Poesie personali


Scritta da: Gennaro Keller
in Poesie (Poesie personali)

Nell'ozio di un tramonto

In una giornata storta
al rombo di un motore
un malinconico sorriso
di una ragazza in fiore
odore ardito
nell'ozio di un tramonto.
Sulla sua pelle ambrata
il chiarore di un diamante.
Le mani cercano il piacere
penetrando il mistero
che gioiosamente brami
nelle stanze della notte
sperando che il cuore viva
come pellicano sull'onda
di velluto mare.
Pelle nuda al sole
intimo tra la bocca taci
e corpulenta assecondi
le mie bianche vele.
Composta lunedì 23 maggio 2011
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    Scritta da: Mariella Mulas
    in Poesie (Poesie personali)

    A te, un bacio

    A te,
    che delirante
    guardi il tempo depresso,
    che involontario di destino
    scorri le pagine dei desideri...
    A te,
    che abbandonato
    ti perdi nella solitudine,
    e giochi con le nuvole
    cercando il suo volto...
    A te,
    che allunghi pene
    nel misterioso ricercare
    la felicità negli angoli
    ombrosi e oscuri di silenzi...
    A te, l'amore...
    A te, un bacio sulla bocca
    che sia invito
    a ritrovare nelle carezze
    l'arrivo verso quelle mete
    impossibili e fragili.
    A te, mio spirito
    che hai lasciato nei ricordi
    lo slancio dei suoi occhi...
    A te, un bacio sulla bocca
    per un sogno nel cuore
    custodito fedele
    tra sussurri dell'anima!
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      Scritta da: Simone Sabbatini
      in Poesie (Poesie personali)

      Binari

      Su questo treno l'amore viaggia dentro i nostri cuori,
      ce lo teniamo stretto un po' per vergogna un po' per coraggio,
      ce lo teniamo stretto per non farlo uscire fuori.
      Sarà solo un errore o la rinuncia
      che quotidianamente lasciamo sui binari?
      Qui è sempre primavera: anche se nevica,
      se fuori fa bufera, e l'acqua scivola,
      se il cielo è grigio gelo, e il vento mormora
      a bruni eroi tenaci ch'è quasi giunta l'ora,
      dei bruni eroi perdenti già porta via le prime
      che bruni eroi pendenti li lascia nella brina.
      Qualunque vista veda attraverso il finestrino,
      l'amore non s'accorge, o se ne frega; vuole Maggio,
      e Maggio fa. Perché si sa, l'amore è cieco.
      Che sia per cattiveria o forse solo per natura,
      il nostro un po' ci marcia, e s'approfitta;
      ma come biasimarlo, la nostra presa è stretta,
      e a volte pare morto. Ma fa finta
      per noi, che il dubbio non fa grandi, ma spaventa,
      e codardi lo lasciamo nel suo buio. E non si sente.
      È il rimorso che ci prende, quella colpa
      che cammina a passi lunghi nei vagoni, gli occhi seri;
      o più semplicemente ci sentiamo troppo soli,
      vuoti a rendere buttati là, ad inquinarci. E lui non torna
      se lo chiami, aspetta invece che dormiamo
      per riprenderci e donarci finalmente un po' di sole.
      Ma sempre meno lacrime ormai bagnano i sedili,
      perché siamo abituati: non si ferma alle stazioni,
      e seduti oppure in piedi tutto accade nei calzoni,
      qui nessuno scende o sale, e se sale o scende è uguale.
      Senza fine il nostro viaggio, senza mèta i nostri sogni,
      si continua a andare avanti per inerzia, certi solo che bisogna.
      Speranzosi, questo è vero, forse un giorno di cambiare,
      ma pur troppo coraggiosi, troppo fieri,
      e troppo incerti di sbagliare.
      Composta venerdì 24 giugno 2005
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        Scritta da: Simone Sabbatini
        in Poesie (Poesie personali)

        ... phfffhh

        Questa storia questa notte nel mio cuore fa paura
        vado in giro ormai straniero per il mondo e per la gente,
        e con l'anima che dentro puzza.
        Sono solo con me stesso, col dolore e con l'angoscia
        son tradito, abbandonato come un cane, e bastonato
        anche se poi non è vero,
        anche se poi non è così.
        Ce l'ho con tutti e con nessuno,
        questo sentimento nuovo
        è così vecchio, troppo vecchio, troppo stanco per morire.
        Composta domenica 18 febbraio 2001
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