Poesie inserite da Christabella del Mar

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Scritta da: Christabella del Mar

Io resto a casa e scrivo poesie

Ieri ho scritto con inchiostro rosso sangue
Oggi, con verde erba, pieno di speranze.
Riscrivo tutto e dipingo sulla tela
Emozioni nuove da scoprire sulla terra.
Sentiamo solitudine
Taciamo isolati
Odiamo il Presente
Avendo bisogno di tante certezze
Carezze di vento
Abbracci virtuali
Scrittori banali
Attori d'un ora
È tutto ciò che offre il momento.
Scriverò poesie scese dal sole
Con calde parole di me inventate
Riaprirò i vostri occhi
In nuovi orizzonti
Visti solo nelle poesie
Oggi il 1 aprile.
Composta mercoledì 1 aprile 2020
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    Scritta da: Christabella del Mar
    Tutti tornano
    dove si sono sentiti amati.
    In macchina. In bici.
    In ginocchio.
    In una casa. In una via.
    In un paese. In un cimitero.
    Tutti tornano
    dove si sono sentiti amati.
    Presto. Tardi. Fra tanto tempo.
    Da piccoli. Da grandi. Da vecchi.
    Ridendo. Piangendo. Impauriti.
    Ma tutti tornano
    dove si sono sentiti amati
    In un ricordo. In un pensiero.
    In un abbraccio. In un sogno.
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      Scritta da: Christabella del Mar

      Canto di chi rimane a casa

      Restare a casa è un ordine
      che non si discute,
      ma da adesso in poi dovremmo essere
      un poco più attenti a quelli che muoiono sul lavoro.
      lo so che ora il problema è non infettare gli altri,
      lo so che non è una banale influenza
      quella che ci sta attraversando,
      ma se dobbiamo temere la malattia
      dobbiamo temerla sempre,
      dobbiamo mettere pochi pesticidi nelle terre
      e le industrie pochi veleni nel cibo e nell'aria.
      e chi non è più amato
      non può più uccidere la sua amante,
      e si può essere ricchi
      solo se non ci sono poveri.
      Non voglio affiancarmi agli stupidi
      per ogni volta che dici qualcosa
      ti rispondo che il problema è un altro,
      dobbiamo chiedere che dal prossimo autunno,
      ogni governo, di destra o di sinistra,
      si ponga il problema che vendere sigarette è vendere tumori
      e vendere alcolici è vendere cirrosi.
      Ora più che mai è un dovere di tutti stare bene
      ma nel futuro deve essere anche un diritto:
      se un futuro governo, come quelli passati,
      toglierà soldi agli ospedali
      per destinarli alle spese militari
      sarà un governo di criminali.
      Composta sabato 21 marzo 2020
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        Scritta da: Christabella del Mar

        Oggi essere rivoluzionari significa rallentare

        Abbiamo bisogno di contadini,
        di poeti, gente che sa fare il pane,
        che ama gli alberi e riconosce il vento.
        più che l'anno della crescita, ci vorrebbe l'anno
        dell'attenzione.
        Attenzione a che cade, al sole che nasce
        e che muore, ai ragazzi che crescono,
        attenzione anche a un semplice lampione,
        a un muro scrostato.
        Oggi essere rivoluzionari
        significa togliere
        più che aggiungere, rallentare
        più che accelerare,
        significa dare valore al silenzio, alla luce,
        alla fragilità, alla dolcezza.
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          Scritta da: Christabella del Mar

          Filastrocca per orientarsi

          Sette punti ho avuto in dono
          Per capire dove sono
          Sopra me c'è il cielo vuoto
          Io cammino ma non nuoto
          Sotto me c'è il duro suolo
          Io cammino ma non volo
          Alla destra la mia mamma
          A sinistra il mio papà
          Dietro me ciò che era prima
          Avanti a me ciò che sarà
          Sopra e sotto, un lato e l'altro
          Dietro e avanti: il mondo è mio.
          Ma dov'è il settimo punto?
          È nel centro: sono io.
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            Scritta da: Christabella del Mar

