invano quel desiderio fiorito nel cuore, il nostro sogno di famiglia è divenuta una lontana stella nel cielo.
Sento le sirene di tanto in tanto, l'aria è infetta da rancore e noi esule anime costrette a fuggire per continuare a vivere nella terra del genocidio, abbiamo mollato, il coraggio ci è mancato.
Sento il mio destino marciare nel campo della morte, sento il vento soffiare così forte, che penso d'esser divenuto già polvere.