Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
È caduta la neve bianca
nella notte oscura
mentre gli gnomi giocavano
con i fantasmi cittadini
nei labirinti del bosco
senza foglie.

La notte bianca captava silenziosa
il biancore delle lacrime celesti
svolazzando come piume
leggere
sui sogni della gente.

Quando cade la neve dopo molti anni
i bimbi e i nonni
accendono gli occhi
d'innocenza e allegria.

Si riabbraccia l'incanto della purezza
racchiudendola nel cuore
come perla rara
della vita.
Composta mercoledì 28 febbraio 2018
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Il mondo che mi circonda stamattina
    lo vedo dietro vetri appannati
    da alito della notte
    prigioniero di echi spenti
    senza risposta.

    Il mattino si va aprendo alla luce
    di un sole di febbraio
    con cappa di nuvole
    grigiastre
    tagliate da una scia bianca
    di aereo militare.

    Cielo e terra si abbracciano
    avvolti in un velo di tenue nebbia.
    Anche oggi vincerà
    la luce
    per uno sposalizio
    eterno.
    Composta mercoledì 31 gennaio 2018
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      in Poesie (Poesie personali)

      1981

      In un giorno d'Estate
      è nato.

      Sicuramente caldo,
      Lui è,
      Come la sua stagione.

      1981 è la sua data.
      Che sia benedetto
      quell'anno.

      Oggi è un Uomo.
      Che gran Uomo!

      Ha uno sguardo solare,
      Labbra disegnate,
      E mani tiepide.

      La sua voce è
      quasi sinfonia.
      Una di quelle
      suonate da
      Beethoven.

      Oggi ha 36 anni,
      Quasi non ne
      dimostra.

      Ma quant'è bello!
      Bello come il sole.

      È nato nel 1981
      in un mese caldo,
      caldo quasi quanto
      Lui.
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        Scritta da: criscri
        in Poesie (Poesie personali)

        Cento passi a Peppino Impastato

        Mai 'l silenzio complice l'alma ammorbi
        che d'omertà l'olezzo giustizia non soverchi,
        ch'il mafioso urlo, che fetido è e anco vigliacco,
        su pelle di fiera Trinacria non s'erga,
        e il suol ove agrumi e zagare la natura cantan sommerga.
        Or sempre di Peppino sentirai la spada di voce
        ch'al legal sentimento anela come a una fresca foce
        l'udrai indomita involarsi lungo frequenze di coraggio
        perché il siculo orgoglio rinasca e più non sia miraggio.
        No quel dì lo stilo mio e l'impegno non tramortirono
        ma incontrastato in volo s'alza da Trapani al Palermitano
        dal mar ch'arabico fu all'ellenico Akragas e al Siracusano
        ovè l rimembrar s'ode di color che anco per noi perirono.
        Non chiedermi, uomo, che mai sia il coraggio
        sei tu sol se credi a beltà e civiltà della tua terra
        e alla velenosa arsura di lettere cinque di follia
        costante t'opporrai, sbarrandole la via.
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          Scritta da: criscri
          in Poesie (Poesie personali)

          Delazione

          Or qui or là è letal frusciare
          di velenose labbra l'imbrattar reale
          ch'in traditrici menti il grembo serba
          e l'insolente perfidia innerva.
          Che davver pensi curati di nol rivelare
          ti può ei giugner indietro a detrimento
          che il privato in pubblico si può in un attimo mutare
          e daga divenir che fendè l tuo sentimento.
          Mai vi sarà niuna generazione
          in cui maladetti rettili non faccian delazione
          sol il tuo intelletto e la tua salda coscienza
          scongiurar posson che minin la tua esistenza.
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            Scritta da: criscri
            in Poesie (Poesie personali)

            Intermezzo di jazz

            Urla d'indiavolato ardor la tromba
            e ad afro primitivo suon abbeverasi
            soffian di spartiti demiurgiche intuizioni
            che la complice, alleata aere
            di fruscii sonori inesplorati frustan.
            Parlate, tasti, o qualor vi sia disio
            a ostentarvi irridenti imprendete
            sulle mammelle di note ricolme
            d'un piano mille volte violato
            ch'eppur sempre s'erge a basaltico altar.
            D'intarsi onirici l'orchestra sfavilla
            all'eccitarsi orgogliosa offresi
            del gelido melodiar qual del caliente arpeggio
            e schiava si estenua di ancestral
            ma sempre multiforme solfeggio.
            E la chitarra di leonin ruggito ondeggia
            alle festanti corde e al plettro ruvida sposa
            è l musicar nell'arcan suo rappreso
            d'ebbrezza accrescesi e mai più riposa.
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              in Poesie (Poesie personali)

              E così che vola via!

              Sul fondo del mondo,
              finisce il tuo sonno,
              ti risvegli sopito, un ricordo?
              il mondo?
              Carne, sangue e sudore,
              ma sei tu,
              sul fondo del mondo e tutto cambia colore.

              Ti lasci andare,
              essere ancestrale,
              anima lunare.
              Nel mistico mondo, scompari,
              rimani li, invisibile sul fondo,
              osservi attento, aspetti il momento.

              Ora sei sveglio.
              Composta venerdì 11 maggio 2018
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                in Poesie (Poesie personali)
                È ancora tiepido
                l'alone di te,
                fiorito tra le stellate polveri
                dell'ultimo, assorto firmamento.

                Si leveranno petali
                e accerchianti brezze
                sugli orizzonti che
                si rischiarano dinanzi alla mente,
                alle loro prime luci.

                Sapranno ancora di luna abbagliante
                i rintocchi dei diurni riflessi
                e nel silenzio dell'aurora
                parleranno soltanto
                quelle squillanti immagini,
                rapite dall'immensità
                dei loro battiti.

                Ogni giorno ha le sue immutate forme,
                ma sarà speciale se riusciamo
                a patinarlo coi veli dorati
                adagiati su di noi
                in quel fuso, grondante,
                nostro respiro.
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