Ali, tante ali, belle ali, bianche, Ali piccole, a volte tanto grandi, Ali senza forma, ali senza nascita, Ali con una vita, vuote, bianche, Ali su dei monti, alti e forti, ma i monti non ti fan vedere quel che c'è del vero, la verità non è sui monti, e il vero non è la vita, questa vita, ma dove, ovunque Ali, Ali sole, vivono in solitudine, disprezzate, il bianco è solo nell'anima, senza colori sono i pensieri, solo monti, Ali ormai chiuse, Ali ormai stanche.
Ti guardavo con occhi strabiliati, lucidi di poesia. Parevano musica anche la tue parole che mettevano a tacere ogni mio pensiero per ascoltare.
"... Un giorno vidi una stella ballare... e allora..."
Recitasti questa frase davanti a tanti sguardi sinceri e non sinceri. "Sono io! " pensai... "Sono io la tua stella!" E mi sentii per un "lungo attimo". Musa dei tuoi pensieri folli.
Le Esperienze sono Mattoni che ti vengono lanciati dal Destino a volte anche Ferendoti, tu le metabolizzi e le utilizzi mischiandole con le Lacrime, il Sangue e il Sudore per costruirti un Muro che ti proteggerà dal Futuro...
Evviva il crogiuolo colmo di metallo fuso che ti verserò sul muso quando nell'aldilà verrò a trovare proprio te. Perché tu sei atrocemente morto da tanto tempo e probabilmente ti sei scordato di me, io invece no. Perché quando si muore a ognuno viene dato un ruolo, a te vittima, a me è stato predetto in sogno carnefice di te. Già sento le urla di tutti i giorni quando verrò da te per darti il tuo tanto. Ti prego non fare così, lo sai che devi purgare tutto il male che in vita hai voluto fare. Tutti i giorni la stessa storia, solo per tutta l'eternità. Griderai, soffrirai, urlerai "Voglio morire! ", ma morire non potrai, perché sei già atrocemente morto da tanto tempo, siiii!
Ogni fine ha avuto un inizio, la mia fine come inizierà e che senso avrà se tra inizio e fine non si è assaggiato, gustato, assaporato il più possibile delle cose... Assaggiare, anche per poi sputare e vomitare, gustare sino al punto di odiare un sapore assaggiare controvoglia per la cultura del sapere, sperimentare sino a sentire il palato impastato di sangue... Conoscere per scegliere, per esser libero e talmente ricco dentro da conquistare un'umiltà interiore tanto forte da non essere prosopopeico e supponente... solo saggio.
Il mio corpo assimilato dalla terra... per non morire, il mio corpo mangiato dai pesci... per non morire, il mio corpo dilaniato dagli avvoltoi... per non morire, il mio corpo nei ghiacci eterni... per risorgere e vendicarmi.
Nascono tra le pietre consumate del sentiero che porta a casa, la casa degli alberi. Nelle notti di neve e di lupi quando il brivido gela le piume e i diamanti trafiggono gli occhi, i miei versi come preghiera cercano il cielo.
Stregoni incipriati danno spettacoli esaltanti santoni con cravatta disinti cartomanti sanno manipolar gli altrui destini con i guanti. Ritrovi attorno a tavolini illuminati dalla luce fioca tremori simulati attivano la pelle d'oca legati alle paure che ci portiamo dietro occhi sbarrati nel consultar bocce di vetro. Animi afflitti si contorcono nell'ascoltare le controversie strade da dover attraversare. Ma a questo dice il mago si può trovare soluzione ed ecco prender forma la magica finzione. Trovano godimento allora i falsi maghi vendendo sogni vuoti sogni vani e raggiungono l'orgasmo con lo sfregamento delle mani. Mani già abituate a ritirare e a soppesar mazzette legate e ben compresse da gente che sta in bilico sulle taglienti lame delle false promesse. Adesso basta! Finiamola di dare retta a questi lestofanti.
Ma a guardar bene i polli fuori dal pollaio sono tanti.