Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)
La mia anima è negli abissi più profondi
dove non c'è luce
dove regna la notte
il mio cuore sa che ora non c'è consolazione
ripeto a me stessa che ho vissuto
ho seguito l'amore
ma è solo un bel quadro dipinto
per alleviare il dolore della verità
ho mancato il ruolo più importante che ho
è una gran fatica rimandare indietro tutte queste lacrime
ed andare avanti
sperando che questa sia solo
un'altra falsa visione.
Composta giovedì 4 febbraio 2010
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    Scritta da: syria 76
    in Poesie (Poesie personali)

    Sole di vita

    Un mattino come tanti, svegliandoti,
    senti il rumore della pioggia battente.
    La prima cosa che pensi
    è di rimanere al caldo sotto le coperte.
    Ma i rintocchi dell'orologio
    ti ordinano di alzarti...
    Guardi il cielo: tutto grigio.
    Ti guardi dentro: tutto grigio.
    Ti ribelli... è il sole che cerchi,
    un solo piccolo raggio
    che ti riscaldi il corpo e l'anima.
    Sai che c'è.
    E lo trovi lì,
    adagiato sul fondo della tua anima,
    è infuriato con te e ti assale dicendoti:
    "Smettila, sei tu che mi hai collocato qua
    nel momento in cui hai smesso di sognare,
    quando hai smesso di guardare con gli occhi dell'amore,
    quando hai smesso di amare!"
    Scoppi in lacrime e, ricordando tempi lontani,
    capisci che ha ragione.
    In quel momento, come per magia,
    appare il sole, raggiante più che mai.
    Se guardi con gli occhi dell'amore
    tutto sarà più bello,
    le ansie e le delusioni non ti butteranno giù.
    Se ami te stessa è più facile amare gli altri,
    è più facile sentirsi amati.
    Ama, ama, ama e ama ancora, sempre di più
    e il sole sorgerà ogni giorno dentro di te.
    Amore è sole, sole è vita.
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      Scritta da: Domenico Catalano
      in Poesie (Poesie personali)

      Uscita da scuola

      Ho fissato la strada per non guardarti.
      Eri in ritardo, la campanella strillava.
      Il sabato che le giovani anime esaltano
      per effusione di libertà. La campanella
      continuava a strillare. Muto, il pensier
      mio si confondeva tra i pilastri grigi e
      decadenti della scuola. Era scoccato
      il mezzodì, la tua lezione terminava.
      Dovevi scendere i due piani, ed io
      ancora non riuscivo a trovarti. Le mie
      labbra volevan tremare dall'angoscia,
      i miei occhi non vedevano più. Smise
      di strillare, la maledetta campanella.
      Poggiai il piede sul piccolo gradino,
      fui tratto dalla stanchezza. La folla
      crebbe, come la diffidenza nel mio
      cuore. Non accettavo rassegnazione.

      Ma eccola! Colei che ha il viso specchio
      della bellezza innevata, candida come
      il bianco di un eden sconosciuto.
      La felicità eterna scivola sulle guance
      tue; ti darei un bacio, apprezzeresti.
      Ho fissato la strada per non guardarti.
      Me ne pento mille volte, ho sbagliato.
      Composta mercoledì 3 febbraio 2010
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        Scritta da: Domenico Catalano
        in Poesie (Poesie personali)
        Mi fermai, solitario, sotto il tuo portone.
        Un sussulto di vita dietro la sofferenza.
        L'amore mi completa. Uno spiraglio di
        entusiasmo, ero contento di vivere.
        Proprio tu? Di quale beltà ti adorni? Se
        mi vedi, non arrossire. Balbetterò, come
        un soldato sotto la dura e fangosa trincea.
        Ohimè, dichiararsi è così difficile, piccola,
        sarai confusa. Non sapremo che dire.
        Amore è guardarsi negli occhi vivaci,
        scoprendo pace, guerra, vita e morte.
        Amore è la tenerezza che mi infondi.
        Composta mercoledì 3 febbraio 2010
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          Scritta da: Domenico Catalano
          in Poesie (Poesie personali)

          Aspettava la Pioggia

          Aspettava la pioggia che tu andassi
          via da me, tra i frastuoni dei tuoi
          passi e delle pozzanghere. Sorridi
          a me come un sole oscuro.

          Tutto è morto, fuori e dentro di me.
          Trascinato via dalla luce e dal buio.
          Quanto mai durerà il mio persistere
          alla tua diffidenza? Conosco la risposta.

          Per una resistenza che è ormai oggetto
          di derisione, tu scavalchi altri ostacoli
          della vita. Giochi i tuoi dadi, mentre io
          da tempo li ho persi in un incubo.

          Aspettava la pioggia che io le confidassi
          il tutto. Il mio cuore è un malato terminale.
          Cadde accidentalmente in un'immagine della
          fanciulla sotto l'ombrello. Si fece straccio.

          Chi è rincasato adesso? Un uomo, o un
          fantasma di quest'ultimo? Inspiegabile
          l'espressione che, tetra in volto, da qui
          a qualche parte ha smascherato la bellezza.

          La bellezza di una fanciulla ai piedi della terra.
          Composta mercoledì 3 febbraio 2010
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