Poesie personali


Scritta da: Maia
in Poesie (Poesie personali)

Allo Specchio

Buon giorno Maia!
Quanto sono lontani i ricordi?

Sono ovunque
Perfino sullo specchio del bagno
"Ti amo del più puro degli amori"
Tracciato con l'eyeliner

Ma sono io questo riflesso opaco?

Una cicatrice in fondo agli occhi
Mi attraversa spietata
Si irradia come una trappola
Ne esco deformata

Asciugo il velo di vapore
Migliora la prospettiva
Le profondità scheggiate
Sono sasso di fiume
Lo specchio si appanna ancora

Come quando ero bambina
Disegno a dito
Un bel sole con i raggi
Man mano svanisce anch'esso
insieme alle nuvole di panna
dei suoi abbracci

Sì, buon giorno Maia!
Composta giovedì 19 novembre 2009
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    Scritta da: Davide Bidin
    in Poesie (Poesie personali)

    Sturm

    Tempesta all'esterno
    Tuono che permea
    l'aere d'umida rugiada
    Il mio animo inquieto
    Si sfalda nel volerti

    o creatura perfetta
    Lampo lieto in
    Una notte di travaglio
    celestiale lepisma
    tra congiunti libri

    Temporale tutto il mondo
    mi giro mi volto
    ancora languore nell'imo
    e solo tu panacea
    invisibile ai sensi ti celi.
    Composta venerdì 12 giugno 2009
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      Scritta da: Francesca Zangrandi
      in Poesie (Poesie personali)

      Mio fratello

      Ho visto nel tuo cuore.
      Quando siamo stati a quella cena ho visto il tuo cuore.
      Tu insulti le persone, le ferisci.
      Passi per stronzo e più uno te lo dice e più sembra farti piacere.
      Una volta avevo scritto una poesia su di te
      "Quella merda di persona che a te fa stare bene a me fa stare tanto male."
      Sì male! Perché col tuo odio mi hai ferita.
      Quando mi dici che sono una fallita, quando mi contraddici sempre,
      Quando mi fai sentire inferiore a te.
      Ma ora so che quando mi dici queste cose in realtà le dici a uno specchio.
      Tu non detesti me o il mondo ma te stesso.
      Tu non sei sereno e hai più squilibri di me anche se mi duole ammetterlo.
      Hai sempre avuto bisogno di prendere da me tutto ma se lo fai è perché hai bisogno di tutto.
      Io sinceramente ti ho sempre difeso ma mai capito, non volevo e so che dopo questa poesia non lo vorrò nemmeno.
      Ma ora devo dire una verità.
      Ho visto nel tuo cuore,
      ho visto un ragazzo che aiutava un amico paralizzato mangiare,
      ho visto il suo amico guardarlo con ammirazione mentre parlavano del più e del meno.
      Ho visto un potenziale in te.
      Ti ho visto sereno tra la tua famiglia.
      Ho visto un ragazzo che ammiro,
      che può insegnare molto al mondo,
      al di là delle risse, degli insulti e dei vuoti d'animo c'è un ragazzo
      profondo e sensibile ma con un essere così malconcio che gli impedisce di volare.
      Apri le ali fratello! Aprile! Perché hai tanto da dare e in questo mondo ci sono persone che hanno bisogno di te.
      Composta lunedì 23 novembre 2009
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        Scritta da: Salvatore Riggio
        in Poesie (Poesie personali)

        L'invidia stellare

        Se solo avessi saputo che nel mondo esiste
        qualcuno meraviglioso e unico come te...
        Tempo fa ti avrei cercata,
        ogni mare avrei navigato,
        ogni monte avrei scavalcato,
        ogni cielo avrei sorvolato,
        persino nello spazio avrei viaggiato,
        solo per poter trovare te.

        Ecco...

        Guarda le stelle, fallo attentamente,
        osserva quanto sia mozzafiato la loro brillantezza.
        Loro ci invidiano appena ci vedono, lo fanno in continuazione,
        pur essendo belle già di per sé dimostrandolo col loro bagliore,
        sanno che non lo saranno mai quanto la nostra amicizia.
        Quanto il nostro amore.
        Composta lunedì 23 novembre 2009
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          Scritta da: Salvatore Riggio
          in Poesie (Poesie personali)

          Baratro senza fondo

          L'amicizia tra donna e uomo
          per poco tempo essa resiste solo,
          col suo scorrere incessantemente
          prima o poi in uno dei due essa si tramuta in amore.
          Per colui che amerà, sarà solo sofferenza e dolore,
          ma pur di starle vicino preferirà farsi del male.
          Un male che accetta volentieri perché senza di lei
          quel che ne verrebbe di sicuro sarebbe d'intensità maggiore,
          senza il suo dolce viso, quel sorriso, quegli sguardi, quella stretta
          di mano, quegli abbracci, senza sua dolce voce che canto soave pare
          sentirebbe in sé un vuoto incolmabile e profondo.
          Allora preferisce riempirlo di quel suo amore anche non ricambiato,
          che per lui rappresenta l'unico appiglio a cui si può aggrappare
          per non sprofondare inevitabilmente in quel baratro senza fondo.
          Composta lunedì 23 novembre 2009
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            in Poesie (Poesie personali)

            Il Tempo e Noi

            Le mie mani sul tuo corpo
            come barche dentro al porto
            portano parole antiche nel tuo cuore
            come l'agonia di un passato amore.

            Segni indelebili furono i giorni nostri
            come graffiti scolpiti oggi tu li mostri
            mentre il mio eterno parlare
            disegna gli spazi angusti al tuo viaggiare.

            Freddo il vento in cima alla collina
            segna il tempo e il suo sfiorire
            evanescenze, antiche, scoppiettano sul fuoco
            di chi, più che tradir, fu fedele in loco.

            Al suo amor divino più di ogni altra cosa guarda
            il gelido mattino che nel suo fare si sparga
            mentre ognuno traccia, nel suo viaggiare indietro,
            ricordi mai assopiti nella miliare pietra.

            Taci stanotte e lasciami dormire
            perché più che l'amare è dolce il mio morire
            purché, l'estenuato corpo,
            che vita più non porta
            venga smarrito al vento
            senza l'inutile pianto in seno al suo sgomento.

            Custodi ivi resteranno
            le parole mie e lo dimostreranno
            se nella vita breve e sofferente
            è germogliato un seme da ogni mio lamento.

            La parola altrui giammai troverà respiro
            nel corpo ormai disteso e privo del suo spiro
            se tu, che il tempo mio segnerai,
            nel tuo viaggiar terreno il tempo mio rimpiangerai.

            Dispiega, così, l'immenso velo
            all'apparir dell'adorato gelo
            e accosta il tuo corpo al mio
            nell'abbraccio dell'esilarante oblio.

            Ma se riparar tu puoi, riscalda parole e corpo
            di chi, nel soffrir di te, del gioir ne è morto
            perché non siam come lo scherzar destino
            né come il sol nel ritornar mattino.

            Affidi così alla flebile speranza
            ormai rinchiusa nell'adorata stanza
            ciò che a rimpianger più non serve
            se della sua vita fu vita breve.

            Racchiudi oggi nel suo cantare
            quei desideri strani e le strane manie d'amare
            ora che il tuo cuor conosce
            la sofferenza infima dell'angoscia.

            Così, sollevare ora tu vorresti,
            nel "ritorna amor mio" tu dicesti
            ma la parodia di vita non lascia sbocchi
            a chi segnò il tuo cuore e illuminò i tuoi occhi.
            Composta mercoledì 4 novembre 2009
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