Scritta da: seilion

Ipazia d'Alessandria

Nata nella seconda metà del quarto secolo,
avviata dal padre, rettore del Museo di Alessandria,
stimato saggio, a capo della scuola della città,
al sapere, alla cultura, alla spiritualità della vita,
sacrificò la sua bellezza, la sua giovinezza, in cambio della saggezza.

Ben presto divenne musa,
della matematica, delle scienze, dell'astrologia,
acuta divulgatrice, di Platone dell'ellenica filosofia,
alla morte del padre, della scuola prese le briglia,
con grazia si rivolgeva, a chiunque il suo verbo, voleva ascoltare.

Amata, rispettata, chi da lei, traeva la conoscenza,
odiata, disprezzata, chi in lei vedeva irriverenza,
al cristianesimo nascente potenza,
in quella vergine pagana, vedeva concorrenza.

Cirillo dalla chiesa fatto santo, vescovo della città,
della donna decretò la morte, con la più bieca atrocità,
povera martire pagana, torturata, fatta a pezzi, bruciata nell'Agorà,
come la sua amata biblioteca, in fumo se n'è andata.
gb sileoni.
Anonimo
Composta sabato 1 dicembre 2012
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    Scritta da: karmaluna

    Crash

    Umiliata e ferita
    quindi non rispettata
    raccatta i suoi cocci,
    e tra un buongiorno
    e una buonasera
    rincomincia a vivere,
    con il cuore colmo
    di un sentimento
    che non può descrivere,
    non può dire
    non può confessare
    perché ha promesso.
    Apre quella porta e
    spera di trovare
    la via giusta.
    Anonimo
    Composta lunedì 26 novembre 2012
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      Scritta da: Bamby85

      La prigione dei ricordi

      Non so cos'è che fa più male
      il ricordo di te che mi assale
      o quel vuoto che non riesco ancora a colmare.
      Così vicini adesso
      ma distanti al tempo stesso.
      Due Cuori destinati a incontrarsi
      che hanno sbagliato tempo e luogo per amarsi.
      Un Amore che si è dissolto nel vento
      come un lampo che svanisce in un secondo.
      Ma dagli occhi come si può cancellare
      quell'immagine, quel ricordo, quel momento insieme.
      E allora dimmi tu come devo fare
      qual è l'anestetico e la strada da seguire.
      Come riesci tu a non farti più del male
      pensando ad un Amore
      che ha solo mancato di essere puntuale.
      Non so cosa di me sia rimasto nel tuo Cuore
      ma io sono certa di aver provato Amore!
      Anonimo
      Composta lunedì 26 novembre 2012
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        Scritta da: Nastjia

        Viaggio nel buio

        Pensi che il sole illumini la vita,
        non è vero, esiste un sole nero.

        Pensi che un fiore rallegri la vita,
        non è vero, esiste un fiore nero.

        Pensi che un sorriso sollevi la vita,
        non è vero, esiste un ghigno nero.

        Ci vuole coraggio per guardare nel buio.
        Perdono il tuo oltraggio, mosso dalla paura,
        mi allontano da chi non potrà avere di me buona cura.

        Ma ricorda:

        Non teme il nero chi conosce la via,
        ti avrei tenuto per mano
        mostrandoti la luminosa scia.
        Anonimo
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          Scritta da: Nastjia

          Lontano dal rumore

          Parlo di luce con te,
          ma i miei occhi sono ciechi.

          Ti racconto di dolci melodie
          svolazzanti intorno a noi,
          ma solo silenzio odo in verità.

          Dipingo per te incantevoli scenari
          d'armonia
          e di speranza,
          ma non ho mani per sorreggere il pennello

          e la bocca resta muta,
          ormai dimentica d'amore.
          Anonimo
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            Scritta da: seilion

            la politica e i politici

            La politica, dovrebbe essere
            il motore per una nazione,
            i politici, sono quelli che rubano
            le risorse di una nazione.

            La politica, dovrebbe premiare gli onesti
            e punire i disonesti,
            i politici, fanno le leggi per proteggersi,
            perché sono loro i disonesti.

