Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

Gemme

D'Epifania, d'incerto sole, in tiepida giornata,
giunge la prima Gemma tant'amata.
Brillano i suoi occhi per bontà ed amore,
di tenerezza mi riempie il cuore.
Suo lamento è dolce nota,
bel carattere denota.

La seconda, ch'è seconda in tempo,
di luce brilla più del firmamento;
lunghi capelli, grand'occhi, luminoso viso
a giugno mi perviene all'improvviso.
Tutto piglia, tira, strilla,
tutt'intorno ad ella brilla.

In un febbraio tetro, freddo e gelo
la terza, poi, calata m'è dal cielo;
di gioia sussultar fa l'alma mia
mentre m'appresto a dir l'Ave Maria.
Occhio piccolo, lucente,
sguardo fermo, intelligente.

Nell'odoroso di fiori e biancospino maggio
mi giunge all'improvviso il grand'omaggio
di quarta Gemma splendida, lucente che tra le Gemme
è Gemma delle Gemme.
Tosto pare assai carino,
un tantino birichino.

A capodanno la quinta mi compare
venuta all'improvviso a illuminare
la nera notte di fulmini percossa,
di vento e tuoni forti molto scossa.
Di furbizia mente fina
lesto offre lo spuntino. *

Cinque di Gemme splendide ho nel cuore,
ognuna d'inestimabile valore.
La vita che pur tanto m'ha deluso
in fin sì grandi beni m'ha profuso.
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    Scritta da: Giuseppe Catalfamo
    in Poesie (Poesie personali)

    Babbo Natale

    Una notte da Babbo Natale
    per poter dal camino entrare.

    Vedere quell'uomo che scalcia il suo cane
    e dello stronzo, per gioco, farne un tizzone

    Una notte da Babbo Natale
    per poter dal camino passare.

    La mano serpente sul bimbo fermare
    portarla col resto, nel camino, a bruciare

    Una notte da Babbo Natale
    per narrare un solo finale.

    Cuccioli e infanti accarezzati da bimbi
    Genitori ed anziani tornati un po' acerbi.

    Albeggiare sornione da Babbo Natale
    per poter nel caveau, della Banca d'Italia, entrare

    Sacchi riempire di soldi, monili e gioielli
    per lustrarmi la casa, non più con semplici orpelli.

    Va bhè che sò "babbo"
    è Natale, mi battezzo Gabibbo.
    Composta venerdì 17 dicembre 2010
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      Scritta da: Armando
      in Poesie (Poesie personali)

      Siamo figli degli ormoni

      A molti è capitato di sentire
      che siamo tutti figli dell'amore
      ci assale allora un forte batticuore
      il dubbio si vuole approfondire.

      Nella foga cerchiamo di zittire,
      i vecchi che con senno e con fervore
      provano a farci uscire dal languore,
      e gli occhi a tutti tentano di aprire.

      I giovani non stanno ad ascoltare,
      gli innamorati sempre son sornioni,
      quelli di mezza età san solo urlare.

      In questa confusione ai più coglioni
      l'amor col sesso è facile scambiare
      lasciandosi ingannare dagli ormoni.
      Composta giovedì 16 dicembre 2010
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        Scritta da: Simone Sabbatini
        in Poesie (Poesie personali)

        Tanto in un perché

        Ho tanta rabbia dentro, e non è bella:
        sarà che l'italiano è una lingua un po' fasulla,
        che t'attacca sul palato quel suo retrogusto amaro
        di significati e sfumature opposte
        - controsinonimi assurdi infiammano i cuori...
        Dentro alle parole non sappiamo più nuotare,
        galleggiamo, siamo naufraghi violenti
        abbarbicati sopra motti abbandonati
        e irriverenti, spesso osceni
        - barbe lunghe, barche rotte, notti insonni:
        ci perdiamo dentro quadri disegnati
        abbiamo lingue ancora sporche di vernice.
        Composta martedì 19 dicembre 2006
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          Scritta da: Simone Sabbatini
          in Poesie (Poesie personali)

          Zombies

          Occhio bagnato di solo sale,
          e non c'è acqua in questi cuori aridi;
          naso sanguinante e che fa male,
          e di terrore sono neri questi lividi.
          Mani marce di freddo e sporco sperma,
          l'amore ormai non c'è nemmeno nelle favole;
          corpi vuoti nella nebbia ferma,
          nel nostro inferno sono scese queste nuvole.
          Gambe molli, come tronchi marci,
          marciamo rassegnati sulle sabbie mobili;
          teste vuote, solo per scordarci,
          pensieri foschi sono gli unici indelebili.
          Bocche riarse, parlano nel buio,
          del buio assurdo nelle nostre teste sterili;
          frasi mute, senza forma o studio,
          o cuore, istinto, non più arroganti o umili.
          Sole vanno, parlano e non dicono
          del vecchio vuoto che ha riempito cuori torbidi.
          Dei nostri corpi stanchi e abbacinati
          di queste menti insane e allucinate
          dei nostri cuori cupi e insanguinati
          di queste vite goffe e rassegnate.
          Vite fatte per esser trascinate,
          invecchiano così, stupite e stupide;
          la gran fatica, le angosce immotivate
          fanno più grigie le nostre teste madide.
          Droghe o farmaci, niente più permette
          di dire "amore" come un desiderio prossimo.
          La falce ci minaccia, e ci promette:
          la nera morte, e dolce, è il sogno nostro ultimo.
          Composta mercoledì 15 maggio 2002
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            Scritta da: Simone Sabbatini
            in Poesie (Poesie personali)

            Prova così

            Silenzio. Non dire più niente,
            non fare rumore,
            nemmeno un sussurro, un bisbiglio,
            niente.
            Silenzio. Riposa la mente,
            alienala un poco,
            non farle pensare a nessuno,
            più niente.
            Ascolta. Perfino il silenzio
            si mette a tacere,
            non parla, trattiene il respiro,
            senti?
            Ascolta. Qualcosa di forte
            che batte là dentro,
            ti parla da quando sei nata.
            Lo senti?
            Composta sabato 6 novembre 1999
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              Scritta da: Gennaro Keller
              in Poesie (Poesie personali)

              Vorrei cancellare

              Vorrei cancellare
              le ipocrisie della gente,
              le facce dei politici,
              lo strapotere dei potenti,
              i programmi osceni
              di idiote apparizioni,
              le voci stridule
              che non dicono niente.
              Vorrei cancellare
              queste lacrime dal mio viso,
              le violenze, le prepotenze,
              i soprusi, le vigliaccherie,
              gli odi razziali, gli inganni,
              gli stupri, i tradimenti.
              Vorrei cancellare
              queste mie visioni così oscure
              e risvegliarmi in un mondo di luci
              e tuffarmi in oceani di bontà.
              Dov'è quel mondo?
              Dov'è quel mare?
              È solo nei miei sogni...
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                Scritta da: Rosarita De Martino
                in Poesie (Poesie personali)

                Miriam

                Profumo di cielo,
                incanto di vita
                sei tu, piccola bimba.
                Oggi indossi il bianco,
                setoso, spumeggiante
                vestitino
                del tuo battesimo,
                che ti renderà
                nuova creatura.
                Incantata ti guardo.
                Anch'io indosso
                rilucente
                abito di fede,
                e in luce di pace
                mi accosto
                al bianco altare.
                Sulla mia mano aperta,
                quale novella culla,
                lieve si posa
                l'ostia consacrata.
                Composta mercoledì 15 dicembre 2010
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