Scritta da: Santi Cicardo
in Poesie (Poesie personali)
Ormai cieco
accarezzava il piano consumato del tavolo
la bottiglia vuota era pronta
per la sua ultima lettera
(che era anche la prima)
l'avrebbe abbandonata al verde e al sale della terra.
Mise mano alla penna
l'inchiostro nero aggrumato
cominciò a sciogliersi
al calore della sua presa
che ne sentiva l'odore tondo di un mondo indelebile.
Il foglio stava sotto poroso
una membrana bianca
tra il mondo e le sue parole
pronta a respirare.
Pensò a lungo
al messaggio da scrivere
ormai cieco
non ricordava i colori
cieco, che ormai la notte è pure lei sbiadita.
A lungo
tornò agli attimi d'amore
a lungo
agli attimi di rabbia
a lungo
a quelli banali di cosa mi metto
che faccio
che mangio.
Prese a scrivere in bella grafia
cancellò
bella grafia
cancellò
bella grafia cancellò
scarabocchi e scarabocchi
inchiostro su inchiostro
una lunga illeggibile macchia.
Continuò a lungo
che anche la bottiglia
fu sul punto di divenire cieca
e strozzare il buco che la collegava al mondo.
Infine si bloccò,
arrotolò il foglio
ormai un leopardo bianco e blu
e lo ficcò nella bottiglia
il messaggio da lasciare
per chi quando lo avrebbe letto.
Così immaginò la vita
potesse raccontarsi:
scarabocchi e scarabocchi
inchiostro su inchiostro
una lunga illeggibile macchia.
Composta domenica 31 maggio 2015