Scritta da: Silvana Stremiz
Come tanto tempo fa
c'è un grillo nella stanza,
tu mi dicevi che portava fortuna...
Ricordi nonno,
nel campo di grano mi tenevi per mano
e insieme guardavamo quella distesa di sole.
Poi sono arrivati gli aerei,
quegli aerei sopra di noi
e la gente ha cominciato a scappare,
a gridare.
La campagna moriva,
niente più alberi,
niente più erba... nemmeno l'aria
era più la stessa.
Non ero che una bimba e non capivo,
ti ero vicino, ma non potevo aiutarti.
Caro nonno, volevo consolarti e farti coraggio,
io non ti avrei mai lasciato solo,
ma le cantine erano sempre più piene,
stavamo uno addosso all'altro,
togliendoci l'aria,
rubandoci il pane...
... e quel Dio, che sembrava essersi dimenticato di noi.
Anonimo
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Miei quarant'anni

    I miei quarant'anni...
    tra le mie mani di ragazzo.
    E voi non datemi un posto tra le vostre cronologie temporali...
    ho solo giocato con la farina se ho dei capelli bianchi...
    ho solo corrugato il viso per farti una smorfia...
    non è certo una ruga quella che vedi.
    I miei quarant'anni...
    spettinati in un maglione che mi fece mia madre...
    contati come soldatini...
    mangiucchiati... sputati...
    I miei quarant'anni ...
    che giocano coi tuoi seni ...
    che girano in tondo nella stanza
    ubriachi di dolore e di nostalgia...
    I mie quarant'anni...
    simili alle gocce che ora rigano i vetri...
    cosi tanti e cosi pochi...
    con la tua anima a decidere
    se ha diluviato...
    o se è stata solo pioggia sottile...
    quella che scende...
    senza far male.
    Anonimo
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      È l'alba, un nuovo giorno nasce
      porta con se gli incubi notturni...
      e... le dolci parole sussurrate

      porta anche me in questo nuovo giorno
      senza che io le avessi chiesto niente
      sarà un regalo o giusta punizione
      vivere ancora un giorno in questo "orrore"

      ed impotente vivo queste ore
      pensando a tutto ciò che non è stato
      alle promesse che mi sono fatto
      a quante infine... non ho mantenuto

      ed a te penso fanciullo sorridente
      che nella vita muovi i primi passi
      ti chiedo scusa per ciò che non ho fatto

      volevo prepararti... un... mondo migliore
      con tanta presunzione ci ho provato
      e solo quando guardo nei tuoi occhi
      mi dico bravo... si... ci sei riuscito.
      Anonimo
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        È l'alba, un nuovo giorno nasce
        porta con se gli incubi notturni...
        e... le dolci parole sussurrate

        porta anche me in questo nuovo giorno
        senza che io le avessi chiesto niente
        sarà un regalo o giusta punizione
        vivere ancora un giorno in questo "orrore"

        ed impotente vivo queste ore
        pensando a tutto ciò che non è stato
        alle promesse che mi sono fatto
        a quante infine... non ho mantenuto

        ed a te penso fanciullo sorridente
        che nella vita muovi i primi passi
        ti chiedo scusa per ciò che non ho fatto

        volevo prepararti... un... mondo migliore
        con tanta presunzione ci ho provato
        e solo quando guardo nei tuoi occhi
        mi dico bravo... si... ci sei riuscito.
        Anonimo
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          S'aprono i sipari
          sulle ardenti giornate
          giocate
          dalle corse nevrotiche
          della gente
          illusa di tornare
          alla normalità.

          Quale normalità?
          Crediamo veramente
          che agitarsi e smaniare
          sia un vivere quotidiano?
          Crediamo davvero
          che tornando a casa
          possiamo essere sereni?

          Quante tossine accumuliamo
          durante le nostre giornate
          "serene" di stress?
          Quale felicità
          ha il colore del sangue?
          Guardando la nostra società
          sembra normale.

          Quesiti irrisolti…

          Con le parole
          tutti alzano i toni,
          non si rendono conto
          della vuotezza
          del loro essere.

          Parole accomunate
          alla pochezza
          che inneggia
          orde barbariche
          annunciando
          lo sgretolio del mondo
          delle idee.

