Le migliori poesie di Anna De Santis

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Scritta da: Anna De Santis

Chi sei

La testa ed il cuore,
non hanno controllo,
tu sei
unico desiderio, unico sogno,
che manca alle mie mani
alle mie carezze,
alla mia bocca,
alla mia vita.
Chi seì
M'ami quando vuoi,
senza promesse, senza certezze,
scaldi la mia pelle e poi vai via,
lasciando a metà le mie parole,
e l'amore,
che non finisco mai di dire, di fare
ma tu non vuoi sentire,
chi sei?
Che prometti e non mantieni,
ed io quì ad aspettare
i tuoi tempi non concessi.
Forse avrò modo per dirtelo,
ma quando?
E gli anni passeranno, aspettandoti.
Anna De Santis
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    Scritta da: Anna De Santis

    L'ultima rosa

    Nel giardino,
    ormai inverno alle porte,
    è tornata a fiorire un'ultima rosa,
    il bocciolo l'aveva riposto
    per mia meraviglia.
    Com'è triste ormai l'albero spoglio
    e senza colori
    ed il verde del prato,
    già spento da un rigido cielo,
    che plumbeo, ormai pioggia minaccia.
    Il mio sguardo si posa di nuovo
    sul fiore vermiglio,
    che timido aprirsi vorrebbe,
    ma il gelo pungente lo fa poi piegare,
    e muore ancor pria di sbocciare.
    Anna De Santis
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      Scritta da: Anna De Santis

      Senza luce

      Solo il chiarore delle stelle
      dietro la finestra
      basta una fiammella
      ed un foglio bianco
      che s'illumina e riflette
      ache a cilia strette
      e la mia penna sente
      e scrive quel che penso
      quello che io sogno
      a volte senza senso.
      Fisso quei momenti
      ed incido la mia vita
      in questo mondo incerto
      io mi illumino come un cielo aperto.
      Con tutta la speranza
      che ho chiuso in questa stanza
      dove non ci sono che io
      la penna, un foglio, la mia vita
      ed è abbastanza.
      Anna De Santis
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        Scritta da: Anna De Santis

        Le scarpe strette

        C'era na vorta un tipo morto strano,
        annava a spasso tutto sbilenco,
        con na bisaccia e n'ombrella in mano.
        Tutto dolorante, piano camminava,
        e spesso se fermava pe la via,
        la gente lo vedeva e na monetina jè dava,
        perché porello grande pena faceva.
        A tutti sorrideva, ma se vedeva che nun ce la faceva.
        Un giorno da sopra un barcone,
        na signora se affaccia e lo chiama,
        viè qua che te riposi, te lavi e magni,
        sempre quarcosa ce quadagni,
        viè su che con un ber vestito
        e n'antro paro de scarpe te ce cagni.
        Mia cara signora, disse er poverello,
        le scarpe mie so la mia consolazione,
        so strette e vecchie e me fanno soffrì,
        ma quanno che me le levo a sera,
        visto che nun c'è pe me nessuna considerazione,
        posso anch'io tirà un sospiro de sollievo...
        e pur'io me prendo er mio momento de soddisfazione.
        Anna De Santis
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          Scritta da: Anna De Santis

          L'apina ed il papavero

          Svolazzando un ape appena nata,
          il primo giorno, già si era allontanata,
          voleva in fretta conoscere la vita,
          fuori dell'arnia da dove era partita.
          E volò con un ardimentoso volo,
          su un prato tutto verde con un fiore solo,
          delusa si riposò e continuò a volare,
          sperando cibo da succhiare.
          Un prato di papaveri, meraviglioso!
          Non conosceva quanto potesse essere pericoloso,
          si avvicinò alla prima corolla,
          succhiò il nettare e un po' brilla si riposò.
          Sognò fiori strani, inverosimili, poi si risvegliò.
          Riprese il volo su corolle vermiglie,
          ce ne erano mille e mille...
          s'inebriò di tutta quella droga e poi morì.
          La trovarono felice nel suo sogno,
          aveva messo fine a quel suo volo,
          vissuto solo un giorno,
          non ritornò più lì da dove era partita,
          ma meglio che una vita scolorita.
          Anna De Santis
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            Scritta da: Anna De Santis
            Er core nun ragiona, se dà
            quanno che te lo accorgi,
            niente poi fà.

            La vita nun t'aspetta va de corsa,
            nunte stà a girà

            L'omo è un eterno bambinone,
            bisogna che lo svezzi,
            o rimarrà un cojone.

            L'esperienza è quanne vorte,
            nun te sei girato e nun te sei riparato, ner culo l'hai pijato.

            La donna s'apre e se chiude,
            per accoje un seme,
            quello che nasce è l'unico amore
            nun te illude.

            Er sogno raramente diventa realtà,
            pe quello che continuo a dormì,
            nun me vojio svejà.
            Anna De Santis
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              Scritta da: Anna De Santis

              Non si spegne una candela (ai bimbi che non hanno voce)

              La fiamma di una candela
              è come un bimbo
              che non ha voce.
              Viene spenta da un semplice soffio,
              o con le dita,
              essa è simbolo di vita
              luce eterna, che si accende con l'amore
              ad illuminar le tenebre.
              Cresce piano piano
              e dà valore a cose che non puoi vedere.
              È la paura di essere coinvolto,
              che qualcosa ti venga tolto,
              ma basta veder crescere la fiamma,
              sentire il suo calore,
              guardare i suoi mutevoli colori,
              consumarsi la cera e prender forma e forza,
              quella forza è già dentro di te,
              ma non la vuoi ascoltare.
              Prova a far splendere una sola fiamma,
              dai voce ad un bimbo
              e tanto coraggio ad ogni mamma.
              Anna De Santis
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                Scritta da: Anna De Santis

                Ti accorgi alla fine che era un estraneo

                Non te ne sei mai accorta
                presa dalla vita che correva,
                il tuo cuore, la tua mente dove era,
                eppure ci credeva...
                mentre tu andavi avanti,
                tutto il resto con lui si fermava.
                La passione dei primi anni
                pian piano come nebbia diradava,
                tutto quello che c'era da vedere riconsegnava
                lucidi ricordi, e logico presente
                occhi lucidi che qualche lacrima bagnava.
                Ora siamo soli,
                io sono cresciuta nel mio amore,
                per i miei figli, per la famiglia
                e con il cuore,
                ma ho trovato te addormentato,
                sei proprio come ti ho lasciato.
                Cosa posso fare per farti capire...
                scusa ma qualche volta mi pento
                per averti così tanto amato.
                Anna De Santis
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                  Scritta da: Anna De Santis

                  Quadro

                  Gabbiani che seguono la scia di un peschereccio
                  spuma bianca che viene verso riva
                  il sole comincia appena a colorare
                  è l'alba sopra il mare.
                  L'aria fresca del mattino
                  torna un pensiero triste a tormentare
                  e lo sguardo perso a ritrovare....
                  Ma il mormorio dell'onde presto a consolare
                  il cielo s'illumina e prende tutto il colore
                  per restituirlo tutto al mare
                  si calma il vento
                  e l'acqua in un momento
                  e quel gabbiano in volo, torna a riposare
                  l'orizzonte quasi più non si distingue
                  ed il silenzio ormai rotto da grida di bambini
                  ogni incanto e tutti i miei tormenti
                  tornano come barche qui nel porto.
                  Anna De Santis
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