Poesie personali


Scritta da: Carlo Peparello
in Poesie (Poesie personali)

Ode all'ardore

Non voglio più promettere
quello per cui non oso combattere
non voglio più soffrire
per una cosa che non so descrivere
Non voglio più urlare
per qualcosa che vorrei regalare
Non voglio più addormentarmi
se non ho nulla di sacro di cui vantarmi
Non mi farò principe di un castello abbandonato
ne custode di un amore mai sbocciato
mi guiderà la luce nascosta dal velo
la mia religione sarà il mio credo
l'acciaio fende la carne ma non il cuore
sarò schiavo ma con ardore
la riverenza non è debolezza
è una missione nel nome della bellezza
il destino che si compie per chi giura
che di amare ha smesso di avere paura.
Composta mercoledì 10 giugno 2009
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    Scritta da: enrico t
    in Poesie (Poesie personali)

    L'assassino dottore

    L'assassino è penetrato in casa mia
    astuto infido e vile
    ha ammazzato i miei cuori
    ucciso la mia anima
    maledetto, t'ammazzerò!
    L'assassino era ladro
    ha rubato i miei gioielli
    verme che striscia, t'ammazzerò!
    L'assassino era ladro ed è dottore
    il mostro s'è installato nella mia casa
    ma io
    lascerò passare tutte le ore
    tutte le ore che serviranno
    poi io
    questo orrore della Vita, l'ammazzerò!
    Composta martedì 9 giugno 2009
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      Scritta da: Luigi Malgrati
      in Poesie (Poesie personali)

      A Mia Mamma

      Una nuova alba illuminerà i tuoi occhi,
      ti sussurrerà parole di gioia,
      di allegria, parole dipinte
      dai tuoi sospiri,
      come un arcobaleno dai mille colori,
      che nasce per avvolgere i cuori più soli...
      Una nuova alba illuminerà il tuo cuore
      vestirà un sogno da stringere al petto
      per non dimenticarlo mai più
      colorerà ogni notte porterà luce
      per chi nel buio ha perso la speranza...
      Una nuova alba lungo il tuo cammino,
      la certezza di ritrovare i tuoi cari lassù...
      piangerai solo di gioia,
      avrai il coraggio di non fermarti più...
      Una nuova alba sulla tua vita
      la leggo nei tuoi occhi la ascolto nelle tue parole
      la vedo... nel tuo cuore...
      Composta martedì 9 giugno 2009
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        Scritta da: Maria
        in Poesie (Poesie personali)

        La mia dea

        E ancor più forte sento quel dolore annodato...
        E ancor più lento...quel veleno radicato nel mio passato...
        Non si addormenta.
        Un sasso piangente...parole stonate...
        E ancor più forte...verso lacrime amare e sospiro.
        E ancor invoco quel "Dio Muto"...e chiedo perdono.
        Un perdono rinnegato da questo "tetro teatro" di pupi rabbiosi...

        Ma annuso il profumo di una dea...
        Ed ella disegna linee melodiche che toccano il mio cuore.
        Dolce e luminosa creatura...
        Ella coglie aspre amarezze in sorrisi mascherati...
        Onde sinuose lambiscono la sua potente fragilità.
        Ella, la mia dea, disseta la mia vita d'amor.

        Affogata in certezze incerte,
        ricordo ancora la sua tenera età...
        E i suoi divini sguardi, gettati dai pupi rabbiosi su un filo spinato...
        E rammento i suoi gemiti...e la sua dolcezza...sposata a quest'ostico destino.
        E si veste di vergogna la mia nobile creatura...
        Bramosa di avvolgersi nella magia di una carezza...

        Non piangere mia dea...
        Tu che colori la mia vita di candore.
        Tu, forte e radiosa stella teatrale...
        Oggi cresci...
        Ma ricorderò sempre la tua tenera età...
        I tuoi divini sguardi gettati dai pupi rabbiosi su questo filo
        che un giorno disegnerai con la tua forza di libertà.
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          in Poesie (Poesie personali)

          posti spettrali

          Luoghi tristi
          silenziosi
          non che lo siano davvero
          in quei posti si è consumato qualcosa di grande
          che un oggi più non ha
          Luoghi da dimenticare
          Da cancellare dalla propria esistenza
          Strade da non percorrere mai più.
          Invece no!
          Ho deciso che così non doveva essere
          è il mio io che l'ha detto, ed io l'ho ascoltato
          Perché lì, in quei posti, celato da qualche pianta o da qualche abitazione
          Dai panni stesi da una donna sul balcone
          (Nell'algido cuore di una donna)
          Lì c'è il mio cuore
          Disperato
          Solitario
          Fracassato dal dolore
          Cerca di ritrovare chi tanto l'ha fatto palpitare
          Chi tanto gli ha dato
          Mi conduce là
          Le mie gambe tremano
          Le mie mani sono bagnate
          La mia testa gira vorticosamente
          Nessuno deve vedermi
          Ma quel cuore, cazzo,
          quel cuore batte troppo forte
          incapace di soffocare un'emozione
          i miei occhi hanno visto
          la sua auto
          il suo portone
          la sua cassetta delle poste
          le mie mani ora tremano
          nell'imbucare una busta
          piena di niente
          di tutto
          e di me stesso
          il mio corpo fugge lontano
          il mio cuore è ancora là
          a palpitar d'amore
          dentro me fuoco e fiamme mi devastano
          mentre, solo, ripenso a ieri
          a un niente
          a un tutto
          a una luce
          al mio futuro che ho visto una ed una sola volta
          che torna ora ad essere avvolto da una fitta nebbia.
          Composta domenica 7 dicembre 2008
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            Scritta da: Gerlando Cacciatore
            in Poesie (Poesie personali)

            Derisione

            C'è una rosa
            su per la montagna.
            Si beffa ironicamente
            della gente.
            Non c'è amore, in questo popolo.
            O meglio sì!
            C'è l'amore.
            Un amore industrializzato.
            Non ci sono sentimenti umani.
            O meglio sì!
            Ci sono i sentimenti.
            Dei sentimenti artificiali.
            Lei su per la montagna,
            si beffa ironicamente
            della gente,
            che con il passo avido
            di denaro,
            si reca a sbrigare
            i propri affari.
            Io uomo ti domando:
            Ti sei mai fermato
            a contemplare,
            ciò che Dio ha creato?
            Composta venerdì 3 febbraio 1978
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