Scritta da: Patrice Sangiorgio
in Poesie (Poesie personali)
Attimi
Un velo
nel tuo sguardo
coriandoli
il segno dimentico
di una speranza
nel cielo che precipita.
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Un velo
nel tuo sguardo
coriandoli
il segno dimentico
di una speranza
nel cielo che precipita.
Nel buio della notte ti sogno. Ti sento vicino,
immagino i tuoi occhi, il tuo viso,
i tuoi gesti, il tuo sorriso.
Ma al sorgere del sole scompari,
lasciandomi un altro giorno
per immaginare come sarebbe
la mia vita se tu esistessi...
Di chimica
sul volto
non hai alcun bisogno
colore naturale il
tuo
scenografia d'un sogno
è come quando
senza pensieri imbocchi
una semplice strada di campagna
ti senti avvolto dai colori
la mente vola
come l'ape
in cerca del suo fiore
inebriandosi di nettare
attratta dal colore.
È come quando penso
a te
mio dolce amore
è vita
il tuo colore.
Così
mi piaci come sei
bella
da non toglierti
di dosso gli occhi
mai
così sempre diversa
quanta curiosità
mi dai
ricerca d'infinito
sei
la tua essenza
da vita ai giorni miei.
L'arcigno inverno
digrigna ancora i denti
e con sé non ha
valigia
tende tranelli
alle nubi di passaggio
coprendole con un'immensa
rete grigia
facendo creder loro
d'esser le più belle
anche senza sole
colpite da quelle parole
quasi incantate stanno ad ascoltare
e
non s'accorgono
che piano piano
cominciano a gelare
allora infreddolite
per scaldarsi vorrebbero danzare
ma nella rete
non lo possono fare
capiscono l'inganno
si lasciano morire.
Comincia a nevicare.
Sono come il cieco,
che sogna di veder sorgere il sole,
ma è costretto ad accontentarsi,
di sentire solo il suo calore.
Sono come il sordo,
che sogna di ascoltare un concerto,
ma è costretto ad accontentarsi,
di vedere i musicisti suonare.
Sono come il muto,
che sogna di parlare d'amore,
ma è costretto ad accontentarsi,
di sentirlo fare da altri.
Sono come un prigioniero,
a cui sono state legate le mani,
che sogna di poterti toccare,
ma è costretto ad accontentarsi,
e ti può solo sognare.
Sono come Icaro,
come lui vorrei volare lontano,
ma le mie deboli ali di cera,
questo amore mi ha bruciato,
e qui sono costretto a restare,
cieco, sordo, muto e prigioniero,
di questo mio amore.
Crack!...
Boati nel cervello,
Attimi...
Rientro nella realtà
dura realtà con conseguenze naturali,
disgrazia...
La nostra vita
qualcosa di noi venuta a mancare
distanze materiali ci separano nella vita continuata
trasformazioni...
adattamenti...
diverse responsabilità per chi resta
Attimi di te!
Già vissuti
quanti ancora da vivere
Cose fatte e superate ma sempre presenti.
Conosco te nei particolari
in ciò a cui prima non davo peso perché normalità,
alla tua vita
Come vorrei ancora avere ed apprezzare
quella triste rimanenza
pa pur sempre presente tua figura.
Fragile elegante essere
che sta per aprirsi
al mondo...
Ma all'improvviso tutto
si ferma come in un
breve flashback
ripercorri tutta la tua
breve vita
Volti odori colori suoni
risate Pianti...
Cade una lacrima e come
punto ad una lettera
quella goccia interrompe
il tuo indietreggiare
nei ricordi
Non sai se quel passo
servirà a qualcosa
sai solo che
interromperà il
tutto
Tutto si spegnerà e gli
attori torneranno
alle loro case
e ora un fascio
di luce
t'irradia
la scena
è sola tua
è strano ma
l'hai fatto
Nessun suono nessun calore
nessun colore
solo tu
Non so e non sai se ne valeva
la pena
Hai scelto la via più
facile o fragile
essere
Ma perché...
Perché la via secondaria?
Perché?
Paura lo so Terrore
il
domani sempre
più grande
mentre
tu eri sempre
più piccola
Fredda la solitudine
tra i libri
oscura la camera
tenue il bagliore del
computer
troppo tenue per tenerti
attaccato all'unico dono
perenne
Eri sola ma non fuori
sola eri dentro
il mondo non ti ha spiegato
come rialzarti
e tu non sei riuscita
a capirlo
e ora non sei altro
che un ricordo
Una foto su un mobile
vicino a dei fiori
Un nome su freddo
marmo
Marmo lucido pulito
ogni giorno da
da chi ti avrebbe voluto
ancora accanto
da chi avrebbe preferito
che la sorte prendesse
lei invece che te
Ma la sorte stavolta non
c'entra
l'ultimo passo
l'hai mosso
tu
Tu hai spento la
luce dei tuoi
occhi
spegnendo
anche la
speranza di chi
ti voleva bene
Passioni domani sfide
amori che non
avranno più
un protagonista
Andarsene per Fuggire
dalle paure non lo
puoi sempre fare
Imparare a rialzarti
invece sì
Tra fuggire e imparare
la scelta è la tua
Ma se fuggi
un'altra luce si spegnerà
e il mondo un'altra
sfumatura perderà
Fuggito poi non
tornerai
indietro
o fragile essere
rileggi il copione
intrattieni gli attori
accendi la luce
salta
l'ostacolo
o
se cadi e non sai rialzarti
chiedi aiuto
Perché così in piedi
puoi aiutare il mondo
in piedi puoi impedire che qualche
fragile essere
allontani gli attori
e
spenga le luci...
Sulla pietra
dorme il mio mattino.
Fammi di luce queste mani
scolpite in ebano puro.
Sulle foglie secche
dorme la mia sera.
Fammi di pace
questo volto stemprato
d'acque piovane.
Scendo con i miei occhi
in grotte fatti di voli.
La rondine è il mio cuore
nell'azzurro.
Non corro più su burroni lucani
per dare caccia a gridi nostrani,
Mi fermo su monti di neve
aspettando il fungo che nasce
insieme al mio sogno.
Ho scelto una dimora sui bianchi monti.
La caverna dove giace la mia voce è nuda.
Qui ascolto il pianto delle foglie,
frugo con mani di neve
in profondissima pace.
Non dico nulla all'anima sospesa
dove il corpo è vento
giocando in attesa.
Aspetto l'avventura
racchiusa nel respiro della luce.
Quando la vita affonderà il suo grido
nei cieli del mattimo
uscirò dalla caverna nuda
per ascoltare il sole
steso sulle rocce
rubando i segreti della luna.
Ascolterò l'albero esposto sui canali.
Su scorza di quercia secolare
attaccherò una foglia secca
simbolo di un giorno
vissuto in fretta.
Poi entrerò nel cavo di un ulivo
dove penetra la pioggia lentamente.
Quando la notte penetrerà col vento
chiuderò nel guscio d'una noce
il volto senza tinte
di un'anima vuota.