Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

L'angelo buono

Venne quello che amavo,
quello che invocavo.
Non quello che spazza cieli senza difese,
astri senza capanne,
lune senza patria,
nevi.
Nevi di quelle cadute da una mano,
un nome,
un sogno,
una fronte.
Non quello che alla sua chioma
legò la morte.
Quello che io amavo.
Senza graffiare i venti,
senza foglia ferire né smuovere cristalli.
Quello che alla sua chioma
legò il silenzio.
Senza farmi del male,
per scavarmi un argine di dolce luce nel petto
e rendermi l'anima navigabile.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Se così come sono abietta e vile
    donna, posso portar sì alto foco,
    perché non debbo aver almeno un poco
    di ritraggerlo al mondo e vena e stile?
    S'Amor con novo, insolito focile,
    ov'io non potea gir, m'alzò a tal loco,
    perché non può non con usato gioco
    far la pena e la penna in me simìle?
    E, se non può per forza di natura,
    puollo almen per miracolo, che spesso
    vince, trapassa e rompe ogni misura.
    Come ciò sia non posso dir espresso;
    io provo ben che per mia gran ventura
    mi sento il cor di novo stile impresso.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Quegli mi appare esser proprio un dio

      Quegli mi appare esser proprio un dio,
      anzi, se fosse lecito, egli è sopra un dio,
      perché seduto in fronte a te,
      lui se ne sta tranquillo a guardarti e ascoltarti,
      mentre sorridi dolce:
      e invece a me, infelice, svelli del tutto i sentimenti.
      Ché non appena ti vedo, Lesbia, non mi sopravvive un filo di voce.
      Ma s'intorpida la lingua, e una fiamma sottile mi scorre entro le membra,
      le orecchie dentro mi ronzano cupe, e la notte ricopre entrambi i miei lumi.
      Catullo, il tempo libero è la tua rovina, ché troppo ti esalta e ti eccita.
      L'ozio ha distrutto anche re e città un tempo felici.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Tedio invernale

        Ma ci fu dunque un giorno
        Su questa terra il sole?
        Ci fur rose e viole,
        Luce, sorriso, ardor?
        Ma ci fu dunque un giorno
        La dolce giovinezza,
        La gloria e la bellezza,
        Fede, virtude, amor?
        Ciò forse avvenne a i tempi
        D'Omero e di Valmichi:
        Ma quei son tempi antichi,
        Il sole or non è più.
        E questa ov'io m'avvolgo
        Nebbia di verno immondo
        È il cenere d'un mondo
        Che forse un giorno fu.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Una carezza un bacio
          Per dirti ti voglio bene
          nella speranza di sentire.
          Le stesse parole e ricevere
          le stesse carezze.
          Quelle carezze d'amore
          la passione di un tempo
          Di ieri di poco fa di adesso
          di sempre fino all'eternità.
          Una carezza come desiderio
          di me di te di noi.
          Non quella di un amico
          Ma di una passione.
          Non quella di mia madre
          Ma quella tua che accende
          La mia voglia e passione di te.
          Quella carezza d'amore.
          Che mi fa sentire unica
          Che mi da emozione.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Giorni fatti di "un noi"

            L'amore è sintonia.
            Sognare diverso
            ma condividere.
            Camminare in una
            unica direzione.
            Tenersi per mano
            percorrendo la strada dei sogni.
            L'amore è
            la fusione di due corpi,
            di due anime, due respiri.
            Due cuori e tanti traguardi.
            L'amore è fatto di un "te e di un me",
            di giorni infiniti fatti di "un noi."
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              A chi tanto e a chi gnente!

              Da quanno che dà segni de pazzia,
              povero Meo! Fa pena! È diventato
              pallido, secco secco, allampanato,
              robba che se lo vedi scappi via!
              Er dottore m'ha detto: - È 'na mania
              che nun se pô guarì: lui s'è affissato
              d'esse un poeta, d'esse un letterato,
              ch'è la cosa più peggio che ce sia! -
              Dice ch'er gran talento è stato quello
              che j'ha scombussolato un po' la mente
              pè via de lo sviluppo der cervello...
              Povero Meo! Se invece d'esse matto
              fosse rimasto scemo solamente,
              chi sa che nome se sarebbe fatto!
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                In pretura

                - Alzatevi, accusata: vi chiamate?
                - Pia Tonzi. - Maritata? - Sissignora.
                - Con prole? - No... con uno che lavora...
                - D'anni? - Ventotto. - Che mestiere fate?

                - Esco la sera verso una cert'ora...
                - Già, comprendo benissimo, abbordate...
                - Oh, dico, sor pretore, rispettate
                l'onorabbilità d'una signora!

                - Ma le guardie vi presero al momento
                che facevate i segni ad un signore,
                scandalizzando tutto il casamento...

                - Loro potranno divve quer che vonno:
                ma io, su le questioni de l'onore,
                fo come li Ministri: nun risponno!
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Ultima cena

                  Come saliva
                  che scompare
                  in bocche assetate
                  così il tuo silenzio
                  inghiotte il mio cuore
                  amore di un tempo
                  nell'odio di oggi

                  Vedo i tuoi passi
                  riflessi
                  dileguarsi
                  sulla lastra di pioggia
                  in quest'autunno
                  che sembra
                  la sala d'attesa
                  di un mattatoio
                  e le foglie rosse
                  macchie di sangue
                  nei disegni del vento

                  Distante
                  dalle cose
                  che ho amato
                  coi coltelli degli anni
                  alle spalle
                  mi sento solo
                  mentre disertano
                  i più duri pensieri

                  Strappo la tua foto
                  dagli occhi
                  e irriducibile il disprezzo
                  lancia uno sputo
                  che si perde nell'acqua

                  Mi dico
                  si è suicidato anche l'odio
                  povero me
                  sono solo
                  sul banchetto degli anni
                  addobbato
                  coi fiori del male
                  nell'ultima cena.
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