            La politica, dovrebbe dare assistenza e curare
            i suoi cittadini,
            i politici, è li, che creano il loro potere
            per fregare meglio i cittadini.

            la politica, dovrebbe combattere

            il lavoro nero,
            i politici, ricevono le mazzette dalle imprese
            che fanno lavorare in nero.

            La politica, dovrebbe combattere
            mafiosi e delinquenti,
            i politici, come fanno a farsi la guerra,
            se sono loro i mafiosi e delinquenti.

            La politica, dovrebbe essere la rappresentanza
            delle personalità migliori,
            i politici, sono la feccia,
            la rappresentanza delle personalità peggiori...
            Anonimo
            Composta lunedì 14 maggio 2012
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              Scritta da: il mondo perfetto

              Quelle labbra amiche

              Avevi rubato
              Alle labbra amiche
              Un verso di Sandro Penna
              Il broncio e un po' di saliva,
              Quello ti rimase
              Dopo quel bacio
              Su cui avresti riflettuto e scritto.
              Avevi depredato alle labbra carnose
              Un post it di amori perduti
              Le lingue e un po' di imprudenza
              Quelle ti rimasero
              Dopo quell'addio
              Con cui avresti corso e ansimato.
              Nei treni tiepidi e soporiferi
              Viaggiatori dagli occhi chiusi
              Lasciano tutto l'audio
              Alla ferrovia e alle terre annuvolate.
              Anonimo
              Composta venerdì 26 ottobre 2012
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                Scritta da: Cheriè

                A notte fonda

                Già da tempo, incomparabile
                misura della mia esistenza,
                (istanza a sé stante, sì - variabile
                a seconda del mio volere...)
                tramontato è il sole, e le notturne Ore
                danzano leggiadre come baccanti
                sui colli soprastanti, e ridono beffarde,
                di noi mortali, e del nostro agire vano.
                Più profonde sono le emozioni,
                e con un vento tenebroso
                l'autunno spoglia l'alberi
                dalle sue foglie, e la strada, un manto
                Settecentesco, ornato da rubini
                e gemme preziose.

                Socchiudo lievemente la finestra, cui si affaccia
                imperiosa e fragile la Luna,
                astro che accompagna questa nostra terra
                mentre noi romantici a lei vicini, con l'anima
                e il cuor dedichiamo poemi e inni, per il suo magico
                diffondere candido splendore. Luce dei miei
                occhi, concedi loro un ultimo
                sguardo prima di sparire, a causa del mio dover
                scappare e rintanarmi, un domani,
                in un ambiente povero di seduzioni
                o nuove e scioccanti sensazioni. Volontà
                divina prendi per mano alle mie azioni
                e conducimi verso la celeste via, di un
                Paradiso Terrestre or sol immaginato,
                oh quanto ci ho sperato, e ingannar
                mi fu grato, in un futuro di amore e devozione...
                Anonimo
                Composta lunedì 10 ottobre 2011
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                  Scritta da: Cheriè

                  Padua makes me mad

                  Un manto di foglie sparse, coperte
                  che riscaldano i passi e gli sguardi
                  di me che camminando intenta
                  ed irretita (i piedi e il pensiero, pur divergenti)
                  d'una parte, e poi dall'altra
                  scorgo dell'autunno le tracce:

                  respiro l'umido sul rivo e dell'antico odore
                  d'un opaco colore si cosparge la memoria;
                  un brivido e un sussulto.
                  La spoglia parvenza di un'arborea vita
                  scheletrica sussurra scongiurando
                  un abbraccio funesto.

                  Assorta in questo ruminare vano, l'occhio
                  si posa delicato su di un'immagine favolosa:
                  brillando e ondeggiando i rami sullo specchio
                  immobile nel guado paiono vivi e redenti.
                  Intrecciantesi compongono combinazioni
                  astruse, in cui anche se per poco
                  attimo di profonda chiarezza
                  comprendo significati reconditi.

                  E la calma mi appartiene, e la via
                  del cuore di purezza e sensi spiovente.
                  Anonimo
                  Composta martedì 16 ottobre 2012
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