Poesie d'amore


Scritta da: ROBERTO POZZI
in Poesie (Poesie d'amore)

La musica continuava a suonare

Ti ho visto laggiù,
in quell'angolo appartato
della pista da ballo,
abbandonato a te stesso
in quella tua desolazione,
immobile e maestoso
come una preziosa statua
di quale famoso museo
aspettavi da un qualsiasi messia
la divina salvezza
dall'inferno personale
nella tua stessa mente.
In quel momento di euforia,
volevo solo divertirmi
come tutti gli altri partecipanti,
confidavo di ballare con te
quella mia canzone preferita,
come una sensibile gesto d'affetto
tra due maturi amanti:
un abbraccio sensuale,
un delicato sfioramento tra corpi
e un voluttuoso bacio
d'amore impossibile
che per quell'attimo di pura magia,
non lo era più!
La spudorata borghesia presente
si stava divertendo,
tutti tranne noi due,
nella mia solitudine
osservavo la tua,
ti fissavo negli occhi
ma ero così malinconico!
Non nascondevo molto la lacrima
che mi stava scendendo lungo il viso,
volevo chiederti il prossimo ballo
ma non potevo di certo imbarazzarti,
davanti a quei moralisti bigotti
tu eri un ragazzo come tutti
come lo ero, pure io,
in questo provinciale microcosmo
la musica continuava a suonare,
non cambiava mai niente
e i ragazzi potevano solo ballare
con le ragazze!
Composta venerdì 27 settembre 2013
Vota la poesia: Commenta
    in Poesie (Poesie d'amore)
    Non ho la fortuna di averlo tutti i giorni con me,
    ma quando c'è mi sento...
    non riesco a definire il termine,
    probabilmente perché non si riesce a spiegare a parole
    ciò che si prova ad essere nonno.

    Si, Nonno!
    Bisogna viverlo per capire.
    È qualcosa che va al di là di ogni concezione.

    E poi... quando quella vocina magica ti chiama "nonno"
    non capisci più niente.
    E mi ci vuole un po' per realizzare che sta chiamando me "nonno".
    Si, nonno. Felicemente nonno.

    Tenere in braccio un fagottino,
    guardarlo, riguardarlo, senza mai stancarsi.
    Oh si certo, l'abbiamo fatto anche con i nostri figli...
    ma con un nipotino è tutta un'altra cosa.

    In quei momenti, e non solo,
    non penso mai alla continuità della stirpe, no.
    Penso che mio figlio mi ha fatto il regalo più bello
    che si possa immaginare.

    E quando quel regalo è fra le tue braccia,
    e poi crescendo te lo vedi giocare per casa,
    non esisti più, ci si annulla,
    c'è solo lui e tutto è in funzione sua.
    E credetemi lo si fa volentieri,
    anzi pensiamo di non aver fatto abbastanza.
    Adesso capisco perché
    tutti i nonni e le nonne che incontro con i loro nipotini
    hanno dipinta sul viso quell'espressione di beatitudine.
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie d'amore)

      La separazione

      Gli sguardi intensi dei due giovani cuori
      ormai perduti nelle braccia dell'altro
      non possono esser divisi
      mi viene dolore al sol pensiero
      non si può dividerli
      perché quella gioia che ti pervade
      quando li guardi non ha confronto
      con nessun altro sentimento forte
      non esiste niente di più bello dell'amore
      sincero e passionale
      dei giovani cuori immortali.
      Composta domenica 10 giugno 2012
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Brunason
        in Poesie (Poesie d'amore)

        Comunicazione

        Lazzi e frizzi hai procurato
        Mille spine t'ho spuntato.

        Cento strali avvelenati
        M'han raggiunto: assatanati!

        Sei tenace, in verità!
        Morsicature a sazietà.

        Provocante e un po' saccente,
        ma un tantino deludente.

        Sai amico, che ti dico?
        Un bel dono ti predìco.

        Se ti stanchi ti farò
        feste, danze e roccocò.
        Composta venerdì 24 giugno 2011
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Marianna Mansueto
          in Poesie (Poesie d'amore, Poesie d'Autore)
          "Addormentarsi adesso
          svegliarsi tra cento anni, amor mio..."

          "No,
          non sono un disertore.
          Del resto, il mio secolo non mi fa paura
          il mio secolo pieno di miserie e di scandali
          il mio secolo coraggioso grande ed eroico.
          Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto
          sono del ventesimo secolo e ne son fiero.
          Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,
          e battermi per un mondo nuovo..."
          "Tra cento anni, amor mio..."
          "No,
          prima e malgrado tutto.
          Il mio secolo che muore e rinasce
          il mio secolo
          i cui ultimi giorni saranno belli
          la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba
          il mio secolo splenderà di sole, amor mio
          come i tuoi occhi..."
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'amore, Poesie d'Autore)

            Ninnananna

            Posa il capo assopito, amore mio,
            umano sul mio braccio senza fede;
            tempo e febbri avvampino e cancelliano
            ogni bellezza individuale, via
            dai bambini pensosi, e poi la tomba
            attesta che effimero è il bambino:
            ma finch'è spunti il giorno mi rimanga
            tra le braccia la viva creatura,
            mortale sì, colpevole, eppure
            per me il bello nella sua interezza.

            Anima e corpo non hanno confini:
            agli amanti che giacciono sul suo
            tollerante declivio incantato
            in preda al deliquio ricorrente,
            solenne la visione manda Venere
            di soprannaturale armonia,
            di universale amore e speranza;
            mentre un'astratta intuizione accende,
            in mezzo ai ghiacciai e fra le rupi,
            dell'eremita l'estasi carnale.

            Passano sicurezze e fedeltà
            allo scoccare della mezzanotte
            come le vibrazioni di campana,
            e forsennati alla moda lanciano
            il loro pedantesco, uggioso grido:
            il costo fino all'ultimo centesimo
            - sta scritto in tutte le temute carte -
            andrà pagato, ma da questa notte
            non un solo bisbiglio, nè un pensiero,
            non un bacio o uno sguardo sia perduto.

            Bellezza muore, e mezzanotte, ed estasi:
            che i venti dell'alba, mentre lievi
            spirano intorno al tuo capo sognante,
            mostrino un giorno di accoglienza tale
            che occhio e cuore pulsino e gioiscano,
            paghi di un mondo, il nostro, che è mortale;
            meriggi di arsura ti ritrovino
            nutrito dei poteri involontari,
            notti di oltraggio ti lascino andare
            sorvegliato da ogni umano amore.
            Vota la poesia: Commenta