Diventerò terra di conquista, dopo le delusioni, i sogni svaniti, gli schiaffi presi, ancora son ferite in fondo al cuore, non c'è più amore, non avrò remore, ognuno pianterà la sua bandiera, non ne andrò fiera, a tutti prometterò parte del mio suolo, diventerò arlecchino, e metterò i confini, d'ogni colore per ogni conquista fatta, senza cuore.
Un passaggio veloce
Non c'è più memoria, della nostra vita, non abbiamo storia, un passaggio veloce, senza lasciare traccia, solo echi di voce. Malinconie e pentimenti, per quello che non è stato fatto, voglia di sentimenti, non ampiamente goduti, ricordi vaghi di emozioni e di giorni perduti.
L'ultima goccia
Ho asciugato il tuo pianto, consolato l'anima, ho rimesso su un fantasma la veste nuova, fango e dolore ho lavato con lacrime e con stracci di cuore. Un giorno sei andato via, senza spiegazioni, sei tornato, con le delusioni, ed io di nuovo ho raccolto quell'ultima goccia, quell'ultima lacrima, per quanto ancora amore, potrò sopportare tutto quello che mi è stato tolto?
Amore vero, amore per sempre, io ci credevo, non era vero, chi l'ha mai detto, un povero illuso, forse ha provato e rimasto deluso. Amore vero, amore sincero, quante stronzate ed io ci credevo, quante bugie e che strategie, ti voglio tanto ma non mi sento, devo fermarmi sono ormai stanco ma poi ritorna quando tu vuoi. Amore vero con tante parole, tanto per dire, tanto per fare, la sicurezza viene ormai meno, non c'è futuro, non c'è speranza, poco è l'amore nella mia stanza, quando è passato questo momento, ognuno esce per conto suo. Amore senza troppe pretese, ma non si trova, son troppe le offese, quante stronzate, tutto finisce e in un momento ti ritrovi sola guardi il soffitto, mentre ti accendi una sigaretta con quanta fretta si veste e va via.
So un soggetto affetto da superallergia, la corpa nun è mia, ma de tutta l'aria infetta, pe sta cosa so costretta, a sta attenta a magnà e po tutto er resto. Un giorno me ritrovo piena de bolle, un giorno gonfia come un pallone nun posso prenne sempre er cortisone, perché a un danno ce n'aggiungo n'antro. Mo, li dottori de tutta sta questione, se stanno a fa grandi, chi me dice che la porvere fa male, chi me dice de levà la frutta, chi me carica de medicine, a loro che jè frega, pe me vedè distrutta. Io penso che nun me la sanno spiegà tutta, intanto su de me ce fanno li esperimenti, nun sarà che so allergica a sti fetenti, nun ce capiscono più niente, e intanto vado avanti, tra bolle, asma, raffreddori e gonfiori, mo de anni ne so passati tanti, voi vede che quarche giorno che me stanco, li manno a quer paese tutti quanti...
Natale alle spalle e basta che palle ce ne sono per tutti di ogni colore, ci ho messo l'amore i grandi dolori, la gente sgradita e amici che ignori. E basta che palle, perché a fine d'anno ti fai poi due conti, meno male è finita, non basta una vita, tutti vengon quel giorno, la cena è gradita. E basta che palle un giorno in cucina ad imbottir la gallina, e ti prendon per culo: sei sempre divina! Il tempo non passa, ed è sempre festa, io sono ormai stanca e vorrei dormire. E basta che palle tra amici e parenti sorrisi suadenti di iene e serpenti e a fine serata, quanti complimenti. Che palle Natale La tombola, le carte, tentiamo la sorte, io più non ce la faccio, quasi quasi li caccio mamma quanto sono stanca! Ma il coraggio mi manca: e finisco per dire... restate a finire. E basta che palle.
Oggi son salita sul monte alto del mio dolore, non ho piu lacrime da versare, ci sarà un modo per recuperarti amore, vorrò provartelo in ogni modo, che per me sei la cosa più importante, altrimenti senza te, non riuscirò più a scendere. Non sò come andrà a finire, ma devi esser certo che t'amo da morire.
Ombre nella notte che si aggirano per via, sempre in cerca di piacere. Quanta vita che si butta via, per quella voglia pazza di follia, la ricerca forsennata di godere, anche quando sai che più non ce la fai. Sei distrutto, ma ormai devi ostentare, quella falsa sicurezza che non c'è. Cerca di pensare al poi, al futuro che non hai se continui ancora a perderti, nella notte sai non c'è, quella luce, vera, che t'illumina, nonostante quei lampioni, dove tu ti appoggerai, per non far scoprire mai che sai anche piangere. Lascia stare questa strada e ritrova la ragione, vedrai il buio più paura non farà.
Sono aquile vere che solcano il cielo con bagliori accecanti ed ali possenti. Son lingue di fuoco che prede ghermiscono in volo. Hanno occhi di lince, lo sguardo è assai fiero e tutto l'ardore ce l'hanno nel cuore. Eroi senza terra, padroni dell'aere, veloci sparvieri. Fedeli alla patria, ai loro valori, le frecce tricolori; coprono di onori la nostra bandiera, che all'inno d'Italia, sventola fiera.
Avevo gli anni di chi non è niente, di chi risponde senza capire, di chi consigli non vuol sentire e si sente grande, grande da morire. Provare tutto il proibito, nonostante quello che ti punta il dito, non fare, non cadere, non avere fretta, ma al giusto non si dà mai retta. Ho voluto farmi male, con tanti sbagli, nonostante i consigli, e non ho avuto il coraggio di confessare quanto la delusione sa di sale. Ho voluto provare anche a far l'amore, amore sublimato, ma forse l'ansia della prima volta, amore deluso, in un attimo concluso.
Viverti in un giorno che mi sentivo sola in un momento, senza speranza né futuro, ma con tanta paura chiusi da un ora e ti chiedo ancora per dimenticare... Ci siamo trovati soli in quella stanza senza occhi ne orecchie per vedere e per sentire senza neppure un nome da poter ricordare ti amo, ti ho ripetuto piano mentre le tue labbra sulle mie ed in quel momento lo sentivo. Casomai incontrassi ancora i tuoi occhi che mi hanno fatto impazzire non chiamarmi tanto non sai il mio nome puoi gridarmi amore e prendermi per mano ti seguirò senza parlare ancora ed ancora...
Quella bocca che mi sfiorava, non era tua, la sentivo dove, quanto nella mia fantasia. Un bacio come, ancora, poi ancora tu, ma lui nella mia testa, non ti accorgevi, o non volevi credere che non ero più la stessa. Erano sue quelle mani, sentivo i suoi sospiri. Chiudevo gli occhi per non vedere, eri tu, lui, non volevo sapere e non ti accorgevi. Non ti ho mai chiamato amore e cambiavo espressione forse lo sapevi. Con te e con lui nello stesso momento, mi piaceva, forse, a volte era un tormento. Avevi capito, ma continuavi, aspettando che fosse finito, ti sarai anche divertito, non sei stato sorpreso, tu l'hai sempre saputo, non volevo con te... certo, l'altro sicuramente mi ha avuto.