Un suono d'armonica nella notte stellata mi illumina gli occhi. Note perse nell'aria limpida, dolce e fresca dell'estate. Note di musica navigano senza meta, riempiono il mio cuore e coccolano i pensieri miei affettuosi. Nessun suono è però più forte del tuo sguardo. Profumo di notte: culla d'amore, giostra di gioia. Suoni di grilli che cantano ancora da lontano. Respira affaticato il vento e fa da mantello al volo lascivo di ali notturne. Luna luminosa come sole: non è affatto buio, non fa per nulla freddo. Serata indimenticabile seduta all'aperto con la tua voce familiare che mi accarezza il volto. Poi di colpo vento e pioggia bianca. Neve calda accoglie il paesaggio tra i suoi fiocchi. Noi sempre lì -abbracciati- Viaggia il mio cuore tra le bianche colline e si tuffa nel cielo di nuvole soffici. Tutto è Natale. Tutto mi sorprende come non mai. Fiocchi di neve cadono al suolo per diventare -come noi- una cosa sola.
Qui nella tua via Sola tra la gente Ti cerco Vorrei dirti che non t'amo più Vorrei dirti che non sei tu l'uomo che vedevo in te Quell'uomo grande e insuperabile è diventato piccolo piccolo Nei miei pensieri e nel mio cuore Vorrei dirti che si cambia Che il dolore cambia! E di quell'amore pazzo Che costruì un sogno e l'idea di te Rimane solo il pianto e il sussulto Di un'anima ferita.
Ho guardato nei tuoi occhi Ho carezzato il tuo viso Ho baciato le tue labbra Ho sfiorato la tua pelle e il desiderio di te mi tolse il respiro Ho desiderato un tuo abbraccio Ho desiderato sentire il tuo odore Ho desiderato il tuo corpo su e dentro di me Ho desiderato dormire con te e sentire il tuo respiro su di me Mille desideri mi avvolsero ma la mia passione più grande rimase lì Tra mille sogni e mille pensieri.
Tutti noi abbiamo dei perché, perché sepolti nei nostri pensieri, perché che vengono nei momenti più impensabili, perché che ci fanno soffrire e perché che ci svuotano l'anima. A volte, però, i nostri perché, sono simili ai perché degli altri. Noi, mentre ci torturiamo per i nostri perché, altri hanno già risposto ai loro perché, uguali ai nostri perché. Perché soffrire allora per questi perché, se altri hanno già risposto ai loro perché, non possiamo rispondere ai nostri perché, usando la risposta dei loro perché? Visto ciò perché non stiamo più vicini agli altri, cosi potremo rispondere ai nostri perché e inconsapevolmente rispondere anche ai perché degli altri che si chiedevano quei perché.
Solo su una strada sicura, è lì che muovo i primi passi, lì dove non c'è l'ombra, lì dove sono passati in cento. Hanno già detto, hanno già fatto, hanno già visto, hanno già perduto, hanno già deciso cos'è quel che sento. Basta seguir le orme mi dicono tutti, vedrai che ci sarà sempre il sole, vedrai ciò che gli avi ti raccontano, vedrai come ogni albero da i suoi frutti. Su cammina figliolo, senza paura, passo dopo passo, senza saltelli, senza cadute, senza corse, senza mai fermarsi è questa la tua strada, è la più sicura. Un giorno, verso la metà del tuo cammino, muoverai quel passo che ti porterà a dire a chi crescerai qual è quella strada che iniziasti da bambino. E dopo mille battaglie contro te stesso anche tu vedrai la fine come l'han già fatta in cento, ti chiederai perché c'era sempre il sole, se era meglio il buio, se, cosa e perché, hai camminato su una strada già percorsa invece di creartela da te.
Cinque volte tu sei per me, nel mio giorno solito vivere, una gli occhi mi copro con le mani, e vola nel mondo del nuovo domani. Una dove la forza tiro fuori, annaspo nella vita dell'altrui cuori, a trovare ciò che manca tra parole. Una mentre giro al mondo il volto mio, e tu a mostrarmi cosa c'è di più pio di un giorno che sorride ai prati dove corro cercando te in quei luoghi mai nati. Una è nel buio della sera che come velo copre mentre dorme una rosa sullo stelo cercando di assomigliare a chi vede sotto il cielo. Una nella notte incantata stella rara sognata da insonne che rendi l'anima degna della vita l'esser amata... e una sei tu, cinque sei tu nella mia vita che guarda sempre su mi ricorda che meglio d'un amore sei sempre solitaria... tu.
Lievi le note scandite nell'eco di onde infinite. È il mio cuor commosso che piange dolcezza, al ricordo dell'urlo di un sasso, eroso dal vento che sfrezza. Sapor di lacrime amare, lo scorrer brividi sulla mia pelle, e negli occhi rivedo le stelle, mentre son rapito dal saluto del mare.
Non so che farmene del rumore del mondo, delle sue parole cave, per me pietre di lenta lapidazione. Lasciatemi sola! Ignorante dei vestiti degli uomini. Superba di una sensibilità corrotta. Sapiente solo di patetica poesia. Una creatura piena di poesia bagnata di lacrime salate, che rotolano su ferite antiche come il Verbo. Lasciatemi sola. A scrivere scavando le pietre coi ginocchi piagati, a incidere i cuori più rossi traducendo il silenzio. Altro non voglio.