Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)

La presenza di Orfeo

Non ti preparerò col mio mostrarmiti
ad una confidenza limitata,
ma perché nel toccarmi la tua mano
non abbia una memoria di presagi,
giacerò all'informe
fusa io stessa, sciolta dentro il buio,
per quanto possa, elaborata e viva,
ridivenire caos...
Orfeo novello, amico dell'assenza,
modulerai di nuovo dalla cetra
la figura nascente di me stessa.
Sarai alle soglie piano e divinante
di un mistero assoluto di silenzio,
ignorando i miei limiti di un tempo,
godrai il possesso della sola essenza.
Allora, concretandomi in un primo
accenno di presenza,
sarò un ramo fiorito di consenso,
e poi, trovato un punto di contatto,
ammetterò una timida coscienza
di vita d'animale
e mi dirò che non andrò più oltre,
mentre già mi sviluppi,
sapienza ineluttabile e sicura,
in un gioco insperato di armonie,
in una conclusione di fanciulla...
Fanciulla: è questo il termine raggiunto?
E per l'addietro non l'ho maturato
e non l'ho poi distrutto
delusa, offesa in ogni volontà?
Che vuol dire fanciulla
se non superamento di coscienza?
Era questo di me che non volevo:
condurmi, trascurando ogni mia forma,
al vertice mortale della vita...
Ma la presenza d'ogni mia sembianza
quale urgenza incalzante di sviluppo,
quale presto proporsi
e più presto risolversi d'enigmi!
E quando poi, dal mio aderire stesso,
la forma scivolò in un altro tempo
di più rare e più estranee conclusioni,
quando del mio "sentirmi" voluttuoso
rimase un'aderenza di dolore,
allora, allora preferii la morte
che ribadisse in me questo possesso.
Ma ci si può avanzare nella vita
mano che regge e fiaccola portata
e ci si può liberamente dare
alle dimenticanze più serene
quando gli anelli multipli di noi
si sciolgano e riprendano in accordo,
quando la garanzia dell'immanenza
ci fasci di un benessere assoluto.
Così, nelle tue braccia ordinatrici
io mi riverso, minima ed immensa;
dato sereno, dato irrefrenabile,
attività perenne di sviluppo.
Composta domenica 27 marzo 2016
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Giovanni Evangelista

    Quando la giovinezza si fa buia
    prima che sopravvenga a dominare
    la luce dell'ascolto,
    ogni parte di me si fa tensione
    e le mani scrittura misurata.

    S'apre la vaga ellissi del volume,
    sopra cui la cadenza si fa scure
    che trapassa nel vivo la materia.

    Ed io incido col soffio del respiro
    mentre la morte s'alza in me supina
    per un connubio acceso di sospetti.
    Composta sabato 26 marzo 2016
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Sorgente

      Ah, non fate che il sole mi sorprenda
      coi suoi giubili pieni
      né mostratemi parchi
      gioiosamente in crescita di voce.
      Nascondetemi i fiori,
      i fedeli sorrisi dei fanciulli,
      gli amorosi convegni.
      Sospendete la musica e la danza:
      se giungo dalle tenebre feroci,
      fate che trovi intatto ogni confine!
      Composta venerdì 25 marzo 2016
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Colori

        S'io riposo, nel lento divenire
        degli occhi, mi soffermo
        all'eccesso beato dei colori;
        qui non temo più fughe o fantasie
        ma la "penetrazione" mi abolisce.
        Amo i colori, tempi di un anelito
        inquieto, irrisolvibile, vitale,
        spiegazione umilissima e sovrana
        dei cosmici "perché" del mio respiro.
        La luce mi sospinge ma il colore
        m'attenua, predicando l'impotenza
        del corpo, bello, ma ancor troppo terrestre.
        Ed è per il colore cui mi dono
        s'io mi ricordo a tratti del mio aspetto
        e quindi del mio limite.
        Composta venerdì 25 marzo 2016
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Io vorrei, superato ogni tremore

