Vago per il mio paese
odo dei suoni poco lontani:
la banda continua a nuotare nel suo mare di note.
Io ti cerco invano...
non sei più qui.
Aspettavo solo te.
Era solo con te che voleo stare.
Ma... tu ora hai già un altro impegno no?
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Vago per il mio paese
odo dei suoni poco lontani:
la banda continua a nuotare nel suo mare di note.
Io ti cerco invano...
non sei più qui.
Aspettavo solo te.
Era solo con te che voleo stare.
Ma... tu ora hai già un altro impegno no?
Spero non accada mai.
Piango al solo pensiero.
Diluvia nella mia stanza, ora.
Credo ormai, io non abbia più speranze.
Game over!
Ho perso di nuovo...
E sei di nuovo tu che mi trasporti dove non saprei
andar da solo
disegni le mie ali e mi fai spiccare il volo.
E sei di nuovo tu romantica emozione dolce sogno
mio nutrimento mia fonte di bisogno.
E sei di nuovo tu caldo raggio di sole
che scaldi e cicatrizzi
le ferite del mio cuore.
E sei di nuovo tu che stringi la tua mano nella mia
compagna dei miei viaggi
amica fantasia.
Tu scendi radiosa le scale
ed il tuo sorriso dolce e timido
mi rassicura ed allo stesso tempo
il mio cuore trasale.
È la prima volta che ti vedo
eppure da sempre nel sogno
ti guardo.
Ci conosciamo da poco
ma è da sempre.
Inutili le parole!
I nostri corpi si parlano già
come vecchi amici
al Sole.
Senza parlare ci siamo
abbracciati
ed i nostri cuori si sono
insieme fermati,
per poi ripartire
insieme sincronizzati.
È il nostro primo incontro.
È il nostro primo passo
nel cielo nero di uno scontro
di due stelle che
per anni si sono cercate
ma la luce
l'aveva allontanate.
Poi venne il tramonto
e con le sue ombre
disse loro che pure nella sera
è il loro mondo.
Sono passate le stagioni
Sole cocente e freddo glaciale
non ci hanno impedito
la nostra musica cantare...
Nessun perturbamento
nonostante il nostro
amar violento
ha scalfito il nostro incontro.
Contro ogni logica
il nostro sentimento
da ogni scontro
nasce a nuova musica.
È il rinnovarsi
contro ogni evidenza
del continuo amarsi.
Tutto collima,
nel vento le parole
da esso trasportate
nei nostri due corpi avviluppati
le sensazioni mai provate.
Ed i nostri due cuori
ancora sincronizzati,
come il primo giorno
quando allibiti si erano fermati.
Mistero è in noi Amore!
Sei... il passo di danza mai osato,
il bicchiere vuoto trasparente di ricordi, il canto nostalgico di un tenore stanco, il mio nido... disabitato dopo te.
Sei... finestra spalancata negli androni vuoti
matita che traccia segni di me, voce antica, fantasma vagante nel castello della memoria, testardo ricordo fracassato di baci, mentre tento di non essere me.
E sei ancora... amore storpio che respira a fatica, a cui tolgo il respiratore inutilmente.
Sei, al di là del tempo, diamante lucente, perso da un pensiero sbadato, nel grigiore del mediocre quotidiano.
Perché tu sei... E non c'è posto per nient'altro.
Se tu che mi manchi
e le tue grandi gioie
con le quali volavo
assieme al mio eros.
Ci siamo imbattuti
in un'enorme tempesta.
Teniamoci saldi
a questi pochi relitti,
non lasciare mai
la mia mano,
tutto finirà presto.
La burrasca è
la nostra paura,
noi la temiamo,
noi la odiamo,
ma solo passando
da qui arriveremo
all'isola felice.
Brezze leggere e forti venti accarezzano pareti esposte a dolci panorami
i muri a secco formano gradini messi a dimora
da pazienti mani
taggiaschi antichi si lasciano coccolare dai raggi del sole
nitidi sono i colori che arrivano a toccare il cuore
cercando cosapevolezza assorti nei silenzi che
aprono spazi interiori
attaccamenti alla materia si dissolvono nel vento
intento a far danzare i fiori.
Sedie di freddo metallo nero attendono scapole e
colonne vertebrali
tese cinture ai gomiti aiutano ad erigere
candele non sacrali
rollati tappetini separano ginocchia nel ricercar
posture naturali
energiche torsioni danno sollievo a punti di
giunzione
nella costante pratica dimora giusta unione
soffi leggeri indicano nuove strade
nell'universo della respirazione.
Hatha compagna assai preziosa che può portare spine
come rosa
aratri di fattezza umana eroi seduti con fierezza
i tre guerrieri in posa
trovare giovamento formando mezze lune
cammelli che evadono le crune
formare barche chiudere gli occhi prendendo forma
di ponte sul fiume
incroci di cuscini senza piume
energici i saluti rivolti verso il disco che scalda
e manda calore
legami nuovi nascono nei modi di condividere opinioni
dentro le stanze invase da srenità
si dissolvono tensioni.
Ho in mano una pesca
e sto pensandoti,
ho in mano una pesca
e sto guardandoti,
ho in mano una pesca
e sto scrivendoti,
ho in mano una pesca... perché,
mi dice ciò che provo
quando accarezzo il tuo dolce viso,
mi dice ciò che provo
quando ammiro la precisa imperfezione della tua natura,
mi dice ciò che provo
quando assaporo la tua essenza che profuma d'estate,
ecco perché ho una pesca in mano,
per potermi ricordare quando ti ho colto,
ti ho assaggiato e mi sei piaciuta.
Ti penso sottovoce
per non farmi sentire dal tempo
che ti porterebbe via da me,
ti penso e i pensieri pesano come macigni
che tremano, si staccano e crollano
in un fracasso di suoni e fratture,
ti penso e l'aria sa di te,
del tuo profumo, lo sento, sei vicina.
Ti penso e anche la luna sembra somigliarti,
le stelle sono candele che ho acceso una ad una
per guardarle e sapere che anche tu le guardi,
ti penso e nient'altro voglio pensare.
Rinchiudo spasmi di dolore in un sorso
di wisky ed una fumata di sigaro,
e punge dentro come il freddo
questa sfinge di diamante chiamata cuore
che cola dolore e urla il tuo nome.