Scritta da: Anna Rijtano Mallus
in Poesie (Poesie generazionali)
Silenzio
Passeggiando nel verde
odo i battiti del mio cuore
e li seguo.
Ascolto il rumoreggiare del silenzio
e cosi mi rigenero.
Composta martedì 26 aprile 2011
Passeggiando nel verde
odo i battiti del mio cuore
e li seguo.
Ascolto il rumoreggiare del silenzio
e cosi mi rigenero.
Se potessi disegnerei i pensieri
per poterteli mostrare,
sospesi gli attimi persi a pensare cosa dire,
gli spigoli appuntiti del mio "cosa fare?",
del mio "cosa dire per non mostrare?"
"Cosa dire per poter poi nascondere?".
Potrei iniziare a vomitar questi pensieri,
per far finta di non credere,
per fingere che in fondo sono come loro.
Ciò che credevo di me, tutto ciò ero o che vorrei
eccolo qui:
l'essere umano è vuoto se non pensa, se non si interroga
e la felicità non è vera se non hai paura di perderla.
Come si fa?
È facile.
Allora ci prendiamo, io te e tu me,
e ci buttiamo sul letto. E ci baciamo. Eh sì, ci dobbiamo baciare!
Sennò non funziona, lo sanno tutti!
Poi, dato che baciamo,
ci abbracciamo anche
e poi,
tu mi togli la maglia e io pure.
Io la tua, ovvio, che la mia l'hai tolta già tu.
Ecco.
Adesso è un po' difficile da scrivere, perché
quando si arriva a quel punto io me ne vado.
Fisicamente sto la, te lo assicuro,
ma con la testa me ne vado un po' qua e un po' la,
e guarda un po',
qua e la ci trovo pure te.
Allora che fai quella faccia,
se dove vado io, ci vai anche tu?
Sai dirmi, il cuore, su quale croce riposa
e se gocciola sangue
e, dignitoso,
resta in silenzio
senza lamenti
liquefarsi nelle arterie
come desinenze emotive.
Mi sfioravo
e sfiorivo.
È eucarestia il tuo tocco
sulle mie labbra sacerrime
mistero d'infedele peccato
che strofina il mio corpo
sfogliandolo come un vangelo
Mi crei dalla tua costola
generando pezzi diversi di voglie fuse
Siamo in misericordia di gesti.
In Caduta da regni troppo alti
a sbattere su pavimenti liquidi
che riflettono la mia immagine angelica
come fossi Narciso Demoniaco
in adorazione del mio male.
Donami ali nuove
per disegnare geometrie buie
nello spazio o_scuro
che mi è dentro,
così,
fuori.
Ho un nervo sottopelle
e tu che mi scoli
come china
- tracimi nero -
a farlo vibrare
contro le pareti
del tessuto finissimo
È lì che mi abiti
Ti ho sentito,
toccato,
annusato.
Ma tu non c'eri.
E mi sono generata tana
per contenerti il seme ed il sangue
Come sudario ti ho avvolto
Sindone Santa e reliquia
Restami.
La sera
dove ritrovo la pace
che mi riporta ricordi.
La sera
la bellezza di ritrovar
quel pensiero che mi riporta
quello che ho nel cuore
la sera.
E tu,
non parlavi mai delle tue stagioni
o del tuo sonnambulo risveglio,
volevi solo spiegarmi attraverso uno sguardo
il tempo che getta le ombre nel grigiore
e il fetore di tutte le strade,
e le galere, ricordo, ci attendevano al porto
per salpare mari senza limiti imposti da spiagge.
Tu,
vivevi il tuo tempo spiegando le vele
e ad ogni inganno cambiavi la rotta,
eppure una volta cadesti dentro la voce
che ti stava cantando un sonetto;
nei tuoi occhi, ricordo,
c'era ancora un sogno di aquilone,
ti mancava un respiro,
e cresceva il fuoco vicino ai forconi.
Eppure eravamo felici, ricordi?
Chiudo gli occhi ed in mente ho il tuo sorriso
e vederlo è puro piacere per i miei occhi
goduria per le mie orecchie
amore per il mio cuore
purtroppo le cose cambiano
i miei occhi ora piangono
le mie orecchie non sentono
il mio cuore sanguina
oh le tue labbra, come scordarle
dolci come lo zucchero
morbide come le nuvole
calde di amore
ogni ricordo ferisce il mio viso con un sorriso
e lacera il mio cuore.