Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

La Vita... è una ruota che gira.

La vita,
è come una giostra, gira.
In ogni giro c'è qualcosa di nuovo.

La vita è qualcosa di indescrivibile,
è fatta di momenti, di tante cose,
un insieme di attimi ed emozioni.

La vita è una composizione
di sensazioni, brividi e sogni.
Devi viverle per dire di aver vissuto.

Per ogni giro c'e una sorpresa,
ogni sorpresa sarà un emozione.

Se saprai viverla
avrai vissuto veramente.

Ad ogni giro lascerai
un impronta di te.

Il tuo vivere quotidiano
è l'impronta che lasci.

Il detto e fatto
resteranno scritti al di là del tempo.

L'amore vissuto
non svanirà nel tempo.

I sogni sognati da bambino
si evolveranno e diventeranno traguardi
di adolescenti.

Li ricorderai da vecchio,
ti racconteranno per anni quello che un giorno eri,
saranno la risposta al tuo essere.

La vita, una ruota che non
si ferma mai.
Non si fermerà davanti alla gioia,
neppure davanti al dolore.

Andrà avanti anche quando vorrai fermarla
Andrà avanti con o senza di te.

Conserverà nel tempo l'impronta
Di chi vivendo ha raccontato la sua storia.

Anche tu sei parte di questa ruota che gira.
Oggi gira con te,
domani girerà ancora,
con i ricordi che hai lasciato.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Vero Amore

    Il Vero Amore è sentimento, è il tuo cuore che te lo dice.
    Il Vero Amore è emozione, è il tuo corpo che te lo dice.
    Il Vero Amore è pensiero, è la tua mente che te lo dice.
    Il Vero Amore è parola, è la reazione degli altri che te lo dice.
    Il Vero Amore è azione, è la reazione degli altri che te lo dice.
    Perché ciò che è interiore è amore verso se stessi e ciò che è esteriore è amore verso gli altri.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Questo

      Dicon che fingo o mento
      quanto io scrivo. No:
      semplicemente sento
      con l'immaginazione,
      non uso il sentimento.

      Quanto traverso o sogno,
      quanto finisce o manco
      è come una terrazza
      che dà su un'altra cosa.
      É questa cosa che è bella.

      Così, scrivo in mezzo
      a quanto vicino non è:
      libero dal mio laccio,
      sincero di quel che non è.
      Sentire? Senta chi legge.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Verso sud

        Zenit
        Tutti quei rimpianti
        Quei giardini sconfinati
        Dove modula il rospo un tenero grido d'azzurro
        La cerva del silenzio sperduto rapida passa
        Un usignolo straziato dall'amore canta sul
        Tuo corpo giardino di rose che ho colto
        I nostri cuori pendono uniti dallo stesso melograno
        E i fiori di granato nei nostri sguardi schiusi
        Cadendo poco a poco hanno coperto il sentiero.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Di nuovo parlo con i rovi,
          Di nuovo infinito è il bisogno dei pioppi.
          Si freme
          Assieme ad ogni filo d'erba
          Quando si rimane soli.

          Per scordare il tuo rimprovero
          Senza un briciolo d'amore,
          Guardo i passeri saltellare
          Tutto il giorno lungo il cornicione.

          Tra le mani stringo le ginocchia
          Forte, fino a farmi male. Poi di scatto
          Mi rialzo, lancio un fischio
          Da maschiaccio, e mi sfugge un sorriso.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            I' potre' anzi ritornare in ieri

            I' potre' anzi ritornare in ieri
            e venir ne la grazia di Becchina,
            o 'l diamante tritar come farina,
            o veder far misera vit'a' frieri
            o far la pancia di messer Min Pieri,
            o star content'ad un piè di gallina,
            ched e' morisse ma' de la contina
            que' ch'è domonio e chiamas'Angiolieri.
            Però che Galieno ed Ipocràto,
            fossono vivi, ognun di lor saprebbe,
            a rispetto di lu', men che 'l Donato.
            Dunque, quest'uom come morir potrebbe,
            che sa cotanto ed è sì naturato
            che come struzzo 'l ferr'ismaltirebbe?
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Mi odio

              Mi odio
              Odio. Odio.
              Mi odio.
              I miei occhi scrutano
              le stelle per vederti.

              La mia mano,
              fruga sul lenzuolo di seta,
              per cercare
              la tua pelle più liscia.

              Colgo un bocciolo di rosa
              per cercare un ricordo
              della tua pelle profumata.

              Il ricordo
              del ritmo dei tuoi passi,
              né vicini né lontani,
              sempre disperatamente uguali,
              scandisce il tempo,
              delle solitarie notti.

              La mia mente ti cerca,
              ti aspetta,
              ti ama,
              ti odia.

              Odio. Mi odio.
              Ci sarà pace per me
              se non ci sarai mai più.
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