La metrica della logica
sta nelle matematiche percezioni
nelle algebriche conclusioni
Le emozioni semplicemente
in un papavero rosso.
Composta nel 2007
La metrica della logica
sta nelle matematiche percezioni
nelle algebriche conclusioni
Le emozioni semplicemente
in un papavero rosso.
Buon giorno Maia!
Quanto sono lontani i ricordi?
Sono ovunque
Perfino sullo specchio del bagno
"Ti amo del più puro degli amori"
Tracciato con l'eyeliner
Ma sono io questo riflesso opaco?
Una cicatrice in fondo agli occhi
Mi attraversa spietata
Si irradia come una trappola
Ne esco deformata
Asciugo il velo di vapore
Migliora la prospettiva
Le profondità scheggiate
Sono sasso di fiume
Lo specchio si appanna ancora
Come quando ero bambina
Disegno a dito
Un bel sole con i raggi
Man mano svanisce anch'esso
insieme alle nuvole di panna
dei suoi abbracci
Sì, buon giorno Maia!
Quando non senti
cullante
il silenzio notturno
non ti raggiunge
la musica dell'alba
il calore del sole
è un nemico
un tramonto presagio
di un'altra notte
di muta follia
l'amore
come germoglio di sasso.
Passano gli anni,
e il tuo corpo cresce.
Passano le paure,
e la tua voglia esce.
Come inversamente proporzionali,
anni e paure, senza quasi toccarsi,
lottano spietatamente come animali
che non hanno più voglia di amarsi.
Passano anni e paure,
e tu rimani pesce.
Tempesta all'esterno
Tuono che permea
l'aere d'umida rugiada
Il mio animo inquieto
Si sfalda nel volerti
o creatura perfetta
Lampo lieto in
Una notte di travaglio
celestiale lepisma
tra congiunti libri
Temporale tutto il mondo
mi giro mi volto
ancora languore nell'imo
e solo tu panacea
invisibile ai sensi ti celi.
Ho visto nel tuo cuore.
Quando siamo stati a quella cena ho visto il tuo cuore.
Tu insulti le persone, le ferisci.
Passi per stronzo e più uno te lo dice e più sembra farti piacere.
Una volta avevo scritto una poesia su di te
"Quella merda di persona che a te fa stare bene a me fa stare tanto male."
Sì male! Perché col tuo odio mi hai ferita.
Quando mi dici che sono una fallita, quando mi contraddici sempre,
Quando mi fai sentire inferiore a te.
Ma ora so che quando mi dici queste cose in realtà le dici a uno specchio.
Tu non detesti me o il mondo ma te stesso.
Tu non sei sereno e hai più squilibri di me anche se mi duole ammetterlo.
Hai sempre avuto bisogno di prendere da me tutto ma se lo fai è perché hai bisogno di tutto.
Io sinceramente ti ho sempre difeso ma mai capito, non volevo e so che dopo questa poesia non lo vorrò nemmeno.
Ma ora devo dire una verità.
Ho visto nel tuo cuore,
ho visto un ragazzo che aiutava un amico paralizzato mangiare,
ho visto il suo amico guardarlo con ammirazione mentre parlavano del più e del meno.
Ho visto un potenziale in te.
Ti ho visto sereno tra la tua famiglia.
Ho visto un ragazzo che ammiro,
che può insegnare molto al mondo,
al di là delle risse, degli insulti e dei vuoti d'animo c'è un ragazzo
profondo e sensibile ma con un essere così malconcio che gli impedisce di volare.
Apri le ali fratello! Aprile! Perché hai tanto da dare e in questo mondo ci sono persone che hanno bisogno di te.
Io sono l'ombra
Tu sei la luce
Io sono il silenzio
Tu sei il rumore
Io sono la luna
Tu il sole
Io piango in silenzio
Tu ridi beata
Io urlo e grido per il dolore
Tu mi urli di smettere
Io sono il blu della solitudine
Tu il rosso della passione
Io sono te stessa
Tu la mia più grande nemica.
Se solo avessi saputo che nel mondo esiste
qualcuno meraviglioso e unico come te...
Tempo fa ti avrei cercata,
ogni mare avrei navigato,
ogni monte avrei scavalcato,
ogni cielo avrei sorvolato,
persino nello spazio avrei viaggiato,
solo per poter trovare te.
Ecco...
Guarda le stelle, fallo attentamente,
osserva quanto sia mozzafiato la loro brillantezza.
Loro ci invidiano appena ci vedono, lo fanno in continuazione,
pur essendo belle già di per sé dimostrandolo col loro bagliore,
sanno che non lo saranno mai quanto la nostra amicizia.
Quanto il nostro amore.
L'amicizia tra donna e uomo
per poco tempo essa resiste solo,
col suo scorrere incessantemente
prima o poi in uno dei due essa si tramuta in amore.
Per colui che amerà, sarà solo sofferenza e dolore,
ma pur di starle vicino preferirà farsi del male.
Un male che accetta volentieri perché senza di lei
quel che ne verrebbe di sicuro sarebbe d'intensità maggiore,
senza il suo dolce viso, quel sorriso, quegli sguardi, quella stretta
di mano, quegli abbracci, senza sua dolce voce che canto soave pare
sentirebbe in sé un vuoto incolmabile e profondo.
Allora preferisce riempirlo di quel suo amore anche non ricambiato,
che per lui rappresenta l'unico appiglio a cui si può aggrappare
per non sprofondare inevitabilmente in quel baratro senza fondo.
Le mie mani sul tuo corpo
come barche dentro al porto
portano parole antiche nel tuo cuore
come l'agonia di un passato amore.
Segni indelebili furono i giorni nostri
come graffiti scolpiti oggi tu li mostri
mentre il mio eterno parlare
disegna gli spazi angusti al tuo viaggiare.
Freddo il vento in cima alla collina
segna il tempo e il suo sfiorire
evanescenze, antiche, scoppiettano sul fuoco
di chi, più che tradir, fu fedele in loco.
Al suo amor divino più di ogni altra cosa guarda
il gelido mattino che nel suo fare si sparga
mentre ognuno traccia, nel suo viaggiare indietro,
ricordi mai assopiti nella miliare pietra.
Taci stanotte e lasciami dormire
perché più che l'amare è dolce il mio morire
purché, l'estenuato corpo,
che vita più non porta
venga smarrito al vento
senza l'inutile pianto in seno al suo sgomento.
Custodi ivi resteranno
le parole mie e lo dimostreranno
se nella vita breve e sofferente
è germogliato un seme da ogni mio lamento.
La parola altrui giammai troverà respiro
nel corpo ormai disteso e privo del suo spiro
se tu, che il tempo mio segnerai,
nel tuo viaggiar terreno il tempo mio rimpiangerai.
Dispiega, così, l'immenso velo
all'apparir dell'adorato gelo
e accosta il tuo corpo al mio
nell'abbraccio dell'esilarante oblio.
Ma se riparar tu puoi, riscalda parole e corpo
di chi, nel soffrir di te, del gioir ne è morto
perché non siam come lo scherzar destino
né come il sol nel ritornar mattino.
Affidi così alla flebile speranza
ormai rinchiusa nell'adorata stanza
ciò che a rimpianger più non serve
se della sua vita fu vita breve.
Racchiudi oggi nel suo cantare
quei desideri strani e le strane manie d'amare
ora che il tuo cuor conosce
la sofferenza infima dell'angoscia.
Così, sollevare ora tu vorresti,
nel "ritorna amor mio" tu dicesti
ma la parodia di vita non lascia sbocchi
a chi segnò il tuo cuore e illuminò i tuoi occhi.