Scritta da: Elena Piccinini
in Poesie (Poesie personali)
Fogli di ghiaccio
Se le mie lacrime si mutassero
in fogli di ghiaccio
su di essi potrei scolpire
i pensieri che mi trafissero il cuore.
Composta nel dicembre 2007
Se le mie lacrime si mutassero
in fogli di ghiaccio
su di essi potrei scolpire
i pensieri che mi trafissero il cuore.
Se le lapidi, come fiori,
sbocciassero all'alba
di un lungo sonno...
il mondo sarebbe
un immenso giardino.
Il sole cala all'orizzonte in un barbaglio di luci multicolori incendiando il mare.
Qui, ora, in questo istante, seduto sulla roccia, spuntone lavico freddo, ma tiepido della leggera calura serale, guardo lontano, percorrendo mille spazi e mille silenzi. Ora ascoltando la risacca che col suo lieve sciabordio lambisce i miei piedi stanchi del lungo cammino, ora rimirando gabbiani volteggiare alla ricerca di cibo e, come lasciarsi cullare dalle correnti ascensionali, che li reggono e li sospingono senza il battere delle ali.
Lieve l'alito del vento accarezza il mio viso.
Lieve è il sussurro che avverto nel silenzio immenso, eppure è lì vicino.
Il mio sguardo perduto nel tempo, ascolto le parole e gli odori che mi parlano e mi portano lontano.
Penso, in questa serata tiepida che mi avvolge, e sento il battito di un cuore che ha ripreso lentamente a pulsare. Lentamente, ma è vivo. Lontana una vela torna a riva, in un porto sicuro, i giorni lontani, tristi forse, volgono al termine. Il tempo è passato, ora è presente e osservo i calzari e il mio mantello. La sera avanza e la brezza del maestrale scioglie il tepore appena e, leggero, percorre un brivido la mia schiena, è tempo di andare. Sothis mi indica la via, ma non penso alla schauabti che racchiuderà i miei resti per sempre, ma penso che la terra un giorno raccoglierà le mie sembianze se mai.
Ora tu sei presente, ti ho aspettato per tanto tempo. Tanto tempo è passato e, quando ti ho vista ho riconosciuto il tuo sguardo.
I miei ricordi erano presenti. "La vedrai e la riconoscerai", mentre immensi spazi ci dividevano. Tu sei, ora e sempre. Le stelle occhieggiano lontane. Maat guida il mio pensiero, riprendo il bastone che ora mi sorregge vieppiù e, torno a bussare alla tua porta.
Sono qui racchiuso in una bolla d'acqua
trasparente come il mio cuore, che
d'incanto come un fiore s'apre al primo sole
primaverile, d'azzurro l'avvolge e lo sospinge
verso un caldo tuo bacio.
Due angioletti fan capolino tra le rosate nubi
affrescate tanto tempo fa, nella penombra
di una chiesa antica, ove raccolgo i miei pensieri
nella malinconia e nel desiderio,
mentre un raggio di sole danza sui volti
dei beati, che sembran sorridere, ed allora
improvviso si leva gioioso dalle canne
di un organo un canto d'amore, il mio
canto d'amore per Te.
L'orizzonte si chiude lontano,
il buio avanza
come la solitudine e
la malinconia pervade
il mio cuore e la mia anima,
perché non sei qui
stasera?
"Cosa valgono albe e tramonti?"
Leggevo lungo i muri.
Ho camminato lungo
le strade deserte della vita,
ma ancora respiro il silenzio.
Brr... freddo
... mentre il vento fuori
spazza le cime degli alberi
s'ode un lieve cinguettìo
di un passero che scuote le ali.
Guardo
il sole invernale scalda
appena i vetri, un lieve sibilo
entra dalle fessure delle finestre
il calore interno attenua, e
la fiamma del camino ondeggia
lievemente mentre mi accosto.
Sul tavolino una coppa
riflette il liquido rubino riscalda
e, nell'attesa il mio cuore trepida
e, come il fuoco, la passione accende.
Allora mi siedo e tu... bussi alla porta...
Amore...
Vorrei essere il vento impetuoso
per scompigliare i Tuoi capelli,
vento leggero per carezzare le
Tue gote arrossate e sfiorare
le Tue labbra.
Vorrei essere l'acqua
per scorrere lungo il Tuo corpo
e sentirne l'intima essenza.
Vorrei essere l'erba, la terra
che Tu calpesti per essere da
Te compresso e rigoglioso.
Vorrei essere infine
il Tuo pensiero per capire
fino in fondo il Tuo Amore.
Tenue s'appresta il blu perlaceo
all'orizzonte, è sera.
Luci s'accendono lungo le strade
i muri e le vetrine
scintillanti.
Nuvole bianche rincorrersi
tra i bagliori della città e,
il traffico serpeggia rumoroso
per le vie nel rientro serale.
È la sera che scende,
scivola sui miei pensieri,
ripercorre antichi sentieri
e nuovi viottoli ove il mio
piede incespicando per i
sassi sconnessi
ricerca un equilibrio che, ormai
è perduto, lontano nella gioia
del mattino, ove la corsa verso
la luce ben s'addiceva.
Venere è apparsa
luminosa all'orizzonte
ed ora respiro.
Ed ogni respiro lontano, mi avvicina
al tuo respiro.
Corro da te e, vengo a bussare
alla tua porta.
Ascoltami e non con sussiego.
Leggi queste parole
scaturite dal profondo dell'Anima.
Non avere mai
nessun padrone.
Non cedere mai,
ma il solo padrone
fa che sia l'Amore.
E più tardi poi
nel solitario respiro
della sera, fa che
ogni respiro lontano,
sia più vicino al
Tuo respiro, guardando
i Tuoi occhi e le tue labbra.
Il Tuo corpo caldo
di promesse.
I Tuoi baci languidi.
Schiuse le labbra Tue
percorsa da un fremito
la Tua pelle, quando
leggere perle di sudore
irrorano e infiammano
le Tue gote.
E le Tue mani cercano
il mio corpo.
Percorsa un lampo
di desiderio, avvinghia
e scalda la pelle in un
impetuoso cingersi, cercarsi,
rotolarsi, volersi.
La voce rauca Tua implora,
prendimi...
Cademmo esausti,
l'uno nelle braccia
dell'altro, ma non
vinti dall'Amore.