Cornice senza quadro la vita dei giorni. L'alba recitava il sillabario uscendo dal pozzo. Il gallo aveva nel becco l'aurora. Le ruote dei carri tritavano le stelle su strada di pietre di fiume.
L'ombra spariva ai latrati dei cani. Il giorno cresceva su ringhiera del tempo.
Solo l'uomo sostava sul marciapiede guardando le stelle.
Il mattino presentava il suo fianco insieme al grano che si falciava all'alba. Le dita chiuse nelle canne non udivano il canto dei mietitori.
Le ore passavano sul campo di grano, gli uomini rilucevano insieme alle spighe. Nel giorno non aveva sogni il sole, l'azzurro lavava le spighe sporche di notte.
Gli alberi posati nell'ombra radunavano il cielo sui rami, non s'udiva più il canto. La terra era sterile per il molto sudore.
Una vecchia abbrustoliva la vergine spiga, contava i chicchi verdi caduti nella mano.
Poi l'ombra s'allungava nel giorno troppo maturo. Vicino alle spighe già pronte ritornava la vita.
Fotogrammi di momenti insieme a te sono sparsi tra i colori dei miei occhi che ricercano costanti spazi nitidi e invitanti per poter vedere bene la tua immagine danzante.
Come quando fissi il vuoto e qualcuno ti domanda dove guardi.
Mio Padre compirà 81 anni un grande uomo un gran lavoratore con tasche ricolme di rispetto ma visivamente un piccolo ometto di quelli ancora vecchio stampo che amano ma quasi si vergognano a dirti quanto.
Forse per non mostrar fragilità o forse perché si era così quei tempi là.
Ora è ricoverato in ospedale niente di grave il tempo si presenta quando vuole per chieder la parcella senza dimestichezza senza alcuna creanza e di colpo ti ritrovi in una enorme bianca stanza.
Mio padre un grande uomo ma visivamente un piccolo ometto.
Nel salutarci ci siamo abbracciati e ho sentito vibrare il suo petto.