Poesie personali


Scritta da: Enrico Giuffrida
in Poesie (Poesie personali)
Solleva la tua bisaccia,
porta con te la dottrina
che la vita in maniera ardua ti ha insegnato.
Deponi tra i rifiuti ciò che è logoro,
ciò che opprime l'essere,
quel che ha cancellato nel tempo, il sorriso.
Celere affretta il passo,
al bivio cambia sentiero.
Prendi con te un bastone,
ti servirà per rialzarti
nel momento in cui il tuo piede vacilla.
Non voltarti indietro verso il passato,
guarda con fiducia il domani,
fa che dal tuo io si innalza una preghiera
ricca di speranze, sinora negate.
Porta con te un impermeabile
ti servirà per far scivolare la pioggia di critiche
Non ruotare il tuo capo,
guarda il tuo obbiettivo
che appare sulla vetta del monte.
Alimenta il tuo io con l'esperienza
servirà a fortificarti
e nei momenti di gran fatica
osserva lo splendore della tua meta;
la sua luce riscalderà il tuo spirito solitario
con la fiamma della tenacia e del coraggio.
Composta martedì 18 febbraio 2014
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    Scritta da: Dario Pautasso
    in Poesie (Poesie personali)

    Il Sole

    Sono entrato nella piazza
    curvo sotto il peso
    che portavo ben chiuso sulle spalle:
    la gente ronzava come sempre
    ed io ho detto: eccovi!
    Eccovi il sole,
    non ve l'aspettavate da me!
    Ho lasciato cadere quella palla
    infuocata di meraviglia
    proprio lì, ai miei piedi.

    Tutti si coprivano il volto,
    abbassavano lo sguardo
    urlavano come impazziti.
    Spegni quella maledetta luce!

    Ben presto la piazza era vuota
    solo il vento brontolava nel candore.
    Le persone, tutte, chi qua chi là
    s'erano rifugiate nelle stalle
    nei bunker antiatomici
    nelle cave delle miniere
    ovunque fosse buio.
    Abbandonai il sole e le seguii
    dentro uno scantinato sudicio
    immondo d'odori di
    sudore e lacca e fiati gravi
    e deodoranti e merda e paura.
    Allungai le mani per farmi spazio
    e sentii le forme cadenti
    dei corpi compressi nell'oscurità,
    m'appoggiai al ventre obeso
    di una vecchia donna
    che si strinse al muro bestemmiando
    e finalmente ero calmo
    finalmente sicuro
    finalmente a casa.
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      Scritta da: ROBERTO POZZI
      in Poesie (Poesie personali)

      Lacrime di passione

      Una goccia dopo l'altra
      continuava a sgorgare dalle mie pupille,
      un altro sfogo dello spirito ferito
      dall'aridità di gelide anime
      che non avevano ancora imparato
      la differenza tra apatia e simpatia.

      L'ultimo scempio era stato perpetrato
      dai cosiddetti "esseri" per cui
      il significato della parola "umano".
      era un sinonimo di debolezza,
      i miei occhi gonfi di malinconia
      si erano finalmente arresi:
      non riuscivano più a trattenere
      le migliaia di gocce
      ormai divenute lacrime
      di un'anima sofferente
      dell'amarezza di ogni giorno....
      l'indifferenza!

      Non mi vergogno più di niente,
      sono orgoglioso di piangere
      come un immaturo bambino,
      certo che soffrire per la fine di una passione,
      la morte della spontaneità dei sentimenti
      decretato dal menefreghismo collettivo,
      è tutt'altro che una consolazione.
      Non c'è alcun senso liberatorio
      nel mio disperato pianto,
      le lacrime non mi restituiranno
      gli istanti di felicità rovinati
      dall'ignobile narcisismo
      della mia patetica razza.

      Mi toccherà pure vivere
      in questo dannato inferno terreste,
      ma neanche il diavolo in persona
      riuscirà a derubare la mia sublime passione
      per il sentimento divino dell'amore...

      l'estasi di amare qualcuno più di se stessi
      rimarrà' per sempre scolpito nell'anima
      come la massima espressione della mia umanità!
      Composta lunedì 17 febbraio 2014
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        in Poesie (Poesie personali)

        Imbrunire

        La terra canta dolce di tramonto,
        in estasi di cielo l'orizzonte
        apre l'uscio a misura di pennelli
        a parole pacate dietro i monti,
        e di silenzio abbevera le valli,
        sospeso alla magia della campagna
        m'infittisco di alberi, tra fronde
        si leva a curiosare qualche guizzo
        di sole calmo, ed è poesia di trilli.
        In lontananza fermo di lavoro
        raggomitola il giorno il contadino
        sulla terra sdraiata mescolando
        i passi stanchi all'imbrunire e l'oro...
        e lascia qualche brivido che passa.
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          in Poesie (Poesie personali)

          il cuore perduto

          guardo svogliato le immagini di un film,
          la mano gratta distratta il telecomando.
          Sento il rumore dell'acqua nella doccia,
          scorre sul corpo che ho sporcato stasera.
          Annuso le mani
          che prima profumavano di lei
          adesso puzzano di vecchia storia
          durata un'ora.
          Strano concetto
          che ho maturato
          del tempo dell'amore.
          Come se fossero
          le fasi di una vita a due.
          All'inizio ti distendi
          alla fine non ti lasci,
          ti alzi dal letto ed è finita.
          Non mi domando
          perché abbia accettato,
          si sia spogliata.
          Forse mi ha amato,
          almeno per mezz'ora.
          Ho solo fretta che se ne vada,
          che porti via il suo corpo,
          le parole dette,
          l'intero fatto.
          Per ritornare in me
          dovrò domani
          non ospitare qualcuno in casa mia,
          ma suonare a quel campanello,
          entrare in quella casa
          dove dopo un'ora,
          prima di andarmene,
          tolgo dal portafogli il suo "dovuto",
          incasso il
          "ciao tesoro è stato bello, torna presto se vuoi sei sempre il benvenuto".
          E mentre lei lo dice
          osservo il portafogli
          e penso che sia lui il vero benvenuto.
          Composta lunedì 17 febbraio 2014
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