La scrittura d'inchiostro. Il tavolo del cielo si fa libro rovesciato sull'infimo lettore, la sua richiesta d'ascoltarlo è cieca. Ogni insonne si lascia dominare come un cane da un non padrone ancora, dal vento che spargendo quel profumo del suo manifestarsi sa promettere la carne non ancora rivelata. E così insegue la sua oralità. L'ombra di inchiostro scorre via bevuta dal foglio della strada che si ubriaca di un lungo sorso vano, ché non resta, non raggiunge la meta col fermarsi. È tutto un non pensiero. Un equilibrio strano. Un non sapere quello che si vuole.
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