E parvero fiori di primavera, lieti di sgargianti colori, le parole che nacquero vergini. Le colsi, con premura, le dissetai del mio amore, ma non bastò... Il vento dell'autunno lacerò i petali e rimasero solo vuoti steli a impallidire radici. Parvero solo silenzi ad ascoltare lacrime che dissetarono solo rimpianti. E quando la nuova primavera cercò i suoi fiori germinati nulla poté contro la terra arida dell'indifferenza e lasciò alla spine riempire il vuoto del cuore.
Dedico fantasie suggestioni di passione in incontri su una stella che, ovunque, trepidi brillante. Lascio pulsazioni ad un gabbiano che si lasci trasportare dal vento e riveli un desiderio scritto su rocce del tempo, pagine di miraggi di visioni in chiaroscuro, e poi, continui il richiamo su nel cielo di un'illusione per svelare un bacio ardente... Segreti di un pensiero che è sospeso di sensazioni, di vibrazioni nel cuore per tenere carezze sognate E saranno forse irriverenti raggi di sole a illuminare mille iridi amanti, sorridenti di turbamento per una storia vagheggiata, solo per esortare, nelle vene, un brivido d'amore.
Vagai per l'aere alla ricerca d'un cherubino; Invano. Deluso, perduta ogni speranza venni a Gargnano. Quivi sorpreso, qual dolce scherzo arcano ne incontro uno dal dolce volto umano,
Andavi a passo svelto, quasi in fuga sembravi voler sfuggir il passar del tempo per paura che ti regalasse qualche nuova ruga notai che non era più il tempo di ballar il samba eri bisognosa purtroppo della terza gamba.
Alzando gli occhi notai sul dolce viso Due perle belle e calde incastonate a modo Pronte a regalar spontaneamente un bel sorriso, nascente da un caldo cuor degno di lodo.
Tosto, chiusi gli occhi, ed in un turbinio di mente Godendo dell'apparizione di cotal figura., forse per un felice scherzo di natura o forse per il grande amor che il tuo cuore infiamma io vedo in tè la dolce esil figura della tua cara mamma.
La incontro ogni giorno negli occhi di chi un tempo forse fu un bell'uomo e adesso è solo un corpo che occupa spazio. Si chiama solitudine. Ha i colori spenti dell'autunno anche quando è estate e il sole non muore mai. Sempre lì quei due occhi pieni di tristezza cui vorrei chiedere cos'hanno visto della guerra, quanto hanno pianto, se conoscono la gioia. Mi piacerebbe regalar loro un sorriso e un po' della mia allegria per fargli compagnia e dirgli che non è inutile ma "la gente guarda", e fingo indifferente continuando a camminare: ho i miei vent'anni da vivere e tenere rughe da dimenticare.
Nubi ammassate d'inverno feriscono il cielo d'autunno di cicatrici d'acqua e sale.
Acide lacrime asciutte scagliano stille sull'anima, scivolando sulla pelle scura come lame taglienti d'una accusa.
Urlando in profondi silenzi, stringiamo le catene delle tue paure coi fili tesi dei mie discorsi a maglie sciolte, alla ricerca d'un instabile equilibrio.
Come la radice può inclinare l'asfalto, un istante sfuggito al tempo, una parola rapita da un volo possono bastare a far crollare tutto, a trasformare due sguardi in due cammini, rivelando l'altra faccia dell'amore.
Quel giorno vedesti nei miei occhi il desiderio, sì, io ti desideravo, poi i tuoi baci improvvisi, mi fecero tremare, la voce si spezzò e caddi in uno strano silenzio ricordi!