Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
E tu che hai messo mano al mio dolore
con la dolcezza che distingue il bene
padre esemplare di un retta schiera
di progenie devota benedetto
sei per quella tua ripida pazienza
conoscitrice delle cose insane
né ti fa meraviglia l'ardua specie
del dolore scoperto alle tue mani
può venir palpitante una fanciulla
ed un brivido assurdo: sei l'umano
incarnato nell'era degli dei.
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    Scritta da: Alexandra Romano
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    In un immenso campo verde

    In un immenso campo verde ti penso,
    tra un fresco sospiro di vento
    ed un luminoso raggio di sole;

    tra un leggero pensiero
    che mi folgora la mente,
    ed un intenso desiderio
    che sembra muovermi il ritegno.

    Questo sottile e soave soffio di vento,
    che a volte mi tramanda malinconia,
    a volte nostalgia.

    Respiro l'ossigeno
    ed il profumo dell'erba umida,
    che adesso mi fa sentire meglio.
    Respiro la vita,
    il sole.
    E ti penso.

    Ora all'ombra di un albero
    insieme a questo tepore
    di mezz'estate,
    con qualche piccola macchia di luce
    che illumina l'ombra qua e là,
    mi sento davvero bene.

    Allora è proprio vero che la natura è ispirazione,
    che è pura vitalità,
    capace di contagiare chiunque.
    La natura è arte,
    capace di arrivare a chiunque.
    Composta lunedì 11 aprile 2016
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      Scritta da: Ludovico Criacci
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il tuo nome

      Ho provato a scrivere
      il tuo nome nel vento
      perché lo spargesse ovunque.
      Qualcuno lo ha visto tra le pile
      di sassi in montagna,
      altri tra la sabbia del mare,
      chi in Grecia, chi in Islanda,
      altri ancora in Australia.
      Il tizio delle previsioni ha detto
      che quest'anno
      non ci sarà l'anticiclone,
      basterà il tuo nome
      a scaldare la terra.
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        Scritta da: Scyna Suffiotti
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ticket for Oz

        Sono una clandestina di primavera,
        ho viaggiato in prima classe
        tra le foglie autunnali
        senza bagaglio,
        vestendomi di addii comprati alla stazione
        niente saluti per me,
        solo scomodi sguardi sgualciti
        bagnati dall'umido soffocante
        di un abbraccio rattoppato.
        Nessuno sa dove io sia
        mi son persa
        ma quando mi perdo
        io sono a casa.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Resurrezione di Cristo

          Perché ancora alla mente
          traccia sopporto corporale d'ieri,
          premere con la mano ritemprata
          questo sasso mi è dolce
          come a provare il fascino di Dio.
          Rivedrò i lutti, ovali
          miracolosi delle donne spente
          nel mio dritto abbandono.
          E il volto di Maria
          risuonerà nelle sue note piene.
          La terra era pur dolce
          al mio lento sviluppo
          e più cara che all'uomo se la fine
          mi sollevava dalla riprensione.
          Per cadenzare armonico il mio passo
          sopra la sabbia, vale ch'io risorga.
          Composta giovedì 7 aprile 2016
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Pianto dei poeti

            Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza
            o gemma che trapassi il suono
            col tuo respiro l'ombra che sta ferma
            di fronte ad un porto di paura
            quel trascendere il mito
            come se fosse forzatamente azzurro
            o chi senza abbandono
            che non sanno che il pianto dei poeti
            è solo canto.
            Canto rubato al vecchio del portone
            rubato al remo del rematore
            alla ruota dell'ultimo carro
            o pianto di ginestra
            dove fioriva l'amatore immoto
            dalle turbe angosciose di declino
            io sono l'acqua che si genuflette
            davanti alla montagna del tuo amore.
            Composta giovedì 7 aprile 2016
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              S. Teresa del Bambino Gesù

              Dalla tua adolescenza
              fatta di lunghi brividi ai capelli
              e d'usignoli infitti alle tue palme,
              sgorgava la vertigine di un giglio
              esalante profumo di domanda.

              Ah, l'immane fatica
              d'innestare il tuo fiore prodigioso
              oltre i tiepidi climi delle folle
              a vertici di gelo!

              Avorio concretato fra le mani
              d'estremi crocifissi,
              ronzio di spine ad ogni polpastrello
              delle morbide dita,
              e dopo rose, rose di stupore,
              placide nevicate d'innocenza,
              variare d'onde al largo dei tuoi occhi,
              fissità di pupilla,
              vedovi cigni solitari al corso
              dei tuoi fiumi d'amore.
              Composta giovedì 7 aprile 2016
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                Scritta da: Ludovico Criacci
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Notte

                Scesa è la notte col suo volto
                scuro e struccato,
                bussa alla solita ora
                una volta sola per non disturbare.
                È il vicolo cieco in cui muore il giorno
                dopo aver ingoiato le nostre certezze,
                intermezzo di riflessione
                che culla speranze e sogni futuri.
                E'per questo che appare saggia,
                democratica, terapeutica.
                Rispetta la quiete di tutti
                e induce a riflettere
                senza costrizioni.
                Alcuni la pensano triste,
                spenta e inanimata,
                la notte invece non dorme
                vive più del giorno.
                I suoi misfatti li copre con il buio,
                quando invece va via,
                in quell'ora in bilico
                tra il tonfo dei portoni
                dell'ultimo dei nottambuli
                e la prima levata degli amanti
                guardinghi,
                fedelmente non dimentica mai
                di accendere la luce.
                La luce del nuovo giorno.
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