Scritta da: Anna Maria Crugliano
in Poesie (Poesie personali)
Cielo sorvolami tu,
cadendo su di me un petalo mi colora!
Eternità sollevami tu,
ora aprimi il corpo e togli da me nuvole!
Composta venerdì 22 aprile 2016
Cielo sorvolami tu,
cadendo su di me un petalo mi colora!
Eternità sollevami tu,
ora aprimi il corpo e togli da me nuvole!
Da altezze di pensiero
arriva a me
il tenue canto
del silenzio.
rispondo con musica
di preghiera.
L'acqua del tuo sorriso
placa mia sete d'infinito
e libera ritrovo
miei spazi di eternità.
Tumulto di pensieri
sale incontrollato
dalle profondità
dell'essere, bruciando
pace del cuore.
Si reclina moribondo
sullo stelo
il piccolo fiore
di mia fede.
Improvvisi
m'inondano
i fremiti del "suo amore".
Rispondo
gustandone
l'ebbrezza.
Esultante li guardo.
Ora corrono
e, in arcobaleno di preghiera,
s'incontrano
con i tuoi spazi
di luce.
Persiste nuvolaglia grigia.
Guardo il mio albero
che, adorno
di gocciolanti perle,
bagnato
ride di gioia.
Inattesa, improvvisa,
insolente
sei entrata nella mia vita
con tutta la corte
dei tuoi amici:
ecco vince
la lentezza del corpo
l'assillo
di doloranti piedi,
la stanchezza delle membra.
Mi confondo.
Poi cerco strada
di salvezza.
Sicura scendo
nella casa del mio cuore
non ancora intaccata
da tua sgradita presenza.
Rovisto e trovo
intatto, in suo splendore,
il bastone di speranza
e, con sveltezza ritrovata,
agile risalgo.
Mi fermo,
respiro
in spazi di preghiera
nutrendo la mia fede
alla mensa della parola.
Muoiono di fame
le mie paure.
Ristorata riprendo
la mia strada,
anche se è in salita.
E noi ancora
ti aspettiamo
fanciulla leggiadra
di bellezza inondata.
Ma questa è nostra
misera illusione.
Non puoi.
Ecco l'amaro perché:
i tuoi boschi
sono stati violentati.
Le tue foreste
estirpate.
Le viscere
della Madre Terra
sono state bruciate
da sacrileghi
esperimenti nucleari
per infami traffici di odio
portatori di guerre.
I fiumi sono stati inquinati
da abusivi scarichi.
E il cielo continua
a versare
le sue lacrime.
Nel mio terrazzo
esultano fiori
in esplosione di rosso.
Vi tuffo dentro
il mio cuore
fanciullo.
Impareggiabile astro del cielo
ti raffigura,
questo sole prodigioso;
di fulgida luce artefice.
Ovunque si posan
i suoi dorati raggi
si risveglian acerbe promesse,
destinate a morir
nel breve lasso
o a sbocciar in fiori
di beltà e bontà infinite.
E come il fiore dà il frutto atteso
anche l'esser tuo concreto,
in quel tempo fosco,
maturar faceva
le mie speranze,
di gioventù sapide.
Nel cuore, da quanto,
esse rimbalzavano
senza che esprimersi potessero!
Speranze destate
nella convinzione certa
che volar fosse possibile
e innalzarsi fino alle stelle
più lontane fosse credibile,
a catturar i desideri,
a cercar fantastici sortilegi
da lenir l'anima smarrita.
Fino a liberar briciole
di genialità e follia
che unici e magici
rendono i propositi
e autentica la via.
Eri tu, come il sole,
di luce artefice.