Poesie personali


Scritta da: Iris Vignola
in Poesie (Poesie personali)

Se d'amor è costellato

Dedalo di tombe, sì squallide e penose,
abbandonate, nel correre del tempo, che l'ha inasprite.
Colgo espressioni vive,
da immagini ingiallite di volti antichi.
Sguardi sfocati,
che celan l'incognito movente d'esser vivi.

Immaginarie salme sconosciute, cinte in sepolcri,
testè pregnati sol di cenere sbiadita.
L'essenza, invero, s'è dipartita,
dall'ultimo sospiro della vita.
Quesiti sorgon, in veste di pensieri,
pur privi di sentenze giuste, ma sol di presupposti.

Colei... colui, che fu materia, tessuta d'impeto d'amore,
lo alimentò, in vita? Ne fece la sua bibbia, il suo volere?
Tal labbra, ormai più rimembrate,
ch'han gli angoli ch'atteggiano sorrisi,
quant'amore, allor, hanno donato?
Di quanto, altresì, parlato?

Il vento del silenzio cela storie, che narran di vissuto e di rimpianto,
per quel che non è stato, di morte e di rancore,
di gioia e di dolore,
seppur, innanzi tutto, dissolva il velo nero da quel canto,
che s'alza, dalla terra in ogni dove,
circuendo ogni cuore solitario,
per riversarci amore, sgombrando l'ombra nera del livore.

Bene sempiterno e imperituro male,
in lotta solitaria, senza scampo,
leggendario, il lor fluire antagonista, nella gara del potere,
di cui saggi son i tumuli,
che ognor san quel ch'è vero,
ciò ch'era stato scritto, dal principio.
Peccare, al pari di sbagliare scelte esistenziali.

Debole, la carne, si flagella infine,
tuttavia, divien, perdono, l'essenziale,
se, d'amor, è costellato,
qual prospetto di ricchezza universale,
che non lascia nulla al caso, ma s'è fuso,
nel plasmare l'entità, quale fulcro del concetto d'esistenza,
coniugata alla luce dell'eterno.

Ingiunge, la coscienza, nell'attuar le scelte,
sian esse grame o giuste, al suo parere,
falsato, talune volte al cuore, che, di rimando,
brama affrancarsi, dall'assoggettarsi,
s'è posto in discussione, cosicché ribellarsi,
ponendosi al comando,
onorando l'amore.
Composta sabato 9 aprile 2016
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    Scritta da: Iris Vignola
    in Poesie (Poesie personali)

    Illustro giorni

    Carpendo sfumature iridescenti
    dai colori che natura ci ha donati,
    illustro giorni,
    variopinti e ghirlandati,
    dai toni sussurrati dal desio
    dell'io nascosto,
    tralasciando il tinteggiar oscuro
    del grigio e nero.
    Incetta fa, la speme,
    di giorni alternativi
    di dì sognati e mai visti innanzi,
    di ore beneamate,
    che nutrano il presente,
    dacché, del mio futuro,
    non sappia ancora niente.
    Illustro giorni vaghi,
    dal cuore di farfalle,
    che volino soavi
    e lascino i lor strali,
    su note di violino,
    o d'arpe celestiali.
    Composta martedì 17 maggio 2016
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      Scritta da: Iris Vignola
      in Poesie (Poesie personali)

      Desideri

      Nascondeva lacrime innocenti, tra radicate infamie,
      mostrando denti bianchi, in sorrisi smaglianti ed ammiccanti.
      Pertugi, nella mente, circuivano pensieri,
      simulando desideri, luccicanti come stelle,
      ancorate a quel suo cosmo irriverente,
      prigioniero d'ombra d'un disdicevole degrado
      del suo alter ego, di quella che faceva e non pensava niente.
      Di colei che rifiutava e viceversa, la sua parte di coscienza,
      che tesseva, ricamava, rifiniva una vita alternativa,
      rammendando solitudine e squallore, in vuoti enormi,
      con l'ago di pazienza ed il filo di speranza.
      Desideri impertinenti, timorosi di svanire, essa cullava,
      fra lenzuola spiegazzate, che grondavano sudore,
      corpi ignudi, misti a umori e ad odori, in rapporti sempre uguali.
      Mille amanti frettolosi, mille volti sconosciuti,
      non colmavano il ricordo di quell'ora ch'hanno avuto,
      nel lasciar la propria impronta, poi dissolta, in un minuto,
      sopra il letto saturato del veleno del peccato,
      fomentato dal martirio d'un orgasmo esasperato.
      Desideri irrefrenabili e impetuosi,
      affrancatisi da pene del suo viver licenzioso,
      sconfinando e rinnegando ogni traccia di serpente
      che, strisciante, rifugiava nella tana bistrattata
      e infecondata, dall'amore ripudiato e crocifisso.
      Desideri ch'hanno vinto,
      nello smetter di giacere fra le braccia di nessuno
      e nel cogliere il volere, quel recondito, sol uno,
      quel dettato dalla voglia di riscatto del suo ego,
      nel riflesso d'esistenza, intrappolato, in quel laido passato.
      Composta giovedì 9 giugno 2016
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        Scritta da: Iris Vignola
        in Poesie (Poesie personali)