            La Primavera. Il ritorno

            Salve, gente!
            Sonno appena tornata dalla mia gemella, dall'America.
            Ho preso una mini vacanza
            e ho lasciato il mio fratello, l'Inverno
            a farvi compagnia.
            Spero che non è stato troppo freddo con voi...
            Mi dispiace se vi sembro egoista
            ma ci tenevo tanto, forse da un secolo
            se non di più,
            di festeggiare insieme a lei
            la festa di San Patrizio,
            sapete, Saint Patrick's Day!
            È stato molto divertente! Mi sono ubriacata e mi sono messo a cantare...
            Uno spettacolo...
            Eh, sì, mi sento imbarazzata
            ma il bello è che ho insegnato a tutti cantare!
            "Abbracciami" e "Azzurro" hanno conquistato tutti quanti!
            Ah, dimenticavo: vi ho portato un pensierino, basterà a tutti voi:
            ho riempito le tasche con trifoglio, e dal volo
            ho sparso dappertutto:
            ho fatto il giro del mondo... shhhhhh...
            Ne ho ancora un cestino pieno
            di foglie tenere e fresche...
            le metterò alle finestre quando dormite
            e la Mattina vi porterà Speranza.
            Sì, Speranza, Fortuna e Allegria.
            Ho trovato anche un quadrifoglio:
            questo raddoppierà la fortuna che ci serve.
            Basta crederci: sono benedette proprio da San Patrizio, ragazzi!
            Più tardi vi leggerò la leggenda di questo Patrick.
            Adesso rimango qui, con voi, e vi leggo.
            Important'è di rimanere in casa, con me.
            Adesso scapo un momento
            a mettermi qualcosa addosso
            che fa un freddo cane, fino all'osso
            Ah, un mantello verde, l'ho preso dal'Irlanda
            per la parata
            Oddio, mio fratello, inverno... ha buttato un sacco di neve...
            Aspettatemi, torno in un batter d'occhio, ascoltate un po' di musica fra tempo. Bye-bye!
            "Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro
            e lungo per me..."
            Composta giovedì 26 marzo 2020
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              Scritta da: Christabella del Mar

              A te

              A te,
              che hai lasciato cadere le lacrime
              come due gomitoli di sale
              sfilandosi senza nodi dietro alle spalle
              e scivolare lentamente, tra sospiri e singhiozzi
              lungo alla schiena curvata in avanti
              e stai ancora in ginocchio
              con le mani fredde unite, le dita intrecciate
              A te, io, poeta senza nome
              cittadino dei paesi quasi scomparsi
              fantasma dei tuoi sogni morti
              e dei tuoi morti sognati
              Io, ologramma dell'agonie
              e degli urli lanciati verso le stelle
              affogate nel fumo dei crematori
              e delle croci troppo nuove e lucidi.
              Io che avevo già perso tutto
              quando non era rimasto più niente
              cosa potrei dire per renderti meno sofferente!
              A te
              che ti sei perso nel labirinto di te stesso
              ti posso dare se mi guardi
              un po' di forza vitale
              per farti cominciare a camminare
              come fanno i bambini, un passo a volta
              come sarebbe il tuo prima volta.
              Fidati, staccati da quel pavimento
              raggiungimi, vieni così, piano, nel salotto
              vicino al caminetto. Siediti, io accenderò il fuoco.
              A te
              ti vorrei riscaldare anima e corpo
              A te, che sei immenso come il mondo
              A te, ti dedico il mio sguardo puro ma bugiardo
              e dico ciò che tutti vogliono che dico
              sarà tutto bene, anche s'è un mito!
              Ma io ti alzo e ti chiedo stai al caldo!
              E pur se ti ferisce fino al infinito
              questo dolore fresco, impunito
              A te
              che sei simbolo di tutto ciò che è colpito, esausto, impaurito
              A te regalo il pensiero di ringraziare un attimo al cielo perché sei vivo e qualcuno senza volto
              senza nome
              ti pensa e ti offre una spinta
              verso la primavera, verso la vita.
              Composta giovedì 26 marzo 2020
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                Scritta da: Christabella del Mar

                Viaggiate

                Viaggiate
                ché sennò poi
                diventate razzisti
                e finite per credere
                che la vostra pelle è l'unica
                ad avere ragione,
                che la vostra lingua
                è la più romantica
                e che siete stati i primi
                ad essere i primi.