          Forse è proprio così
          é una società barbara
          la nostra
          occultata dall'ombra di simboli,
          di parole vuote
          prive di realizzazioni.

          Esistono parole
          di azioni concrete
          almeno così ci pare –
          effigi della Società
          ad alti livelli
          con termini ridondanti
          che riempiono le bocche,
          di difficile comprensione…
          e di pronuncia
          per conferire un crescendo
          a questa inconsistente vita.

          Qui nasce il problema:
          vivere d'immagine.

          Abbiamo smarrito
          il senso della realtà
          già oggi
          tutti credono di conoscerne
          il significato
          ma nessuno osa pronunciarsi.

          Non aiuta a nessuno
          essere ciò che non si è,
          ma è più comodo.
          Possiamo nasconderci
          senza ascoltare
          la nostra coscienza.

          Termini come Etica e Morale
          diventano una favoletta per bambini.
          Si genera il pensiero
          d'inutilità pubblica:
          a concretizzare la nostra vita
          ci vuole ben altro.

          Ma cosa?
          nessuno mai
          lo ha ancora
          scoperto…

          Così nascono i mostri
          dentro di noi:
          il lato oscuro dell'uomo.

          Vien da rabbrividire
          quando si scorgono persone
          meravigliate
          nel leggere la cronaca nera.

          Ecco presentarsi
          innanzi ai loro occhi
          la cruda realtà
          della società in cui viviamo:
          dove vivono
          queste persone?

          Noi generiamo cultura
          tanto quanto la uccidiamo.

          Se qualcuno mi chiedesse
          di dar definizione
          del genere umano
          potrei solo dire:
          "è un'anima contraddittoria".

          È difficile comprendere
          il genere umano
          che è tanto attaccato alla vita
          al punto d'amarla
          tanto intensamente
          da compier la folle gesta
          d'interromperla bruscamente.

          Ovunque andiamo
          non tolleriamo
          i nostri simili
          eppur noi
          vogliamo essere tollerati.
          È questo che vuol dir tolleranza?

          Spero che non siamo confusi
          fino a codesta maniera!

          In ogni società
          si nascondono spiriti buoni.

          È una gioia
          accorgersi
          che potenzialmente
          siamo tutti buoni…
          quando siamo soli.

          Il dover apparire
          ad ogni costo
          ed in ogni situazione
          minimizza
          la nostra essenza
          fin quasi a farla scomparire.

          Se avessimo il coraggio
          d'essere introspettivi
          leggeremmo talune faccende
          che non ci piacerebbero affatto.

          Eppur siamo tutti criticoni,
          polemici e sentenziatori,
          se solo ne avessimo sentore
          credo che nessuno parlerebbe più.

          Abbiamo la malfatta abitudine
          di non pensare ciò che diciamo.
          Spesso la pensiamo
          credendo che pensare
          sia la prima cosa
          che ci viene in mente.

          C'era una volta…
          o forse non c'è mai stata
          quella volta
          che abbiamo creduto
          ad una favola realtà.

          Oh, una favola… che orrore!

          Il sol pensiero
          di vivere una favola
          ci spaventa.

          Non abbiamo più
          il gusto del bello:
          abbiamo deformato
          un intero sistema
          per eliminarne ogni traccia.

          Rompere un sistema
          non è un cedimento
          dell'esistenziale
          che annichila il decoro:
          ci facciamo usare
          da un sistema generato
          dal consumismo,
          da un credo
          che nasce in noi
          propulso dalla voglia
          di emergere
          da un mondo
          che ci calza
          un po' stretto.

          Il sistema generato
          porta a vantaggio
          una cerchia ristretta di persone
          che possono soggiogare
          una società intera
          strumentalizzandola
          creando stereotipi plasmabili.

          Così nascono le mode
          di varia natura e genere.

          Un mondo subdolo
          che fa di noi
          una massa informe
          monòtono.

          Non siamo noi
          a voler tutto questo?
          Allora perché
          sento tanti lamenti?
          Forse è meglio chiedersi
          chi sono
          questi "Noi"!

          Ci accorgeremmo
          che due anime
          vivono
          nello stesso corpo
          come fossero due persone
          sotto lo stesso tetto.