        Luce di speranza

        Avanzo lentamente, solcando strade in città stinte, aridi deserti,
        attorniata d'altri, percependo fatalmente d'esser sola,
        tra solitudini diverse.
        Su passi d'affannante gente smarrita, arranco la salita con fatica.
        Scomparse ormai pianure e pur discese,
        come per ogni essere pensante, al quale han tolto molto... tutto... La luce di speranza.
        L'umanità s'è persa, tra 'l deserto del domani, oceano di sabbia fautrice sol d'inezia.
        L'odore della morte, ch'opprime il cuor e nari,
        seguente a cruenta sorte, sì avvallata dal male, crea disperati.
        Sanguinaria, ancor grida la belva ancestrale,
        ch'ha fame di carne, nonché sete di sangue.
        Grida disperse s'elevano al cielo, racchiudenti intrinseche preghiere
        rivolte al Padre oppure al Figlio, che taluni all'inverso bestemmiano.
        Nel seguir ombre sconosciute,
        calpesto lor orme su terra brulla, su cui germoglia unicamente il nulla.
        Riecheggian voci lontane tra fasti passati, echi di gaudio e di risa già udite.
        Tremulo, 'l fuoco dell'amor fraterno si consuma,
        per spegnersi a un impercettibile alito di vento o a un sospiro.
        Respiro indifferenza tra rovine,
        la brama di potere ha reso l'uomo infame, senza confine alcuno.
        In cambio di danaro baratterebbe tutto, persin la propria madre.
        Caduca volontà, creder ch'esista un avvenire!
        I martiri s'arrendon senza porre resistenza; prona la vita a reclamar la lotta,
        purtroppo par invana la richiesta, resta sospesa, tra barlumi di paure.
        Riarse labbra celano sorrisi, dagli occhi gonfi 'l pianto scava solchi sulle guance,
        la folla delirante chiede pane ed esistenza vera.
        Le voci son riunite in un coral brusio sommesso,
        ch'intona un inno ch'ha sapor di prospettiva, univoca la voce ch'or s'alza dal deserto.
        Nel mentre l'orizzonte s'è imbrunito,
        il vento testé alzato spira forte e disperde or or la sabbia d'apatia.
        Scoprendo ciò ch'aveva sotterrato
        ravviva allor la fiamma di speranza, innegabilmente mai del tutto spenta.
        Composta lunedì 23 novembre 2916
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          Scritta da: Iris Vignola
          in Poesie (Poesie personali)

          La monaca

          Scioglieva i suoi capelli lunghi e neri,
          soggiogata da litanie, nenie diffuse,
          allorquando li spezzava, in un sol colpo,
          donando chioma, alla lucente lama.
          Brandelli caduchi,
          rendean tappeto l'ore infrante,
          taglio netto ad un nobile vissuto,
          in agonia prostrata. straziata,
          seguente a scelte d'altri,
          dal bieco sapor di costrizione.
          Un solo istante... l'esistenza, in un minuto,
          s'ea ritirata tra cinta di clausura,
          orazioni cantilenanti e ceri accesi, sagome scure su immacolati muri.
          Angusti corridoi... Segreta e uggiosa cella accogliea carne fiorente,
          vitale ed infuocata, dal desio del peccato,
          a tramar l'incontro e copulare, nell'anelata ombra,
          recante luce a figli, nati e persi, sovente mai bramati.
          Tormentato amore disperato, esasperato da simboliche catene,
          sortite dalla mente d'un infido tiranno,
          che padre s'appellava, di giovinetta ignara,
          la monaca che si macchiò d'infamia, in tempi andati.
          Composta mercoledì 20 luglio 2016
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            Scritta da: Iris Vignola
            in Poesie (Poesie personali)

            Se musica fosse il mio nome

            Allietata a inventar melodie,
            come strali sinuosi,
            sprigionandole all'erte colline, ch'incontrano valli,
            ne riempiano fiumi e torrenti,
            nel scrosciar dirompente dell'acque,
            gorgogliandole ai boschi silenti,
            come fosser carezze innocenti.

