Ho scritto versi d'amore, in attesa di una tua parola. Ho invocato luce nel buio vivere, a te che indossavi occhiali da sole. Ho parlato col cuore del futuro, mentre chattavi nel silenzio. Ho cercato te e ricercato me; ora, nel vano vagare, non mandarmi la posizione.
Vidi occhi grandi da bambina, gocce di speranza, lacrime al sole, Vidi quel sorriso caldo Innamorarsi del tempo. Un brivido lungo la schiena Scivolò senza fare rumore, attraversò il velo delle spose guance avvolgendole come petali Sbocciati su di una rosa vermiglia Succulenta umida calda di vita.
Si guardano scoprendo La loro diversità di corpo, ma la loro anima è sola una... fatta su misura! Si tengono la mano, per non disperdere il calore dell'altro si sfiorano, tra i confini dell'amore quasi a scoprire quel infinito mondo che li separa tenendo la pargoletta anima tra le chiavi del tempo Custodiscono il loro cuore.
Quanta gioia nel vedere innaffiare le nostre speranze che crescono, sane e forti al passo d'uomo... Eppure l'ora della mietitura non è ancora, non è ancora! Lasciate il tempo al sole che ci avvolga di tenere coccole e ci riempia il cuore con i suoi baci.
Principessa dei miei sogni, dei miei sospiri, regalami il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo viso, come un tenero amante che assapora la curva del tuo sorriso, che gioca inconsciamente tra le bianche fumarole e il pallido fervore che sfiora la tua pelle profumata vestita di coccole profumate, e poi... quel desiderio che non lascia una trama, ma porge lo sguardo nell’infinito istante, racchiudendo il sigillo nel mio cuore lasciando il resto ai caldi respiri dei nostri cuori!
Più volte volgo, volto lo sguardo oltre il confine, verso la direzione del vento, tra gli aquiloni del cielo e il rumore delle onde in cerca di una carezza, di un sorriso, di un sorriso, di una carezza. Più volte volto volgo, il mio Sguardo flesso, riflesso nell'uomo che fui, figlio del Tempo. Lemme lemme, l'orizzonte si va stanco, la spuma si fa neve, al sole; la grondaia gronda di sudore; lo scrosciare ansima, con voracità, galoppando tutta la notte; svegliando sì il buon mattino, altresì come un risveglio da un canto di un disincanto, frastornante, frastornando la notte ch'io passai con tanta pietà. Più volte volgo, lo sguardo verso il buon mattin, pien di speme e di gioia. Si sa, che Egli sì che sa i sentieri adombrati, sa la mia ombra, sa come riscaldare il mio silenzio. Più volte, offro il mio volto, verso il candido Albore, nel suo bianco splendore, vestito di pelle profumata, pregna di odoroso gelsomino, che con grazia e con un passo da cerimoniere, attraversa, passo dopo passo, trionfante tutto ciò che è stato, portandolo a sé come una vergine emozione al tramonto, sussurrando, sotto voce, parole bianche, parole fresche, parole nuove. Fianco a fianco, dolci timidi infanti percorrevano sottobraccio, le sue spalle in cerca di una flou d'amore. Giunsero con gote rosse, lassù, verso la brughiera, con ardore e prepotenza bussarono alla mia porta silenziosa, portando non una lacrima con sé, non un loro pianto, ma dondolando la culla del loro canto, un canto che non fa rumore, non fa colore, non fa odore. I teneri infanti, mi guardarono e aprirono la voglia a mani dure, senza smettere mai di sognare o di sorridere, ascoltando la palla infuocata nel loro primo amore. I teneri dolci infanti, toccarono i bisogni dell'anima nella curva di un sorriso, sorridendo a crepapelle. Li sentii così forte, che ascoltare un loro fremito, mi portò a danzare un lento, sotto gli occhi del cielo e le carezza del vento, un vento buono che suona svegliando persino la terra incantata, come per incanto e il disincanto! La mia anima rimase sì rapita, che si rapprese, portando in grembo la voglia di sorridere ancora una volta. Il mio cuore si rinvigorì, si rallegrò, vedendo il mio volto rischiarato ancora una volta.
Vidi la bellezza farsi carne, mordere quell'immagine, a saziare le emozioni del cuore che con grazia lasciavano quei caldi respiri, trascinando, vecchi stupori a timidi passanti.
Come farfalle, di fiore in fiore volano i miei pensieri. Liberi, senza meta, senza una rotta. Si posano sulla vellutata mano di una Dama. Sul dolce sorriso di una cortigiana. Volteggiano, specchiandosi nei scintillanti neri occhi di una graziosa giovinetta. Leggiadri si adagiano sui voluttuosi seni di una sensuale gentildonna. Uno sciame di sentimenti che fanno fremere il cuore.
Siamo solo amici; Ma due amici non si baciano. Allora baciami così lo capirò. Intrecciamo le lingue, Mischiando sapore e saliva.
Siamo solo amici; Ma due amici non fanno l'amore. Allora toccami così lo capirò. Uniamo i sessi, Mischiando gli orgasmi.
Siamo solo amici. Ma "siamo solo amici" cosa vuol dire? Allora non essermi amica così lo capirò. Lasciami morire come hai già fatto, Mischiando il tutto e diventare niente.