                Viaggiate
                ché se non viaggiate poi
                non vi si fortificano i pensieri
                non vi riempite di idee
                vi nascono sogni con le gambe fragili
                e poi finite per credere alle televisioni
                e a quelli che inventano nemici
                che calzano a pennello
                con i vostri incubi
                per farvi vivere di terrore
                senza più saluti
                né grazie
                né prego
                né si figuri

                Viaggiate
                ché viaggiare insegna
                a dare il buongiorno a tutti
                a prescindere
                da quale sole proveniamo,
                viaggiate
                ché viaggiare insegna
                a dare buonanotte a tutti
                a prescindere
                dalle tenebre che ci portiamo
                dentro.

                Viaggiate
                ché viaggiare insegna a resistere
                a non dipendere
                ad accettare gli altri non solo
                per quello che sono
                ma anche per quello che non
                potranno mai essere,
                a conoscere di cosa siamo capaci
                a sentirsi parte di una famiglia
                oltre frontiere, oltre confini,
                oltre tradizioni e cultura,
                viaggiare insegna a essere oltre.

                Viaggiate
                ché sennò poi finite a credere
                che siete fatti solo per un panorama
                e invece dentro voi
                esistono paesaggi meravigliosi
                ancora da visitare.
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                  Scritta da: Christabella del Mar

                  Guardaci

                  Siamo noi, guardaci,
                  rifugiati nelle case
                  a guardarci da lontano
                  salutarci dal video senza carne
                  né profumo di figlio, o padre, né mano di madre
                  che stringe carezzando.

                  Siamo noi, guardaci,
                  in questa immobile battaglia
                  senza terra o corpo da combattere
                  davanti a un nemico fatto d'aria
                  che si mangia il tuo respiro
                  troppo piccolo per sparargli
                  infame divoratore di nonni
                  mai più tornati dall'ospedale
                  senza dargli nemmeno un addio.

                  Siamo noi, guardaci,
                  medici che fino a ieri
                  non potevamo sapere, no,
                  di quanta furia è capace
                  un virus quando esplode
                  di quanti se ne porta via
                  che non bastano a contarli
                  Queste mani chiuse a preghiera,
                  ma nessuno è scappato,
                  nessuno,
                  chi poteva immaginare
                  di quanta forza, quale coraggio,
                  si porta nel petto lei,
                  l'infermiera che non smette l'accoglienza
                  che da giorni non si ferma
                  e lavora pure mentre piange.

                  Sono io, guardami,
                  sono italiano, un popolo di terre e colori,
                  fatto di paesi lanciati nell'azzurro
                  e d'artisti del sorriso
                  del buon vino da brindare
                  d'arte profusa per le strade
                  di primavera l'aria già impazzita.
                  Mio stivale, altare
                  di bellezza e d'amore
                  tornerai a correre per le strade,
                  nell'abbraccio d'uno sconosciuto
                  con la tua voce di canto
                  mi dirai che tutto è finito.
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                    Scritta da: Christabella del Mar
                    Chi è colui così gagliardo e forte
                    che possa vivere senza poi morire?
                    E da colei che è tutto, Madonna Morte
                    quando l'ora scocca potrà mai fuggire?

                    Niente con sé potrà portare
                    e quando la Morte taglierà il suo filo
                    nessuno al mondo lo potrà scortare
                    dentro la tomba, nel suo ultimo asilo.

                    Venite dunque e insieme a lei danzate
                    perché ormai è la fine, perché
                    questa è l'ora
                    ogni speranza per sempre abbandonate
                    chè la morte è qui e vi prende la gola.
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