            E ad effonderle ai prati, irrorandone i fiori,
            che sappian cantare il sussurro di miele,
            olezzo fluente nel vento,
            dell'etere, sospiro corroborante.
            Proverei a ricercar sinfonie voluttuose,
            d'accordi coese,
            sulla scia dei gabbiani garrenti.

            Stridori possenti, nel volerle imitare,
            per vestirne la brezza, volando sul mare,
            dando agio alle note che forgino il canto,
            che sol lui sa intonare, col suo far fascinoso,
            lo sussurri alle onde, in quel lor fluttuare
            ed illuda ancora la rena,
            che non abbia a finir nel fondale.

            Sognerei di scoprir l'equilibrio d'un ritmo armonioso,
            di cui cingermi in fretta a plasmar lo spartito,
            per non farlo sfumare
            e vibrarne le corde d'un piano o un violino,
            che mi elevino in alto,
            oltre i monti imbiancati, sui cieli,
            a donar le mie note alle arpe suonate da dita divine.

            Se Musica fosse il mio nome...
            per danzar nella sfera celeste,
            angelica come nessuna,
            nel flusso sgorgante di mille assonanze...
            Sarei Musica Eccelsa.
            Composta martedì 1 marzo 2016
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              Scritta da: Animals
              in Poesie (Poesie personali)

              Mio eterno

              Mi guardo
              non sono io
              sono quella che sono diventata
              ho paura

              piango, vorrei urlare, vorrei avere qualcosa
              qualcuno
              ma metto a posto i capelli
              e sono ancora io

              fragile, spaventata, triste
              nessuno c'è e nessuno ci sarà

              ho paura
              bisogna combattere, bisogna risorgere

              non mi riconosco, cosa sono, chi sono?
              Le lacrime scendono, grazie
              risorgerò
              esisterò ancora?
              Composta venerdì 16 dicembre 2016
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                Scritta da: Rosa Di Fraia
                in Poesie (Poesie personali)

                Il tempo passa e non torna più

                Quante volte
                ci siamo chiesti
                di non aver dato abbastanza
                oppure pensare qualcosa che ci manca
                e lo abbiamo trattenuto col pianto
                un dono un gesto o una carezza
                piccoli gesti che forse
                avrebbero cambiato in qualche modo
                chissà chi chissà cosa...
                siamo sempre troppo indaffarati
                a cercare altrove
                ma poi tralasciamo
                attimi incompiuti
                che non ritorneranno più
                pensare di essere in credito
                ma il tempo è quel che è
                prende e non lascia.
                Non tratteniamo un emozione
                che ci rende ricchi nel cuore
                la mancanza di
                quel bacio non dato
                quell'abbraccio mancato
                quel ti amo affrettato.
                Siamo sempre così occupati
                che non ci accorgiamo
                il tempo passa e non torna più.
                Composta venerdì 2 dicembre 2016
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                  Scritta da: Pietro Colucciello
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Nebbia

                  Un mare di nebbia avvolge il paesaggio,
                  la vetta e le montagne che ogni uomo
                  è intento ad ammirare.
                  Soggiogati dal forte richiamo della natura
                  più aspra e al contempo imponente,
                  né fiori e né vegetazione
                  appaiono sulle inospitali rocce,
                  solo una forte sensazione di freddo nell'anima,
                  che rivela la pochezza umana
                  di fronte all'immensità del creato,
                  lì davanti alla suggestione
                  di una croce che si staglia verso il cielo.
                  Composta giovedì 15 dicembre 2016
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                    Scritta da: Rosmarino
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Solo per una notte

                    Permettimi di amarti, anche solo per una notte
                    il tempo di rubare la felicità e poi lasciarti andare
                    usa il mio corpo, in modo che metti a tacere ogni tuo istinto
                    e io potrò fare l'amore
                    per la prima volta
                    con uno sconosciuto
                    lasciati puntualizzare di che colore sono fatti i tuoi occhi
                    perché infondo non sai quanto è profondo il blu
                    i tuoi occhi come l'oceano di terre ignote
                    non so nuotare ed affondo
                    in quello che sei
                    non importa se sei solo un'idea
                    oggi sei il mio grande amore
                    ed il grande amore è una cosa che voglio vivere
                    anche solo per una notte.
                    Composta giovedì 15 dicembre 2016
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