Scritta da: Rosaria Aquino
in Poesie (Poesie personali)
Ho seminato il campo del mio vivere
e il germoglio dei miei frutti ha il colore dell'amore.
Composta martedì 9 marzo 2010
Ho seminato il campo del mio vivere
e il germoglio dei miei frutti ha il colore dell'amore.
Salti illuminati da un'insolita euforia
tra i chicchi preziosi di grano
e il corallo colore del cielo
Sentieri colorati scintillanti di mattino
Indaco davanti ai miei occhi.
Astuzie, scaltrezze
la vita forse si riduce a ciò?
Forse se Giasone non fosse mai giunto
probabilmente non le avresti mai perdute...
ma Afrodite ci priva di queste due virtù
e non ci resta che uno specchio dove ci si guarda tristi
e ancora una volta vinti dall'amore...
Noi uniti ma divisi
nella serena calma delle nostre gabbie
ognuno provvede al proprio IO.
La mia gabbia dorata divido con altre,
la tua, insieme al fanciullo che eri un tempo,
la sua, con chi sarà tra anni e anni.
Solo il cielo le unisce
e tramite il cielo
i nostri occhi parlano.
Oltre il mare,
oltre il certo e l'incerto,
oltre le battaglie personali.
Un sole
una nuova alba
mi riempiono
e assaporo
e piango.
... ella si mostra angelica
con l'anima gonfia d'amore.
Intorno a se espande una gioia immensa,
il cuore non resiste a tale dolcezza, vibrazioni sempre più forti
Che solo la morte potrebbe placare.
Baciata dal sole in ogni suo movimento
che nulla può il suo splendore al cospetto dell'amore.
La bellezza è l'essenza stessa della vita.
Lodata in ogni luogo.
Un miracolo da innamorare alla vista.
Una creatura non di terra natia.
Dallo spazio infinito lei si mostra con i suoi occhi, le sue sembianze.
Il sole mette fine al radioso giorno.
Il tormento di non rivederla domani... ed ancora
Domani... Rattrista quanti hanno goduto della
Sua gioiosa immagine.
Mi vedi? Sono qui per te
guardami, stringimi, toccami
sono qui... perché non mi vedi?
Perché non mi senti?
Sono qui, guarda da questa parte
sono qui, per te, con te
Perché guardi senza vedere?
Perché senti senza ascoltare?
Sono qui... più dentro di te
sono nel tuo cuore, sono in te
guardami, stringimi
amami.
Il quel momento,
in quel istante, mi sentivo libera,
da tutto, e, tutti, non avevo pensieri,
vedevo una luce, ero libera, dal mondo,
per un secondo, in mano all'universo,
non avevo pensieri, andavo avanti senza pensare,
sorridendo, non avevo freddo,
non avevo paura, non sentivo niente, solo me,
e l'universo, ero sola, ero felice.
Parlami di te,
parlami di come sei.
Parlami delle tue notti insonni,
del tuo vino e del tuo fumo,
parlami delle corse
e degli affanni del tuo cuore.
Parlami del tuo cuscino
umido e salato,
amico discreto
della tua tristezza.
Parlami del tuo riso,
splendido vestito
della tua anima inquieta.
E poi parlami ancora
dei tuoi sogni,
nubi ovattate
dove poserai il tuo piede incerto.
Parlami di come sei,
di come calpesti la vita,
ma più di ogni cosa,
parlami di come non sei.
Annego nell'inchiostro
la seta che avvolge
il mio sonno
tra voli notturni
di pipistrelli e schiamazzi
mattutini delle lavandaie.
In un'aria di vetro
cerco di dirigere
il traffico delle mie passioni
e, lasciandomi lambire
dalla brezza amica,
mi riposo all'ombra
della grande quercia
ascoltando canzoni di ieri.
Il tempo, intanto, immemore
delle mie sofferenze,
ambisce solo a spargere
la mia cenere dolce
nell'armonia dello spazio remoto
dove le stelle
per noi son morte
e non c'è un arcobaleno
che, dopo le vicende della vita,
si stagli nel cielo turchino e muti
la nostra essenza
dall'ombra alla luce.