Poesie personali

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Gioia

Osservare il blu del cielo,
il rosso purpureo del tramonto,
annusare il profumo
intenso ed inebriante
di rose e di violette,
di gigli e di ciclamini;
toccare il verde scintillio
delle foglie
e delle piante.
Ascoltare il canto di un uccello,
osservare
il volo etereo di una farfalla luminosa,
delizia senza causa,
incessante ed invisibile.
Accarezzare un cucciolo
di cane o di gatto,
abbracciare dolcemente
un piccolo bambino
baciandolo sulle guance:
tutto questo
è gioia,
essenza dei cieli.

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A casa me ne sto

Colui che tutto vede e tutto sa,
protegga chi in casa
forzatamente se ne deve star.
Quattro mura strette strette
quando prima erano perfette.
Lo sconosciuto alieno,
ancor è presente, s'insinua
e stempra il Vigor della gente.
Ardua lotta, si stringono i denti,
si vive con poco, sperando
di non tremare di stenti.
Ogni decreto s'ascolta e s'argomenta.
L'arma vincente ancora rimane
starsene lontani senza stringersi le mani.

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Tutte le lacrime di oggi diverranno ricordi.
Finirà la pioggia, tornerà il sole,
tornerà il tuo sorriso come un bellissimo fiore.
Perché tutto finisce, tutto passa, ma non il vero amore.
Aspetterò te e che torni il sereno
quando tutto il mondo si colorerà
di un meraviglioso arcobaleno.

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Petali di una rosa

Ho visto in un negozio di fiori
un vaso pieno di rose,
sono bellissime, vellutate,
di vari colori, splendenti.

Ne compro una,
la guardo e vedo
in quei colori sgargianti
il viso di mia madre
bello come quei petali.

Li accarezzo
e mi sembra
di sentire la sua mano
dolcemente accarezzarmi.

Lentamente la mia mano
scende sul gambo,
una spina mi punge
facendomi uscire
una goccia di sangue.

E quella goccia
mi ha fatto rivivere
il dolore che ho avuto
quando la persi per sempre.

E i miei occhi hanno rivisto
la bellezza che era in lei
e che io non dimenticherò mai.

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Il tramonto della luna

Un giorno m'è apparso Dio
e mi ha detto con dolcezza,
quando ti senti triste e sola
prendi una penna e scrivi una poesia,
e così ho fatto io
e ho scritto una poesia
e ancora, ancora, ancora
l'una dopo l'altra
che scrivere è una cosa buona,
e le dono alle stelle
chiare e belle,
e quando appaiono serene in su alla terra,
e brillano ancora più magnificamente,
ed ogni cosa ci appare nuova e bellissima,
il dolore tace,
che tutto si rasserena e gentile,
vivo, appassionato,
e di dolce amore
illuminato.

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Domani

Se non vi fosse un domani
non uniremo strette le mani,
perché a non sperare
non vi sarebbe
manco chi amare.

Tutto ciò che viene dopo
si nasconde quasi come un topo,
e solo chi ha sogni e crede
può avere la voglia
di pazientar come la fede.

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Silenzio

Chiudo la porta.
Intorno a me il silenzio.
Così tanto silenzio
che si sente persino
il rumore delle nuvole
che volano
sopra il cielo di casa mia.

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Finestra semichiusa

Osservo in silenzio la pioggia che cade
copiosamente sui tetti delle case
non risparmiando acqua alle cose
rigando di lacrime piccole rose.

Per ogni goccia riaffiora un ricordo
che nella mente è un eterno ricorso
una bilancia rimpianto – rimorso
sperando il peggio ne venga rimosso.

Tu per caso sai dov'è finito il sole?
Col grigio tempo la mia tristezza sale.
Infinita tenzone tra bene e male
restando in attesa d'un segno che vale.

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Trasposizione

Lunedì lunatico.
L'una di notte di una notte senza luna.

Tra le braccia dell'oscurità
l'unico punto di luce è un granello di sabbia
di una clessidra che consegna il presente al passato
sospesa tra il soffitto e il pavimento
qui dove i muri hanno il colore del vento.

Scatola di latta, profumo di gelsomino,
album di foto ingiallite e silenti.

Ecco... le prime gocce di pioggia,
fanno il solletico al davanzale della mia finestra azzurra.

Resto immobile per mettermi in viaggio.

Bonne nuit.

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Brividi in bianco e nero

Poker di tristezze m'assale
su rampe di scale esatonali.

Immagine gelida,
angolo di porto senza coperte
all'alba di sconfinati inverni.

Scoppiano le minuscole ore
sature di vuoto,
ruvidi satelliti immobili nel loro moto antico,
isole senza terra, senza mari, senza madri.

Il monotono arpeggio di città fantasma
condisce nostalgia di rivivere luoghi mai visitati.

Abbraccio esoterico, e so
che tocco il velo con un rito primordiale.

Nella quiescenza del qui ed ora
è tempo di tornare alla nuvola di passaggio,
prima che sia troppo presto per partire.

Raggiungo gli angoli più nascosti dell'orizzonte
aperto oggi solo mezza giornata.