Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie personali)
Baciando un sogno
E fermo
nel mio respiro
un bacio,
dall'altra parte dei sogni,
oltre l'onda del tempo,
sfiorerà le tue labbra.
Composta venerdì 15 aprile 2016
E fermo
nel mio respiro
un bacio,
dall'altra parte dei sogni,
oltre l'onda del tempo,
sfiorerà le tue labbra.
Diluisce il respiro nella notte
lassù dove si fa cielo il pensarti,
dove il tempo s'imbianca di luna,
tra bagliori di una danza di stelle.
Gocciola a volte la malinconia,
dal cuore scivolano gocce sulle dita,
invisibile inchiostro che scrive
di un silenzio che non vuol tacere.
La notte ha ripiegato
i giorni distratti del cuore,
minuti mai respirati,
quel tempo discioltosi nel buio
di un cielo senza più risposte.
Sono liquide certe parole,
gocciolano lacrime nel vento.
Sono ricordi senza una memoria,
scaglie di cristallo graffianti,
come naufraghi persi senza più rotta,
tra luci e ombre di una nuova alba.
Se la mia testa non fosse schiacciata
dal peso del passato,
potrei tornare a sorridere, piangere
e scegliere il presente che mi libera
se il mio cuore non continuasse a battere
così piano e il mio respiro
non fosse mozzato sul nascere, potrei dirti, amico mio,
che la tua presenza mi lascia il segno
più bello che si possa sognare
il tuo sorriso e i tuoi occhi
mi dedicano parole lievi, dolci e sinuose
Se tu non esistessi, io
non potrei più desiderare.
Gli anni dell'uomo se li porta il vento
lasciandoci rughe come ricordi.
Brillano i nostri occhi accarezzando
il tempo che matura lentamente.
Ieri eravamo fiori di tutti i giardini
specchiandoci negli occhi della mamma.
Il sole e la pioggia ci hanno maturati
dopo anni di sudori e rimpianti.
Siamo uomini aprendo cammini
superando montagne e deserti;
poi finalmente chiniamo la testa
aprendo i ricordi sbocciatici dentro.
Quante mani abbiamo strette,
quanti occhi abbiamo fotografato,
quanti sorrisi ci hanno regalati
i tanti visi che abbiamo incrociati.
I nostri anni vissuti in pienezza
sbocciano sempre nei fiori campestri:
basta saperli guardare e ascoltare
affinché il silenzio ci inviti a pregare.
Maschere di Carnevale riflesse nell'acqua
abbelliscono le strade della nostra vita.
La città sembra rinata negli occhi di bimbi
aggrappati alle ombre danzanti nella via.
I colori racchiudono l'allegria del giorno
maturata in sogni sbocciati nelle notti
piene di fantasmi nati dalla memoria
di uomini e donne ricchi di ricordi.
A carnevale ogni scherzo vale
dice il proverbio nato chi sa quando
in questo mondo di fantasmi umani
pieni di colori e fantasie strane.
Il carnevale lo portiamo negli occhi
quando camminiamo con nuvole in testa.
Le ombre si vestono di festa popolare
al suono di danze e musiche nostrane.
Il freddo gela la memoria,
lo sguardo vaga con il vento.
Il cielo è chiuso nei tuoi occhi
aspettando che la pioggia lavi
i nostri ristretti orizzonti.
È un autunno carico di silenzio
rotto da stormi di uccelli veloci,
inseguendo fantasmi solitari
fra nuvole in cerca di riposo.
Il pomeriggio di quest'autunno
odora a fumo di legno d'ulivo
che brucia nel camino di casa
leggendo le ombre della vita.
L'autunno avanza lentamente:
matura il vino in cantina,
il cuore ritorna fanciullo
spiando sorrisi senza vizi.
Pennellate di silenzio
sono gli occhi di un vecchio
aggrappato all'ombra
del giorno che va morendo:
Nella nebbia: maschera di tristezza.
Nel mondo: ombre e speranza
Le ombre annullano le forme
dell'essere che ha occhi di farfalle.
Sono grigie le lacrime del giorno
quando la speranza viene a mancare.
Gli uccelli beccano l'anima
sui tetti azzurri del mondo.
L'azzurro è chiuso negli occhi
di un bimbo guardando la mamma.
Cade la maschera, l'uomo la raccoglie
sparendo con i colori del tramonto.