Poesie personali


Scritta da: peo
in Poesie (Poesie personali)

Chiaroscuro

Fuori un pallido sole ingiallisce tutte le cose
dai rami del mandorlo le poche foglie rimaste
aleggiano nell'aria un ultimo vibrante saluto

Poi è la terra nuda, le sue spoglie brune, le sue lande brulle
alternanza di pianure e di poggi dove
prati verdeggiano distese di pascoli e
nevi biancheggiano al sommo di giogaie ceruli

Tiepida sera d'Ottobre
ombre protendono e dilatano agitate dal vento
parole, irte di sguardi, convergono clandestine verso coltri insonni dove nebbie sanguinolenti fagocitano pensieri privi di sogno

Dalla mano tremula
pugnali argentei scindono auree ansanti in sussulti fievoli che
un discernere stolto amplifica ed accresce in fantasmi di cera

Piccola amata speranza
nella luce che si attarda la sera avanza greve
ottenebrata da futuri incerti e destini astrusi
pensieri presagiti, adusi e perduti
smarriti adagi di mondi lontani
reminiscenze di nobili voci che
sullo sfondo intagliato di scintillanti cieli amaranto
mestano morte e resurrezione in echi prodighi d'attese e
scie vermiglie in abbacinanti trasposizioni di colore
sfumando, abbuiate nell'ora solitaria del tramonto

Nell'ora cercata e necessaria dell'assenza e del perdono.
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    Scritta da: Sep
    in Poesie (Poesie personali)

    Ciò che di bello c'è

    Penso, guardando la luna e ogni suo riflesso,
    che vorrei essere pittore per immortalare ciò che è bello,
    che vorrei essere poeta per descrivere ciò che è bello,
    che se dovessi scegliere se essere me stesso
    così ingenuo, fragile e solo doviziosamente abile,
    o te, così sicura e forte da essere irraggiungibile,
    scelgo di essere me per poter osservare meglio te,
    che sei ciò che di veramente bello c'è.
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      Scritta da: Davide Bidin
      in Poesie (Poesie personali)

      La ballata del Caduto

      Sparo
      gli occhi mirano il petto scalfito
      gettate le membra sulla terra
      non un nemico d'innanzi
      non vi è mai

      sguardo di uomo
      riflessione finale
      vuoto è l'odio, la tristezza
      inutile l'amore, la felicità
      la domanda è, cosa si era?

      Ancora un barlume sulla camicia
      rubino, vino, cherry e mosto
      grondante rimasuglio di ciò
      che siamo, che eravamo
      ma vivo, ho vissuto per via dell'olio carminio?

      Qual è il significato di ciò che ero
      e ch'è il significante di ciò che ho fatto
      mezzo era il mio corpo
      senza testa sarebbe morto
      sarò idra pel mio retaggio?

      Il braccio distende nell'ultima scintilla
      la tasca lontana a parer miglia
      viene toccata al fine
      ne esce un'icona
      che riveli il motivo della danza?

      Forse speranza per i nascituri
      ma se il nato un attimo fa ero io
      Forse epitaffio reverenziale
      ma se le idee spirano nell'oblio
      Eravamo, Siamo, Diventiamo sterco secco?

      La foto davanti al volto già mesto
      le iridi si mostrano all'astro con l'ultimo sprazzo
      atto a scoprir che l'immago
      è bianca perché capovolta
      è buio cala si alza il sipario.
      Composta martedì 6 ottobre 2009
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        Scritta da: Davide Bidin
        in Poesie (Poesie personali)

        In Pace

        Ho ascoltato Raramente Tre parole
        Poche volte sincere ma
        Quando non c'è casualità
        Follia vi è nell'udir
        Mille bugie non brillano come una verità

        Ti voglio bene
        Queste semplici parole
        Son bianca polvere novembrina
        Rosso chiaror da scogliera
        Soave schiuma marina

        Ti voglio bene
        Cosa si cela dietro versi umani
        Cosa son le parole se non vissuti
        Ma allora perché sentirle libere
        Mi riempie il vuoto dentro

        Ti voglio bene
        Di Gerico disfatte
        La mia anima derisa
        Difese inaccessibili la cingevano
        Per non ferir il dilaniato

        Ma adesso non ne sento il bisogno
        In questo solo istante
        Le rocce divengon scaglie diamantinee
        La nebbia apre l'ali alla luce del mattino
        l'abbraccio primo del bambino

        Miracolo il sapere di essere così vicino
        Da poter toccar con mano
        Da saper che in fondo
        Nella solitudine dilagante di vita e morte
        Qualcuno tiene a te

        Del resto le parole son solo suoni
        Gettate nell'etere da noi sciocchi avventurieri
        Eppur risplendono assolute
        l'emozione dal tempo non corrotta
        Si rivela illesa... imperitura... perfetta.

        Ti voglio bene sentii dirmi un mattino
        Aprii gli occhi al primo vero sole
        e da allora ogni aurora
        Rimango immobile un istante
        Fisso verso il cielo turchese

        Ti voglio bene
        Il mio intelletto è in pace
        La parte che sente il viver di male
        Tace
        In quel solo attimo per cui val la pena vivere.
        Composta martedì 13 ottobre 2009
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          Scritta da: I. KAPO
          in Poesie (Poesie personali)

          Voglia

          Voglia di te.
          Voglia di noi.
          Voglia di me.
          Voglia di essere in un presente
          sbirciare nel futuro,
          e ringraziare di essere qui
          così come sono,
          così come ti conosco,
          così come amo,
          così come viene,
          voglia di prendere,
          nell'infinito dare,
          Voglia di te.
          Voglia di me.
          Voglia di noi.
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            Scritta da: I. KAPO
            in Poesie (Poesie personali)

            Visione di una sera d'estate

            Passato il sentiero si aprì
            davanti a me il campo di stelle,
            la luna sbirciava invidiosa dal cielo,
            si affannava a cadere dentro a quello specchio d'acqua,
            riunendosi a quelle stelle
            che altro non erano che lucciole giocanti
            nel prato verde di una sera d'estate.
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              Scritta da: I. KAPO
              in Poesie (Poesie personali)

              Rewind

              Mi sono fatta crescere i capelli,
              nessun taglio su di me.
              Ho disimparato le cose,
              l'innocenza nell'ignoranza vien da sé.

              Qualcuno obietta!
              Sentiamo, che ha da dire!

              Spiegami come farai
              a smemorare
              quell'amaro, dolce ricordo
              del passato che fu?
              e che mi dici del tempo trascorso
              dei momenti, delle persone conosciute
              da quando non c'è più?

              Il distacco non è
              incolore, inodore, insapore...
              altrimenti si chiamerebbe:
              Morte!

              Hai macchie indelebili
              tanti rimpianti, tanto rancore.
              Nulla si cancella
              anche se il tuo cuor
              accettar non vuole!

              Ti avvicinerai solo a metà
              a quella meta
              che tanto brami
              ma lo sai anche tu
              ciò che è...
              non è ciò che ami.
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