          Allor si pone
          un dilemma:
          e se esistessero
          due mondi paralleli
          per le nostre anime?
          Non è che per caso
          le abbiamo solo invertite?

          Questo nostro dilemma
          lasciamolo scorrere
          ripromettendo un'analisi
          in un altro tempo.

          Per ora rimane
          capire
          qual è
          il senso della realtà,
          e se mai
          l'accettiamo così
          come la reazione
          dei nostri comportamenti
          che l'ha generata.

          In questo opaco mondo
          c'è la possibilità
          di far risplendere i colori
          per la loro naturale bellezza
          se solo ci fermassimo
          un attimo a pensare
          scavando dentro di noi
          nel pozzo
          dei nostri desideri,
          dei nostri sogni.

          Vivere in una favola
          non è difficile
          basta uscire
          da un mondo
          che non senti tuo.

          Per necessità
          vivere marginalmente
          la società
          senza distaccarsene.

          Ai confini della realtà
          delle volte
          si è
          quando la si vive
          intensamente.

          Riscoprire l'Amore
          in tutte le sue forme…
          e colori.

          Riesumare la propria anima
          riaccendendo la passione
          ci farà scoprire
          un mondo apparentemente nuovo,
          ma che è sempre stato il nostro.

          La vita di società
          eticamente e Moralmente
          perfetta
          non esiste,
          ma esiste
          un'Etica morale
          e una Morale etica
          ai quali siamo inclini:
          fa parte della nostra natura.

          L'uomo è contraddittorio
          ma è pur sempre un'anima
          dal candore maculato:
          nessuno è perfetto!

          Dosare le informazioni,
          leggere fra le righe
          l'immagine che ci vogliono imporre
          traccerà il cammino
          di uomini liberi.
          Anonimo
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Pace

            Amarono tanto la pace
            che prepararono una guerra
            amarono tanto la pace
            che prepararono un esercito forte
            per scoraggiare chi voleva la guerra.

            Amarono tanto la pace
            che la racchiusero in una bandiera
            amarono tanto la pace che
            marciarono per difenderla
            ma difesero solo se stessi
            da un mondo pieno di guerra.

            Forse un giorno ameranno tanto la pace
            da non avere bisogno di difenderla.
            Anonimo
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Un'afosa giornata d'estate,
              sole che scotta,
              autostrade intasate.
              Tutti pronti a partite,
              tutti tranne uno,
              un cucciolo scomodo
              che è solo d'impiccio.
              Non sai dove lasciarlo
              e non lo vuoi con te,
              adesso cosa fare?
              Ma si, hai già deciso,
              lo vuoi abbandonare!
              Indifeso, sul ciglio della strada,
              rischierà la vita
              ma non t'importa
              è meglio la vacanza tanto ambita.
              L'hai illuso,
              gli hai spezzato il cuore,
              sei tu il vero animale!
              Anonimo
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                La loro america

                Partenza,
                su zattere di sudore
                indossano vestiti di comprensione
                alla ricerca della nuova destinazione.
                Figli della pazienza
                e della disperazione
                sfidano il freddo, il mare, la loro consolazione.
                Un abbraccio,
                un approdo
                la vista di un abbaglio
                il sogno di un piccolo spazio.
                Si accontentano di un incontro
                non aspettano insulti e ostilità.
                La loro passione
                non è rassegnazione.
                Una pagina assurda,
                l'imprudenza,
                il rischio
                di non vedere più luce.
                Ma la loro America
                si intravede,
                la nuova terra
                gelosamente ci si crede
                e lì che aspettano
                un altro scarico,
                un'altra bugia,
                l'inizio
                di un assurda nostalgia.
                Anonimo
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Rabbia ignorante

                  Esulta paralizzante
                  il gol dell'attaccante,
                  come uno scudo
                  non mi protegge
                  dalla rabbia ignorante.
                  Con andatura eccitante
                  colpisco il mio combattente.
                  Amara è la sua arresa
                  non c'è più bandiera,
                  non c'è più tifo
                  ma solo la guerra.
                  Inutile e insensata
                  preda del tocco di una palla
                  o della sconfitta di una squadra,
                  ma sempre assente è la scusante
                  di questa rabbia ignorante.
                  Anonimo
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