          Io vorrei, superato ogni tremore
          giungere alla bellezza che mi incalza,
          dalla rovina del silenzio, fonda,
          togliere la misura della voce
          e cantare all'unisono coi suoni;
          stamparmi nelle palme ogni vigore
          in crescita perenne e modulare
          un attento confine con le cose
          ov'io possa con esse colloquiare
          difesa sempre da incipienti caos.
          Vorrei abitare nel segreto cuore
          centro d'ogni più puro movimento,
          animare di me gli spenti aspetti
          dei fantasmi reali e riplasmare
          le parabole ardenti ove ogni grazia
          è tocca dal suo limite. Variata
          stupendamente da codesti incontri
          numererò la plurima mia essenza
          entro un solo, perenne,
          insistere di toni adolescenti.
          Nell'aperta misura delle ali
          del più libero uccello,
          nel vigore degli alberi,
          nella chiarezza-musica dei venti,
          nel frastuono puerile dei colori,
          nell'aroma del frutto,
          sarò creatura in unico e diverso
          principio, senza origine né segno
          d'ancestrale condanna.
          E so, per questa verità, che il tempo
          non crollerà spargendo le rovine
          dei violati contatti alla mitezza
          del mio nuovo apparire, né la sacra
          identità del canto verrà meno
          ai suoi idoli vivi.
          Composta martedì 22 marzo 2016
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Sarò sola?

            Quando avrò alzato in me l'intimo fuoco
            che originava già queste bufere
            e sarò salda, libera, vitale,
            allora sarò sola?

            E forse staccherò dalle radici
            la rimossa speranza dell'amore,
            ricorderò che frutto d'ogni
            limite umano è assenza di memoria,
            tutta mi affonderò nel divenire...

            Ma fino a che io tremo del principio
            cui la tua mano mi iniziò da ieri,
            ogni attributo vivo che mi preme
            giace incomposto nelle tue misure.
            Composta venerdì 18 marzo 2016
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Cristo portacroce

              Quando lottavo duramente il giorno
              per sradicare l'ora dal mio cuore
              sola entità di tenebre, angosciosa
              era questa fatica alle mie mani.

              Ma non so quale leggerezza imbeve
              logicamente adesso la natura
              del mio corpo rinato; so che muovo
              allucinato il passo alle mie pene,
              sento che in me recede il rigoglioso
              volume del mio sangue e che più dolce
              mi è liberare sguardi di paura.
              Composta venerdì 18 marzo 2016
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                Scritta da: Mariella Buscemi
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Ho scoperto stagioni di vita
                Susseguirsi, raccontarsi
                Allo scostarsi di seta s'una schiena candida
                E le vertebre fan storia – la mia -
                Tra gli inverni d'una nuca nuda
                E l'umide ciglia del Sumida

                Ho pianto preghiere
                Quando i ginocchi son diventati piedi
                E la mia mano, rosso ciliegio selvatico a cinque petali,
                come spaventoso seppuku
                Sulla grande bocca delle nostalgie
                A riempire d'oro e d'espiazione la colpa
                E dal ventre mi è partita l'anima con un taglio netto

                Pura sullo Yozakura, mortificando Hanami
                Terribile e buia
                Infiorescenza notturna
                Sul mio corpo flesso
                Come forte sakura
                Infine, la bellezza del cadere

                Eppure, guerriera
                Nel tempio della mia coscienza
                A far d'ogni lotta, rito
                Sovrana, io, d'un matsuri schintoista

                Son piovuti fiori dalla lama
                nella recisione del passato

                Queste spalle, non appaiono neve di fuoco?
                Benedetto sia il mio tremare e il mio ardere.

                L'autunno a ovest del petto e tu a est.

                L'estate non la ricordo.

                tenui racemi
                dipinti sulla pelle
                _drupa carnosa.
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                  Scritta da: Mariella Buscemi
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Per quanto
                  fragile, profondo pozzo
                  sia la clausura
                  e lenta
                  la cura dei marchi
                  a saracinesca sui sigilli
                  ti riscopro confuso
                  al mio sangue
                  nel divario di colore
                  col dovere di sentirti
                  il diritto d'essere
                  il rovescio d'ora

                  Annusato | come se d'aria si parlasse |
                  per celia di dita pittoriche sottopelle
                  che farebbero teatro sgraziato
                  di ogni mio io possibile
                  sui fregi accennati del tuo profilo

                  Nell'intimo presagio
                  sei intuizione sottile,
                  sinestesia invasiva.

                  Sento, a volte, l'invisibile.
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                    Scritta da: Andrea De Candia
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Lamento di un morto

                    Aspettavo la ricomposizione
                    dei miei sensi disgiunti,
                    ma un Dio non sospettato
                    ha disciolte le rime del mio amore...
                    Credevo commutare
                    questi pilastri d'ossa con sorgenti
                    di finissimo cielo,
                    e in cambio n'ebbi basi di pantano.
                    Sono finito più che nel dolore...
                    Ma non è questo il punto
                    saturo di mia fede:
                    il mio Dio sta immerso
                    di là d'un palmo, e ho le dita monche
                    per raggiungerlo in pieno!
                    Composta martedì 22 marzo 2016
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