Poesie generazionali


Scritta da: Matteo Belluardo
in Poesie (Poesie generazionali)

La mamma

La mamma è una splendida creatura,
più unica che rara
che ci cresce con amore e cura
ci ama nel bene e nel male
tiene a noi come fossimo aurei,
come tesori inestimabili.

Ed oggi alla loro festa
dimostriamo loro amore
nella gioia e nel dolore,
a tutte le care mamme la dedico,
e figli ricordate,
le mamme sempre amate,
ed è per tutti voi dovere
urlare al mondo "mamma"
con voce pie a di gioia ed ardore.
Composta domenica 11 maggio 2014
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Kicco
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Mamma

    Il mese di maggio è arrivato,
    la primavera ha stentato a farsi largo tra le nuvole dell'inverno, dopo tanta pioggia, freddo e vento,
    il sole è riuscito a far capolino,
    per annunciare l'avvicinarsi del giorno della festa
    di tutte le mamme.
    Grazie mamma per le tue carezze gentili,
    per i tuoi sorrisi e per i baci della buona notte,
    le tue parole, i tuoi gesti,
    hanno incoraggiato i miei primi passi nel labirinto della vita, hai asciugato le lacrime e corretto i miei errori,
    insegnandomi con saggezza e con amore la direzione da intraprendere per il percorso della mia esistenza.
    Mamma ti meriti il meglio,
    una festa meravigliosa tutta per te con le persone più care, che l'allegria, la felicità e la gioia di vivere,
    ti possano tenere compagnia,
    per il resto della tuo lungo cammino insieme a noi.
    Mamma tu sei come il sole che riscalda il mio cuore,
    mamma tu sei come un fiore che profuma d'amore.
    Auguri.
    Composta sabato 10 maggio 2014
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Angela MORI
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Voglio un amore

      Voglio un amore che sia barlume
      che sia un eterno istante di pace;
      voglio che duri
      finché' avrò voce
      per vederlo splendido
      finché negli occhi avrò luce
      e benedire l'astruso destino
      che ha posto su di me il suo sguardo
      più onesto e indulgente.
      Voglio un amore che sia limpido;
      senza timori, senza veemenza né rabbia.
      Voglio un amore
      che si bagni di lacrime di gioia
      e non di amarezza
      che scaldi come il sole
      che sappia dolce come il miele.
      Un amore vero che pare un sogno,
      un amore che con me deve perire,
      dopo una vita passata ad amare.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: arsiom42
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Lamento (di un malato terminale di asbesto)

        Dio, se Tu scruti col pensiero sacro
        del mio cuore il profondo
        se non è una bugia che tu sei giusto
        mi domando: perché il mondo con me
        è stato ingiusto?
        La pietra miracolosa dell'antichità mi ha consumato
        le aurore del giorno sono disperse nel mio cuore
        so che un nuovo aprile non lo rivedrò tornare,
        Un tempo le mie membra erano rami vestiti di fiori
        e, assieme al vecchio sole che ora non mi riscalda più
        rinnovavo ideali e speranze.
        Il mio respiro è sofferente
        e tu, sole mio quando sorgi mi molesti.
        Non ho nessun desiderio, nulla più aspetto da tè
        e dalle rugiade, sul mio tronco non cade più
        una goccia di vita e d'amore.
        L'invisibile polvere mi ha distrutto Il corpo,
        non la mente!
        Perché se più non devo essere felice e continuare a soffrire
        pietoso Dio, non mi fai morire?
        Composta martedì 14 giugno 2011
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Caraddia
          in Poesie (Poesie generazionali)

          La partenza

          E quando sento quella musica,
          pian piano mi svesto
          e ogni vestito cade al suolo, e non fa alcun rumore
          proprio come le ruote di quell'auto
          che mi hanno condotta lontano.
          Lontana da dove?
          Da un profumo familiare a me sola
          che mi avvolgeva lentamente, mi inebriava
          e così chiudevo gli occhi
          e quell'odore diventava più intenso
          e trascinava con sé i ricordi, tutti,
          troppi per un'unica mente.
          L'odore del legno,
          del sale,
          del latte,
          dell'infanzia.
          Lontana da dove?
          Lontana dal rumore
          di onde che combattono contro le scogliere aride del Tirreno,
          che rastrellano la sabbia umida delle prime ore del mattino
          quel mattino in cui tutto rimpiccioliva
          a poco a poco
          a mano a mano che quell'auto
          si distanziava dal punto da me fissato.
          Lontana da cosa?
          Da occhi che mi fissavano
          e continuano a fissarmi nei sogni,
          da mani che mi hanno stretta nei momenti duri
          che mi hanno attorcigliato i capelli
          che mi hanno abbracciata e accolta,
          da parole che mi hanno canzonata
          e insieme rassicurata.
          Io ho lasciato tutto questo
          ma non ho abbandonato nulla.
          E quando ho realizzato
          l'impossibilità di dimenticare tutto
          sono diventata una giovane donna
          per poi ritornare, infine
          a quella bambina che a avevo perso
          sulla sabbia umida di un mattino
          in cui tutto rimpiccioliva a mano a mano.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Anna Rijtano Mallus
            in Poesie (Poesie generazionali)
            Quando la notte
            è un rigurgitar d'insofferenza
            e il rumorio del silenzio
            intorpidisce,
            per placar l'animo mio avvilito
            volgo lo sguardo alla basilica
            testimone di mille notti insonni.
            La collina su cui s'erge
            pare una coltre di luci che brillano
            di una luminosità intermittente
            come fiaccole al vento.
            Più su,
            il cielo trapunto
            di stelle sfavillanti
            sembra una processione
            di agili lucciole.
            Ma eccone una.
            Una soltanto,
            imponente e fulgida
            quasi la tocco
            a quella stella
            ho dato un nome: il tuo.
            Composta giovedì 15 febbraio 2001
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Oliviero Amandola
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Un regalo per la vita

              Per la nostra festa
              ti regalerò un mazzo di fiori freschi e profumati,
              che non reggeranno il tempo
              che sul loro stelo passa,
              ma che di profumi inebrieranno
              l'attimo in cui vivono.

              Giorno dopo giorno, invece,
              ti spiegherò una gioia dentro una malinconia,
              che durerà sulla pelle e negli occhi,
              per farti capire
              che anche la nostra vita
              come quei fiori passa,
              posandosi silenziosa
              nella stanza del nostro cuore.

              Oggi e domani
              non piangere amore,
              il peso delle ore
              che sulle nostre spalle appesantisce il passo;

              vivi,
              vivi e ama ogni istante che precede la trasparenza d'un respiro,
              perché tutto intorno c'è un mondo che non aspetta altro
              che essere vissuto istante dopo istante,
              e che giorno dopo giorno,
              sempre ci chiama e si ricerca
              invisibilmente dentro un percorso
              a noi ancora sconosciuto,
              e gli attimi che condividiamo,
              faranno nascere un 'intimità dentro un pensiero,
              che per il cuore sarà sempre,
              quell'autentica cartolina,
              che gentile nella vita
              persiste e si ricerca.
              Composta martedì 6 maggio 2014
              Vota la poesia: Commenta