Scritta da: Manuela Mori
in Poesie (Poesie personali)
E lentamente
E lentamente passa
anche questo giorno,
un altro chicco
sgranato fra le dita.
Questa nostra vita
è nostra morte lenta,
senza disperazione.
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E lentamente passa
anche questo giorno,
un altro chicco
sgranato fra le dita.
Questa nostra vita
è nostra morte lenta,
senza disperazione.
Là, dietro le mura di Gerico antica
t'ho conosciuta,
alla conta dei matti, annusando l'aria
come un animale braccato alla ricerca del varco.
E dallo squarcio dell'anima,
per carpire i segreti immondi della malattia,
tu, superba, nella tua perfetta poesia,
traboccavi amore,
e saggezza,
alla faccia dei Saggi.
E giunge infine il freddo,
si stende nello spazio intorno
sul muschio, sull'erba sfinita
tessendo un velo di bianco dolore.
Scheletri di alberi si ergono
alla luna senza calore
il chiarore di cristallo
penetra la notte insonne.
La notte si veste d'argento
in un mantello di silenzio
i colori tutti si uniscono
e si arrendono al bianco.
Un pianto arcano sale
quando la notte si rompe
e un sospiro quieto di speranza
soffia sul mondo in attesa.
La nuova vita brilla alla luna
fragile e splendente
fra l'erba brinata e la siepe
racchiusa in un battito di ciglia.
Il cuore caldo della terra
batte con la stagione
che ha vinto il buio di nuovo
e riposa sotto la neve.
Guardo la siepe spoglia
e il fossato rinsecchito
il mio cuore non arriva
a scorrere
con la fresca acqua.
Il mio cuore ascolta
in segreto
il silenzio
rotto da tuoni di tempesta.
Siediti con me per terra
cogli una viola per i miei capelli
mentre la notte riporta le ombre dai monti
e infiamma il cielo invernale.
Siedi con me
sotto l'albero profumato
della memoria
nel mio giardino
di profonda malinconia.
Se mi bastasse quell'ora
nel sperare di vederti
e quell'attimo
nell'incrociare i tuoi occhi
per scrutare il tuo cuore
forse sarei felice.
C'è in te
una forza misteriosa
che sovrasta
e sottomette
ogni singola cosa:
un influsso,
un comando,
inafferrabile
e potente
che in ogni attimo
controlla la mente.
L'unico modo
di sentirmi in pace
è prostrarmi
obbediente
al tuo volere...
io che sola
so ordinarti
di ordinarmi.
Fra le pietre
sconnesse
del selciato
è spuntato un fiore.
Piccolo seme
trascinato dal vento,
con tenacia si è aggrappato
a quel rivolo di terra
arida, inospitale,
a rinnovare
il miracolo della vita.
Si erge sullo stelo
con disperata forza
a sfidare ogni momento
il suo incerto destino.
Inconsapevole, di sera,
muovo a te i miei passi:
mi rallegro se al tuo posto
ti ritrovo.
Alle mie pene,
ignaro,
dai coraggio...
mi sorprendo a pensare
amico mio...
"se tu ce la fai
posso farcela anch'io!"
S'espande il sorriso e bacia la gioia,
colora il sereno scacciando la noia.
Gli occhi si schiudono, sono petali nuovi:
incanto e dolcezza appena li muovi.
Vicoli rosa e valli argentate,
schiacciano a calci lacrime asfaltate.
La luce s'immola nel caro mattino,
colpendo gli amanti con balzo felino.
Siamo puri e vicini come fiori di ciliegio,
sicuri che ridere è motivo di pregio.
Squarcia il cielo il suo sorriso,
sprigiona luce incandescente su tutto il viso.
Tempesta il cuore con i suoi battiti di gioia
e conquista l'anima per entrare nella Storia.
Affonda le sue dita piene di passione
e punge alle spalle come un calabrone.
Strappa a morsi le stoffe del mio amore
e irradia i giorni con sospiri e furori.
Lucidare lo specchio dell'anima
quando pensavi che lei sarebbe stata l'ultima.
Lucidarlo ogni notte, ogni volta che non puoi averla accanto
sapendo che daresti tutto per vederla anche solo un momento.
Fissare lo specchio e allo stesso tempo
trovarsi in un altro spazio,
lontano dalla noia e dall'ozio.
Lucidare lo specchio dell'anima
quando hai ruggine nel cuore.
Lucidarlo ogni notte, ogni volta che non puoi darle un bacio
sapendo che daresti tutto per eliminare questo strazio.
Fissare lo specchio e allo stesso tempo
trovarsi tra le galassie,
lontani dal mondo ma tra centro delizie.