Poesie personali


Scritta da: Pietro Colucciello
in Poesie (Poesie personali)

Giù per quel Ponte

Piove su Genova!
All'improvviso il vuoto,
un rumore assordante, il volo,
il cemento che squarcia la terra e il cielo.
Quel ponte crolla e con se
porta giù la speranza di 43 vite.
Sangue e fango mischiati
in un solo colore,
quello della morte.
Uomo che, senza scrupoli, hai ucciso
tuo fratello ed hai diviso la tua e la nostra coscienza.
Dalle macerie una sagoma ancora in vita ci da forza,
coraggio, come le tante mani che scavano senza sosta e ne paura,
notte e giorno.
Genova, quella del mare e della Lanterna, tornerà più forte
di prima, ed un ponte nuovo unirà, con anima e cuore,
ciò che ora la crudeltà ha diviso.
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    Scritta da: ANTONIO PISTARA’
    in Poesie (Poesie personali)
    Tu, da qualche parte nell'Universo:
    mi stai pensando,
    mi stai immaginando.
    Io, da questa parte dell'Universo:
    ti sto pensando,
    ti sto immaginando.
    Il filo ancestrale del pensiero che tutto crea e distrugge, adesso ci unisce: indissolubilmente.
    Tu, da qualche parte nell'Universo,
    Sei.
    Io, da questa parte dell'Universo:
    Sono.
    Per me, da oggi, non sarà più lo stesso.
    Dai prendi la mia mano, adesso:
    seguiamo insieme lo stesso verso,
    Verso Te.
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie personali)
      Ma rapire la luce per condurla
      agli abissi sotterranei del mare,
      e trascinarla giù, donando il buio,
      ed il cielo, suolo cimiteriale,
      veste di lutto d'unico defunto,
      torcia di insonnia dell'ossa ch'è ora,
      orientamento nel Tempo di giù -
      è vano, il capovolgimento è in atto:
      è una ribellione sopraggiunta,
      è un riso di pianto, il firmamento,
      son ceneri di vaste solitudini,
      lumini a nessun santo, incluso Dio,
      riflessi, petali di fiori in polvere,
      visite in nessun luogo e dappertutto,
      smarrimenti tra fiamme di carboni,
      dove ad un punto si riaccende il sogno...
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie personali)
        La scrittura d'inchiostro.
        Il tavolo del cielo si fa libro
        rovesciato sull'infimo lettore,
        la sua richiesta d'ascoltarlo è cieca.
        Ogni insonne si lascia dominare
        come un cane da un non padrone ancora,
        dal vento che spargendo quel profumo
        del suo manifestarsi sa promettere
        la carne non ancora rivelata.
        E così insegue la sua oralità.
        L'ombra di inchiostro scorre via bevuta
        dal foglio della strada che si ubriaca
        di un lungo sorso vano, ché non resta,
        non raggiunge la meta col fermarsi.
        È tutto un non pensiero.
        Un equilibrio strano.
        Un non sapere quello che si vuole.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie personali)
          Ci sembra sia il risveglio,
          ma è soltanto agonia che ci proietta,
          girandoci e rigirandoci su
          e giù, a questa morte ch'è la vita.
          Rinasciamo nel sonno.
          Doglie sono le palpebre.
          Ovunque l'utero delle pupille.
          E l'eiaculazione della luce,
          il sogno che è riflesso di una stella
          annegata nel nostro – con l'inganno –
          essere divenuti oramai acqua.
          È la tenebra a obliare la sua terra!
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie personali)
            Nulla più solitario di una stella.
            Nessuna condanna più perentoria
            della sua impiccagione su nell'alto,
            lacrima che mai più potrà invocare
            di scendere, cadere, dissiparsi.
            Il suo sangue di luce testimonia
            la gemellarità ch'è interminabile.
            Ed il buio è una loro creazione,
            sovrane al loro attorno, separè
            per non vedere nel sonno di vita
            la simile, l'identica. Infelice,
            luciferina, ma priva di dio
            si sogna altrove, si scaglia nel basso
            col suo riflesso sempre più sbiadente (si).
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie personali)
              Il cigno della Luna solo collo.
              Un collare di osso che vorrebbe
              richiamare il passato da padrone
              quando davanti a sé, circolarmente
              in sempre più profonda lontananza,
              s'avventurava il cane della luce,
              fino all'addio pacifico del sangue
              con il canto morente dell'azzurro,
              con la visione di pupille a lutto
              della sua sepoltura
              nella tomba più liquida possibile,
              nel parlare leggero del suo pianto,
              condannato a un'eternità di spazio.
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